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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Riparazioni certificate per ADAS… e non solo

    Safety first, la sicurezza prima di tutto! In effetti la sicurezza di un’auto nasce in fabbrica ma siamo sicuri che si mantenga nel tempo? Le riparazioni certificate possono rassicurare l’automobilista e dare al riparatore più autorevolezza agli occhi dei clienti. Cerchiamo di capire qual è la situazione attuale partendo da tecnologie che sono sulla bocca di tutti, sia perché permettono un effettivo aumento della sicurezza sia per il fatto che vengono usati come strumento di marketing. Gli Advanced Driver Assistance Systems, oltre a queste peculiarità, costituiscono inoltre un’anticipazione delle caratteristiche dei veicoli a guida autonoma e sono quindi importanti per ‘accompagnare’ gli automobilisti verso una modalità d’uso radicalmente diversa da quella consueta.

     

    ADAS avanti tutta

    ADAS Che gli ADAS siano sulla cresta dell’onda è fuor di dubbio e una dichiarazione di Dirk Hoheisel, membro del CdA di Bosch, lo conferma: "La tendenza è chiara: presto sarà considerato comune avere vetture equipaggiate con sistemi di assistenza alla guida come oggi è considerato normale avere la radio o l’ESP". Un'analisi condotta dal grande fornitore di componenti e relativa alle immatricolazioni del 2016 ci dice infatti che in Germania il 62 per cento delle auto nuove aveva l’assistenza al parcheggio (un ventaglio di tecnologie che parte dai sensori a segnalazione acustica fino ai Park Assist automatici). Al secondo posto i sistemi di frenata di emergenza (categoria che include sia le semplici segnalazioni ai guidatori sia la frenata automatica) con il 38 per cento mentre i sistemi si rilevamento della stanchezza del guidatore erano presenti sul 37 per cento delle nuove auto. A seguire l’evoluto Adaptive Cruise Control, quell’ACC che usa massicciamente i radar, uno dei nuovi componenti che cambieranno le automobili e l’aftermarket: questo sistema nel 2013 era presente soltanto sul 4 per cento dei veicoli ma 3 anni dopo era balzato al 19 per cento in Germania; la sua versione evoluta Traffic Jam Assist, che è un primo passo verso la guida autonoma, era presente sul 9 per cento di tutte le nuova auto tedesche di quell’anno. Il quadro non cambia andando in Francia, Paese nel quale il 67 per cento delle auto immatricolate nel 2016 aveva sistemi di assistenza alparcheggio, mentre il 18 per cento delle nuove auto in Italia aveva un sistema che segnalava il cambio di corsia involontario.

     

    Tarare affidabilmente

    AutoriparatoreLa taratura/riparazione di questi sistemi, vista la loro crescente diffusione, sarà una delle nuove attività che impegneranno gli autoriparatori e della questione avevamo scritto, concludendo che l’aftermarket può dire la sua anche nel settore della taratura degli ADAS. In un post nel gruppo Aftermarket News su Facebook si dava poi la notizia della commercializzazione del Kit Bosch SCT 415 per la taratura di questi sistemi, cosa che ha aumentato le possibilità di scelta per gli autoriparatori che vogliono attrezzarsi in tal senso. Questa notizia ha poi suscitato il commento di Alessandro Angelone, una persona che non soltanto è titolare dell’officina Autoeuropa Import ma è anche presidente provinciale (Como), regionale e nazionale di Confartigianato Autoriparazione: le sue parole, dettate da un’esperienza iniziata nel 1982, sono quindi da ascoltare con attenzione. Angelone ha commentato che: “La formazione, l'attenzione e la dotazione di strumenti idonei sono indispensabili negli interventi riparativi sugli ADAS e sono la base per ridurre al minimo le disfunzioni di questi dispositivi ‘salvavita’, azzerando nel contempo le responsabilità civili e penali del responsabile tecnico!”. Si è così inteso richiamare l’attenzione sul concetto della riparazione fatta a regola d’arte in maniera dimostrabile e tracciabile. In effetti la questione della certificazione delle riparazioni sta assumendo un’importanza crescente, al punto che si è aperto un tavolo istituzionale per stabilire criteri oggettivi e riscontrabili sulle riparazioni.

     

    Riparo bene e te lo dimostro

    Diagnosi TexaGli elementi per dimostrare che la riparazione è stata svolta in maniera conforme alle indicazioni delle Case ci sono già, sotto la forma di banche dati e diagnosi che rilasciano documentazione con valore di prova, e vengono già usati da molti professionisti. Cercando sul web è infatti facile trovare officine e carrozzerie che aderiscono alle Certificazioni di Qualità ISO e attestano che il loro intervento è avvenuto in conformità con le indicazioni del costruttore, ad esempio fornendo le quote rilevate dopo una riparazione strutturale. Angelone ha fatto un esempio specifico sulle linee guida delle Case: alcune centraline di controllo degli airbag devono essere sostituite insieme al cuscino dopo l’azionamento perché altrimenti la segnalazione di errore si ripresenterebbe anche dopo il cambio del cuscino. Ritornando agli ADAS, le diagnosi usate per la loro taratura rilasciano un documento che attesta il buon esito dell’allineamento e Hella Gutmann, che fornisce i tool di ricalibrature dei parabrezza intelligenti, dichiara la stretta rispondenza alle prescrizioni dei costruttori e il rilascio di un documento di avvenuta taratura. Anche le diagnosi Texa possono produrre questi documenti, come confermatoci dal rappresentante di attrezzature per officina Antonio Beccaria, e siamo sicuri che tutti i produttori di strumentazione si regolano in questo modo. La conclusione è, a questo punto, quasi scontata: ‘attrezzarsi’ per certificare gli interventi effettuati può richiedere tempo e investimenti. Ma è quasi inevitabile se si vuole rimanere al passo con la veloce evoluzione della tecnica automobilistica.

    Nicodemo Angì

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