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venerdì, 26 Aprile 2024
  • L’anno del ricambista 2020, 12 mesi di incertezza

    Il 2020 che bilancio restituisce al ricambista italiano?Il 2020 che bilancio restituisce al ricambista italiano?

    Quest’anno verrà sicuramente ricordato come uno dei più drammatici degli ultimi tempi. La pandemia da Coronavirus ha infatti quasi paralizzato interi settori produttivi, compresi quelli collegati all’aftermarket automotive. Abbiamo così assistito persino alla cancellazione di eventi importanti come Autopromotec. L’operosità del settore ha però superato anche questo ostacolo, come spiegato da Renzo Servadei parlando della manifestazione virtuale Futurmotive.

    Luci e ombre nell’anno del ricambista 2020

    Le notizie non sono molto confortanti, con il virus che non ha risparmiato il settore auto. Alcune attività, come quelle dei concessionari, si sono quasi completamente bloccate, almeno temporaneamente, e molti ricambisti, che pure potevano rimanere aperti, hanno comunque tenuto chiuso perché era quasi impossibile spostarsi. La situazione è poi migliorata già prima della fine del lockdown e si è persino visto un promettente ‘rimbalzo’ che faceva ben sperare in un anno non troppo negativo. Questo secondo lockdown, anche se meno rigoroso, ha rimesso in discussione il recupero, anche se l’aftermarket sa trovare opportunità anche in scenari di crisi e si è adeguato apprendendo nuove procedure di sicurezza.  

    Crisi e rinascita nell’anno del ricambista

    Per riassumere queste montagne russe sulle quali si sono trovati, ovviamente contro la loro volontà, i ricambisti, abbiamo fatto qualche domanda a Davide Falbo, di Falbo ricambi, e Giampietro Guido di Cria SM. Davide Falbo ha ricordato che quando la Regione Calabria è diventata Zona rossa c’è stato uno stop repentino che ha fatto perdere, in 2 settimane, il 50% delle vendite. Il ritorno in zona arancione ha favorito un graduale ritorno alla normalità ma il 2020 potrebbe chiudersi con una contrazione fra il 15 e il 20%. Davide Falbo ci ha detto Il secondo lockdown ha zavorrato un recupero potenzialmente in grado di contenere in pochi percento le perdite rispetto al 2019. La ripresa è stata danneggiata anche da un maltempo eccezionale che ha rallentato il settore agricolo, al quale l’Azienda vende ricambi elettrici e lubrificanti. Altri ricambisti focalizzati sull’agricoltura stanno quindi soffrendo più di Falbo Ricambi. La pandemia da Covid ha rallentato processi di fusione e acquisizione che però riprenderanno perché inevitabili. In ogni caso gruppi esteri cercano di entrare in Italia e, del resto, Falbo Ricambi sta inoltre “contattando fornitori esteri, in area UE, perché su alcuni prodotti ci sono condizioni più vantaggiose“.

    Il 2020 che bilancio restituisce al ricambista italiano?L’anno del ricambista 2020 può essere anche positivo

    La testimonianza di Giampietro Guido di Cria SM è più positiva: ci ha infatti detto che l’Azienda finirà il 2020 con perdite contenute o addirittura nulle. Il segreto è l’aver differenziato l’attività “servendo anche i mezzi industriali e agricoli, 2 importanti filiere che non si sono praticamente fermate anche durante il lockdown. I trasportatori hanno infatti continuato le loro attività e anche gli agricoltori hanno lavorato. Posso anzi dire che con la crisi c’è stato un ritorno all’agricoltura: chi aveva un pezzettino di terra, magari abbandonato, ora lo sta coltivando perché ha più tempo. I volumi collegati a questo settore sono quindi aumentati. Molto probabilmente chiuderemo il 2020 meglio del 2019″. Il signor Guido ci ha detto che anche i rappresentanti e i fornitori hanno confermato che probabilmente raggiungeranno i budget previsti. Diciamo anche che il maltempo ha risparmiato la zona nella quale opera Cria SM e quindi il settore agricolo non ha sofferto molto. Un’altra tendenza riscontrabile nell’anno del ricambista 2020 è la crescita delle consegne a domicilio. Esse aumentano ma la prudenza verso il contagio è una causa secondaria: quella prevalente è la comodità di un servizio che, una volta provato, non viene abbandonato. Guido ha poi riferito di multinazionali estere che si stanno facendo avanti nel settore agricolo ma senza cercare accordi con le realtà già esistenti. Queste realtà sono accomunate dall’avere un E-Commerce proprietario, una tendenza che questo anno del ricambista 2020 sembra aver indicato abbastanza chiaramente. Altri fattori importanti sono il far parte dei consorzi e fare accordi con i network di officine. Ma l’anno del ricambista 2020, così difficile e accidentato, ha dimostrato anche l’importanza di essere multiservice, per stare vicini a clienti diversi e diversificare il rischio.

    Nicodemo Angì

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