Rivoluzione in tema di sicurezza stradale: in Francia potrebbe diventare presto
obbligatorio, per i recidivi dell’ebbrezza, installare sul proprio veicolo un
dispositivo alcolimetrico che consenta l’avvio del motore solo in caso di
perfetta sobrietà. Una specie di bracciale elettronico per coloro che si trovano
agli arresti domiciliari, insomma; una garanzia che la collettività impone a chi
l’ha precedentemente messa a repentaglio. Un ebbro dovrà tenerlo in auto per un
periodo di almeno 5 anni. Secondo “Le Parisien”, che cita fonti ben informate,
il progetto di legge sarebbe già pronto e potrebbe essere presentato a François
Fillon entro la fine del 2007, per essere discusso, approvato e divenire
operativo nel primo trimestre del 2008. Un tour de force anche per Jean-Louis
Borloo, ministro dello sviluppo, e Dominique Bussereau, segretario di stato ai
trasporti, che hanno reso noto nei giorni scorsi l’attesissimo bollettino
relativo alla sinistrosità nazionale del mese di ottobre.
Anche su
questo fronte, però, i dati sono contrastanti: la buona notizia è che la
mortalità è scesa del 19,6% (353 morti accertati contro i 439 dell’ottobre
2006), mentre la cattiva è che la sinistrosità con lesioni non accenna a
diminuire e, anzi, evidenzia un lievissimo aumento dello 0,5%, avendo fatto
registrare oltre 7.600 eventi.
Scende del 4,8% il numero
complessivo di persone ricoverate in ospedale (in tutto 3.413), mentre aumenta
del 2,2% quello dei feriti lievi, sottoposti cioè a cure sanitarie ed
immediatamente dimessi (i referti stilati sono stati 9.662). Dall’Osservatorio
Interministeriale della Sicurezza Stradale (ONIR) fanno comunque sapere che la
crescente vigilanza stradale ha i suoi effetti positivi: la velocità media è in
ulteriore diminuzione, come del resto la trasgressione in materia di cinture di
sicurezza e norme di comportamento in genere; e questo spiega la diminuzione
costante della mortalità.
Va detto infatti che Parigi è in
controtendenza: nonostante la decisa riduzione della mortalità registrata nel
mese di ottobre sulle strade francesi – alla quale non ha fatto seguito però un
identico calo nella sinistrosità – nella Ville Lumière la violenza stradale ha
raggiunto livelli decisamente preoccupanti.
Di certo, chiunque si sia
trovato a percorrere in auto o in moto i veloci boulevard sa benissimo che i
parigini non si fanno intimorire da un limite di velocità, fattore che sembra
essere ancora una volta la causa dell’elevatissima punta di mortalità degli
ultimi anni. Il Centro Regionale di Informazione e Coordinamento Stradale – una
sorta di nostro CCISS su scala dipartimentale – ha lanciato l’allarme sul numero
di incidenti avvenuti nella capitale francese in danno di ciclomotoristi e
motociclisti: mercoledì scorso (21 novembre) ne sono stati registrati 11 – con
conseguenze mortali o gravi – nella sola periferia, contro i 5/6 della media
giornaliera.
La Prefettura di Polizia non si è fatta attendere ed in una
nota diffusa subito dopo sono stati resi pubblici i dati, davvero allarmanti,
della sinistrosità: gli incidenti con lesioni hanno fatto registrare in quel
giorno una crescita del 70% , con le dueruote che pagano un prezzo ben più caro
(+68%) rispetto alle altre categorie (+53%), che comunque non se ne stanno a
guardare. Messi male anche ciclisti e pedoni (+12,6%). È dunque allarme, ma
sembra che la semplice risposta della Tolleranza Zero stavolta non sia
sufficiente.
La soluzione potrebbe arrivare dal governo centrale:
secondo un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul quotidiano “Le Parisien”,
infatti, al ministero dell’Interno si lavorerebbe ad un nuovo giro di vite sul
codice della strada, che potrebbe veder presto inasprite moltissime fattispecie
di trasgressione, anche se l’obiettivo principale sarebbe il “traffico di
punti”.
Ciò che sembrava una risposta “tutta italiana” all’istituzione
della patente a punti, con anziani e stranieri in pole position per dichiarare
di essere stati alla guida di bolidi e costosissime auto di pregio – prestate
per un giretto da figli o ricchi imprenditori – è in realtà un fenomeno
estremamente diffuso, specialmente in Spagna e, adesso ne siamo certi, anche in
Francia. Tuttavia, Oltralpe si pensa ad inasprire il reato di “falsa
attestazione”, che potrebbe prevedere pene detentive fino a 3 anni.
Sul
fronte della trasgressione pura, invece, all’Hotel Matignon dovrebbe arrivare
per il via del premier un vero e proprio piano per colpire i recidivi, rendendo
pienamente eseguibile la confisca del mezzo in caso di reiterate e gravi
trasgressioni: per esempio, un conducente che abbia già provocato un incidente
mortale o con lesioni gravi e che venga colto a circolare in eccesso di
velocità, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, dovrà dire
addio al proprio veicolo, che finirà all’asta nel giro di pochi giorni.