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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Taratura degli ADAS: l’aftermarket dice la sua

    La valanga degli Advanced Driver Assistance Systems sembra inarrestabile e termini come frenata automatica, cruise control adattivo e lane keeping assist sono ormai sulla bocca di (quasi) tutti. Anche le citycar li sfoggiano orgogliosamente e la loro diffusione, stimata essere il 2 per cento nel 2015, è poi salita al 4 per cento a metà del 2017 e potrebbe crescere fino al 30-40 per cento delle auto nuove già entro quest’anno. Tutti questi sistemi, e altri non citati, devono percepire l’ambiente circostante tramite 'organi di senso', i più diffusi dei quali sono le videocamere, i radar e i sensori a ultrasuoni.

     

    Sensi elettronici

    Sensori ADASI loro segnali sono elaborati in modo da eliminare disturbi e interferenze e vengono poi interpretati per comunicare ai ‘cervelli’ di bordo (quello elettronico e quello del guidatore) che, per esempio, un altro veicolo si sta avvicinando pericolosamente o che c’è un segnale di Stop. Questa capacità di ‘comprendere’ è una versione evoluta degli algoritmi che, per esempio, riconoscono i volti delle persone inquadrate quando stiamo per scattare una fotografia. Da questi semplici cenni si capisce l’importanza dei sensori e l’assoluta necessità che essi trasmettano informazioni corrette all’unità di elaborazione dati. A questo punto nascono delle domande: cosa succede se un sensore necessario per gli ADAS dev’essere sostituito, per rottura o incidente? Occorrono tarature specifiche e, nel caso, gli operatori aftermarket sono in grado di intervenire efficacemente?

     

    Il sondaggio di Inforicambi

    La crescente diffusione di questi sistemi porterà statisticamente ad un aumento degli interventi e quindi, per fare il punto della situazione, abbiamo raccolto informazioni, interpellando un riparatore e alcuni distributori di strumenti diagnostici. I risultati sono abbastanza confortanti e possiamo anticipare che gli artigiani e le aziende sembrano già pronti ad affrontare questo tipo di interventi.

     

    Calibrare è un business importante

    Sensori autoMario Pedalino è il titolare di Car Care Como, un’importante realtà che assiste la meccanica, la carrozzeria, i cristalli, gli pneumatici e installa anche impianti GPL. L’attività di elettrauto si è progressivamente espansa fino a comprendere anche i sistemi ADAS perché, come riferitoci dal signor Pedalino, dopo la sostituzione del parabrezza occorreva spesso un ulteriore intervento per calibrare la videocamera. A questo punto si è deciso di frequentare corsi specifici e si è investito in attrezzature di taratura, prodotte da Texa, per poter dare la necessaria affidabilità agli interventi senza rivolgersi a terzi. Si è notato un certo aumento nelle richieste di queste lavorazioni, evidentemente ‘trainato’ dalla crescente diffusione dei sistemi ADAS. E Pedalino ha detto che l’80 per cento delle tarature sono state commissionate dai privati mentre il rimanente da riparatori. Riguardo la reperibilità dei ricambi, Car Care Como non ha riscontrato difficoltà per le videocamere, sostituite su Audi, BMW w Alfa Romeo, mentre non è ancora capitata l’occasione di dover rimpiazzare un radar. Abbiamo poi chiesto un parere ad Antonio Beccaria, rappresentante con un completissimo portafoglio di attrezzature e strumenti per le officine. A suo parere l’interesse per i kit di taratura degli ADAS è in crescita e, anche se i pezzi venduti non sono ancora moltissimi, la richiesta di informazioni da parte degli artigiani è in aumento.

     

    Al passo con i tempi

    Sensori Alfa RomeoAlla domanda se i titolari delle officine sono coscienti che i cambiamenti nelle automobili si rifletteranno sul loro lavoro, Beccaria ha risposto confermando che molti riparatori sono consapevoli che prima o poi dovranno strutturarsi con dei sistemi efficaci, moderni e in linea con gli aggiornamenti e le normative in vigore. Questo, secondo il nostro interlocutore, è il crinale che distinguerà gli operatori lungimiranti che decidono di investire nella loro professionalità (gettando quindi le basi di una crescita ottenuta fornendo servizi validi ai clienti) da chi non si struttura ed è destinato, in un termine medio-lungo, a soccombere o a vivacchiare alla giornata. Piccolo inciso: l’evoluzione riguarda anche la rete e ricordiamo che chi vuole ‘esserci’ deve confrontarsi anche con Facebook che cambia l’algoritmo. Beccaria osserva che il processo di taratura, almeno per quel che riguarda il sistema Texa che conosce bene, è abbastanza semplice ma richiede un po’ di tempo per le operazioni preliminari, dato che occorre allineare bene rispetto all’auto il tappeto metrico, i pannelli e altre cose ancora; non si sono comunque avute lamentele riguardo un’eccessiva difficoltà del processo. Un’altra notazione riguarda l’investimento, che non può essere dettato dall’urgenza ma va pianificato razionalmente, anche perché è di varie migliaia di euro e può richiedere la valutazione di un finanziamento o un noleggio con riscatto finale. Da considerare anche i voucher ministeriali per la digitalizzazione che possono aiutare molto chi vuole investire nella sua officina e gli incentivi per la sicurezza sul lavoro. Analoghe valutazioni ci sono state fornite da Cartest, un’azienda romana che ha quasi 30 anni di esperienza nella fornitura di attrezzature per la diagnosi. I titolari sono in questo settore già dagli anni ‘80. Cartest vende kit di calibrazione Texa e, ad oggi, il mercato è ancora limitato ma si pensa che la domanda crescerà. L’azienda si è anche strutturata per offrire servizi di consulenza tecnica e formazione, organizzando corsi didattici proprio per mettere gli operatori in grado di seguire l’evoluzione tecnica delle auto. Ricordiamo che i principali produttori di kit reperibili sul mercato italiano sono Autel, Bosch (a breve), Texa e Hella Gutmann, della quale avevamo parlato a proposito della preparazione delle officine riguardo la taratura dei sistemi ADAS.

     

    Nicodemo Angì

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