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domenica, 05 Maggio 2024
  • Il giro del motore in 80 componenti

    Chi lavora sul motore di un’autovettura, si trova spesso a combattere con tutta una serie di componenti di piccole e grandi dimensioni, che si rompono per usura o malfunzionamento. Non parliamo quindi del motore in sè, ma di quelle parti che sono il fulcro dell’Aftermarket. Se infatti l’utente finale è spesso esplicito nel richiedere ricambi con il marchio della casa auto o da questi suggeriti per la manutenzione ordinaria, come olio, candele, filtri, magari per l’effetto di una pubblicità accattivante, così non vale per questi componenti, che sono gestiti in maniera diretta da distributori, ricambisti e meccanici.

    I fondamentali del motore
    Da anni i componenti indispensabili del motore sono rimasti sostanzialmente immutati: una valvola ha la stessa forma (fatte salve alcune impercettibili ottimizzazioni geometriche) di molti anni fa, così come un segmento, un supporto motore o un cuscinetto. Eppure, i prodotti oggi in commercio hanno caratteristiche molto differenti dai loro “antenati”. A cambiare sono stati infatti i processi produttivi e i materiali; l’automazione ha fatto un ingresso massiccio nelle fabbriche e metodi sempre più ottimizzati, come quello di sinterizzazione (compressione di polveri a elevata temperatura) hanno permesso la realizzazione di parti motore sempre più performanti. Abbiamo preso in esame alcuni significativi esempi di come la produzione si sia modificata in funzione di questi parametri.

    Cambiano i processi e i materiali
    I segmenti ad esempio, sono tra i prodotti che più hanno beneficiato di questo input tecnologico. Oggi, una “fascia” motore ha una durata molto elevata se comparata a quella di una decina di anni fa; inoltre, è in grado di sopportare sollecitazioni, sia termiche sia meccaniche, di molto superiori. Attualmente i segmenti vengono realizzati grazie a processi di sinterizzazione molto accurati e con una ricopertura finale di materiali altamente resistenti all’usura.
    Di natura opposta l’evoluzione di un altro componente: le valvole. In questo caso, il materiale non si è molto modificato, così come il componente in sè: a cambiare sono stati i processi distributivi e produttivi. Ciò che viene richiesto a un produttore oggi è una grande flessibilità ed elasticità di risposta a una domanda sempre più variabile. Va infatti sottolineato che tutte queste tipologie di ricambi per il motore, destinate agli interventi di manutenzione straordinaria, gravano sui distributori, costretti a tenere un vasto assortimento per coprire il sempre più variegato circolante con una bassa rotazione del capitale investito.
    Un elemento che invece ha subito una vera rivoluzione nel campo dei materiali è la guarnizione della testata. Se fino a poco tempo fa erano per la quasi totalità realizzate in materiale soffice armato (sughero, carta o composito), oggi il mercato richiede guarnizioni in multilamellare metallico.
    Per ciò che riguarda i componenti in gomma e gomma metallo, la situazione non si discosta di molto dai “colleghi” meccanici. I materiali utilizzati sono stati ottimizzati, le caratteristiche migliorate, ma le applicazioni degli elastomeri (nome tecnico della gomma) sono rimaste pressoché invariate. L’avanzamento tecnologico consente nuovi accoppiamenti di materiali differenti all’interno di uno stesso prodotto. In questo particolare contesto alcuni sistemi hanno subito notevoli cambiamenti: è il caso dei supporti motore, oggi realizzati con un massiccio impiego di alluminio. Ad esempio, nei moderni propulsori a combustione interna, specialmente Diesel, la riduzione del peso è un elemento fondamentale nella progettazione; così i supporti motore idraulici (hanno una camera interna in cui si trova dell’olio inerte in pressione) che garantiscono un più efficace smorzamento delle vibrazioni rispetto a quelli tradizionali, vengono realizzati con una struttura esterna in alluminio e lo smorzatore in gomma.

    L'”Orient Express” dell’Aftermarket
    Se si considerano gli esempi precedenti, si comprende facilmente perché il settore del ricambio destinato all’intervento di manutenzione straordinaria non ha dovuto affrontare la stessa concorrenza, da parte delle case automobilistiche, di quello della manutenzione ordinaria.
    I componenti analizzati non sono infatti dei beni di largo consumo, in termini economici si parla quindi di generi a bassa rotazione ma con alti costi di magazzino; la cui vendita da parte delle case auto, se non perfettamente organizzata può rappresentare un costo più che una fonte di reddito. Anche il tipo di prodotto non è dei più appetibili per le Case: se si pensa a un cuscinetto, una valvola, un segmento o anche a un supporto motore abbiamo in mente un piccolo oggetto, il cui costo difficilmente supera qualche decina di euro e che non garantisce un elevato margine.
    Proprio queste caratteristiche sono però la causa di una minaccia nel medio lungo periodo ben più concrete dei produttori di autovetture: l’Oriente. I prodotti asiatici stanno di fatto invadendo il mercato, soprattutto in Aftermarket. Ciò che li rende “appetibili” è il loro costo decisamente conveniente, spesso a discapito di una qualità non sempre facile da verificare. Molti prodotti orientali, inoltre, non sarebbero neanche paragonabili a quelli “made in Italy”, proprio per via dei nuovi processi e dei materiali utilizzati; ma un prezzo inferiore, anche del 50-60%, è una argomentazione più che valida per quegli operatori del settore più orientati al costo che alla qualità. Con questo non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio, anzi. Ci interessa invece sottolineare come, a fronte di un’offerta spesso condizionata da situazioni economiche e di sviluppo arretrate rispetto a quella del nostro Paese, c’è chi fra gli operatori di Aftermarket in Italia dimostra grande professionalità e serietà imprenditoriale. Stiamo parlando di quei distributori che selezionano accuratamente, in base alla qualità, i ricambi che acquistano in Oriente e immettono sul nostro mercato.

    Le Case, un pericolo sottovalutato
    Le case automobilistiche, come detto, non vengono considerate un rischio dai costruttori di questo tipo di ricambi. Ciò nonostante riteniamo doveroso evidenziare alcuni segnali dei mutamenti che ci sono sembrati significativi e che preannunciano, in maniera più o meno diretta, anche in questo settore. Il tentativo di guadagnare quote di mercato non è diretto come nel caso degli interventi di manutenzione ordinaria, ma corre sottotraccia e va dal progetto fino all’officina. Il motore, infatti, viene concepito in maniera sempre più personalizzata e se è vero che gli accordi tra i diversi costruttori danno vita a progetti comuni, è anche vero che modelli differenti adottano soluzioni molto distanti. In questo modo anche il ricambio non è unificato e viene imposta al costruttore di ricambi una produzione a piccoli lotti, cosicché le Case possono essere competitive anche in Aftermarket. La vera chiave di volta viene però dai concessionari: la politica concorrenziale che questi adottano nei confronti degli indipendenti ha portato a crescere il numero di vetture che effettuano presso i centri autorizzati la manutenzione ordinaria. Grazie alle indicazioni della Casa poi, durante i vari tagliandi vengono anche proposti gli altri interventi straordinari che potrebbero essersi resi necessari con l’uso del mezzo; ad esempio, durante un controllo può risultare che la portata della pompa dell’acqua non sia in regola con i parametri imposti dalla Casa, oppure che un sensore non abbia il grado di precisione di progetto (tutti test facilmente eseguibili in officina anche grazie all’autodiagnostica). In questo modo il ricambio venduto è comunque marchiato con il nome della Casa e garantisce un margine abbastanza elevato.

    Prospettive
    Il quadro che abbiamo tracciato non vuole tuttavia smorzare gli animi di coloro che sono ottimisti verso il futuro. Il nostro intento è solo quello di mettere in guardia dai rischi veri, o presunti, che in questa fase minacciano il mercato indipendente. La legge Monti è sicuramente un forte strumento a favore dei produttori di ricambi, anche se ancora non è molto rispettata. Inoltre tutto il mondo del ricambio indipendente si sta organizzando e oggi i produttori possono contare su forti alleati super partes, come i grandi gruppi di distribuzione. Questi, infatti, non sono più ristretti a un ambito nazionale e offrono alle aziende visibilità e la possibilità di aprirsi verso nuovi mercati. È sfruttando la strada intrapresa già per i prodotti ad alta movimentazione che si può riuscire a mantenere una buona concorrenzialità con le case auto.

    Articolo di Tommaso Caravani pubblicato sul sito netcollins.com (aprile 2005)

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