DI STEFANO BELFIORE
Il 2019 continuerà ad essere un anno nero per l’aftermarket nazionale.
Le previsioni analitiche dell’Osservatorio di Mercato IAM Italia del Politecnico di Torino non lasciano spazio a dubbi di sorta. Del presente e del futuro del nostro post-vendita ne abbiamo parlato di nuovo con Silvano Guelfi (nella foto), responsabile scientifico dell’Osservatorio accademico piemontese, che anticipa ad Inforicambi il nuovo quadro statistico che sarà presentato fra pochi giorni a Milano. Se l’aftermarket automotive inciampa in un percorso complesso e difficile, trend inverso vive invece la ricambistica truck che segna un andamento positivo quest’anno. Per competere ed uscire da queste acque agitate cosa serve? Guelfi ne indica la via: “Il motore della competizione continua a rimanere l'innovazione ed il coraggio di essere i primi a fare qualcosa”. Servono, più che mai, capitani d’impresa in grado di traghettare le navi del post vendita per mari calmi e tranquilli.
Il prossimo 9 ottobre si terrà il decimo convegno IAM Italia a Milano. Rispetto al quinquennio 2013-2017, il mercato aftermarket ha chiuso, secondo il suo Osservatorio, nel 2018 con una lieve flessione, mentre nel 2019 i risultati sono marcatamente negativi. Ora qual è lo stato di salute?
Dopo un primo semestre ad alta negatività, con un progressivo intorno al -6%, luglio ed agosto hanno registrato un lieve recupero. In ogni caso il 2019 si conferma un anno complesso in termini sia di tono del mercato sia in termini competitivi e terminerà in territorio negativo.
E invece che performance attuale esprime e manifesta l'IAM truck?
Il truck al contrario globalmente ha un 2019 positivo, seppur con qualche differenza tra i vari operatori.
Ci sono categorie di prodotti che hanno generato, nel periodo analizzato, degli andamenti positivi per entrambe le filiere prese in esame?
Si nota, nella negatività dell'aftermarket auto, una profonda differenza tra la tagliandistica, più penalizzata, e i ricambi legati all'anzianità del parco circolante che contengono le performance negative.
Lei ha sempre parlato di una generale selezione naturale che vive l'universo IAM Italia. Chi riuscirà a vivere, in che modo dovrà guadare e fare i conti con la filiera autorizzata per rimanere competitivi sul mercato?
Il motore della competizione continua a rimanere l'innovazione sia essa di prodotto/servizio, di processo/organizzativa piuttosto che nelle competenze e negli strumenti. Il coraggio di essere i primi a fare qualcosa continua, pur alzando l'asticella del rischio, ad essere la soluzione più coerente con la continuità profittevole dell'impresa.