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martedì, 19 Marzo 2024
  • L’Italia sperimenterà la guida autonoma, via libera al decreto

    Graziano Delrio Fra gli argomenti più ‘caldi’ dell’automotive c’è senza dubbio la guida autonoma e anche l’Italia la sperimenterà grazie ad un decreto firmato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio (nella foto). Le auto che guidano da sole sono indubbiamente interessanti e costituiscono uno dei settori più avanzati di tutta l’industria automobilistica anche perché si annunciano essere un cambio di paradigma per la mobilità. Il loro debutto commerciale non avverrà comunque nell’immediato e, nel frattempo, la grande espansione degli ADAS ‘preparerà’ i fornitori come Bosch e gli automobilisti alla loro diffusione. Anche aziende che non sembravano così impegnate nei veicoli autonomi e nelle auto elettriche si stanno ‘convincendo’ (un nome a caso: FCA, le cui strategie future sono state descritte da Sergio Marchionne al Salone di Ginevra e che è già impegnata con Waymo-Google nelle auto-robot) e questo decreto è interessante anche per loro. L’atto, uno degli ultimi compiuti dal governo Gentiloni, fa entrare infatti il nostro Paese nel club di quelli che hanno aperto la possibilità di testare su strada i veicoli a guida autonoma e si occupa anche delle infrastrutture stradali e di ricarica.

    Cosa dice il decreto

    Smart roadll decreto in questione, firmato dal ministro Delrio, definisce l’attuazione del comma 72 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 205/2017. Questo comma introduce linee guida per la sperimentazione della tecnologia dei veicoli automatici e per l’adeguamento della rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi intelligenti. Il decreto, soprannominato Smart Road, punta a migliorare la rete stradale italiana attraverso una trasformazione digitale che la metta al passo con gli sviluppi della tecnologia. In questo modo la rete diventerà capace di dialogare con i veicoli connessi, compresi quelli dotati di assistenza automatica alla guida di livello avanzato, il traffico sarà migliorato e snellito e si ridurrà l’incidentalità stradale. Per raggiungere questo scopo sono previsti interventi di vari tipi: infrastrutture per dati ad alto bitrate, copertura della rete stradale con servizi di routing verso la rete dati, hot-spot Wi-Fi almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio, sistemi per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine.  Questa raccolta dati permetterà di dare efficaci servizi informativi agli utenti, permettendo anche azioni di re-indirizzamento per evitare ingorghi e situazioni di rischio. La tempistica prevede diverse scadenze, dato che gli interventi saranno realizzati entro il 2025 sulle infrastrutture della rete TEN-T (Trans European Network – Transport) e su tutta la rete autostradale. Entro il 2030 saranno attivati ulteriori servizi quali la deviazione dei flussi, il controllo delle velocità medie, per evitare o risolvere congestioni, il suggerimento di traiettorie e corsie, gestione dinamica degli accessi, dei parcheggi e dei rifornimenti, con particolare enfasi verso la ricarica elettrica. Questi interventi e servizi evoluti saranno poi estesi alla rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti. E, nel caso di nuove infrastrutture (o del potenziamento di quelle esistenti), saranno integrati già nei progetti. I costi degli interventi saranno a carico del concessionario o del gestore dell’infrastruttura.

    Vediamo ora la parte più ‘rivoluzionaria’ perché centrata sui veicoli autonomi

    Guida AutonomaNel decreto è previsto è previsto che è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad autorizzare la sperimentazione su strada dei veicoli a guida autonoma. Sono stati individuati i soggetti che possono chiedere l’autorizzazione (il Costruttore del veicolo nonché Istituti universitari e Enti pubblici e privati di ricerca), l’istruttoria per ottenere i permessi, le modalità di rilascio dell’autorizzazione ed i controlli sulla sperimentazione, mirati ad ottenere condizioni di assoluta sicurezza. Una cosa è certa: questi interventi apriranno nuovi scenari nel modo di usare l’auto e nella viabilità, tramite la fruizione di servizi per la mobilità innovativi ed efficaci. Se questi adeguamenti saranno completi fra 7/12 anni, i veicoli connessi e dotati di sistemi di assistenza alla guida sono però già fra noi e tutto l’aftermarket dovrà confrontarsi con loro. Le aziende e gli operatori più avveduti si stanno già attrezzando ma la gestione degli ADAS è un settore nel quale tutti gli indipendenti dovranno poter dire la loro se vorranno rimanere al passo del mercato.

     

     

    Nicodemo Angì

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