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lunedì, 29 Aprile 2024
  • Speciale filtri: grande spazio in aftermarket

    Ogni tipologia di veicolo monta a bordo diversi filtri; la loro funzione in generale è quella di prevenire che delle impurità possano finire all’interno di circuiti e sistemi alterandone il normale funzionamento. Nel caso particolare dei filtri abitacolo, oltre a proteggere il sistema di aerazione e climatizzazione svolgono anche una funzione igienizzante per la salute di chi occupa l’abitacolo. In questo servizio parleremo di filtri aria, filtri per i lubrificanti del motore, filtri carburante e filtri abitacolo; sebbene siano prodotti tra loro diversi, una caratteristica li accomuna: quella di usurarsi in tempi relativamente brevi. Ciò li rende prodotti di grande interesse per l’Aftermarket, perciò abbiamo chiesto informazioni, sia sui prodotti sia sul mercato, anche alle aziende che operano in tale settore; alcune di esse producono o commercializzano solo filtri, altre filtri e componenti di diverso tipo; tra quelle specializzate nei filtri alcune sono ulteriormente specializzate solo su certe sotto-famiglie. Insomma il panorama è piuttosto eterogeneo e i prodotti in commercio in constante evoluzione. Proviamo a fare chiarezza.

    Filtri a coalescenza

    In seguito soprattutto all’ingresso dei sistemi d’iniezione Common Rail, anche in Aftermarket i filtri per gasolio cosiddetti separatori d’acqua hanno assunto enorme importanza. Iniziamo dunque illustrando gli effetti negativi dell’acqua nel gasolio e il principio di funzionamento di tali filtri.

    FILTRAUTO: Il problema nasce dal fatto che, essendo l’acqua un liquido incomprimibile, la sua presenza in impianti di iniezione ad altissime pressioni provoca il cedimento degli organi dell’impianto ove si trova a passare. Questo basta a giustificare la presenza di un sistema di separazione all’interno del filtro gasolio. La gran parte dei sistemi di separazione funzionano sul principio che l’acqua è più pesante del gasolio. Con un’opportuna configurazione del corpo filtro si facilita il deposito dell’acqua sul fondo del filtro stesso dal quale viene successivamente eliminata.

    MANN+HUMMEL: La norma DIN EN 590 indica un contenuto massimo consentito di acqua (disciolta) nel gasolio pari a

    200 ppm. Tale valore può oscillare a seconda della qualità del carburante. Un ulteriore fattore da considerare è quello dell’acqua non disciolta o in emulsione. In condizioni di forti differenze di temperatura (condensazione dell’umidità dell’aria nel serbatoio) o di scarsa qualità del carburante (carburante annacquato, ecc.) un considerevole quantitativo di acqua può formarsi nel Diesel. Tale acqua non disciolta o emulsionata ha un effetto alquanto negativo sulle diverse componenti contenute nel circuito del carburante. Così, ad esempio, nei sistemi di iniezione ad alta pressione, come il sistema Common Rail, si assiste a un danneggiamento permanente o alla rottura della pompa ad alta pressione a causa di fenomeni di corrosione e usura (cavitazione). L’obiettivo è pertanto quello di rimuovere il contenuto di acqua libera in maniera efficace attraverso filtri separatori d’acqua. La separazione dell’acqua avviene mediante l’azione del filtro a coalescenza, per mezzo della quale goccioline finemente emulsionate si uniscono e crescono quasi alla dimensione di gocce più grandi per esser quindi separate in senso gravitazionale.

    INCOFIN: Con il sistema Common Rail ad alta pressione, vi è stata una svolta nella concezione moderna dei motori Diesel. Adesso tutte le apparecchiature sono molto più sofisticate, e il raggiungimento di elevate prestazioni è anche legato alla purezza del carburante. Il gasolio deve infatti essere polverizzato e la presenza di impurità nello stesso ne impedisce la perfetta disgregazione molecolare. Uno dei fattori più negativi all’interno di questo processo, è senz’altro la presenza dell’acqua, che fisiologicamente si trova nel gasolio, già nelle cisterne di raccolta. L’acqua, più pesante, si addensa sul fondo dei serbatoi. Il filtro Racor da noi distribuito basa il suo principio di funzionamento su quella che si chiama “coalescenza”, cioè il principio di naturale aggregazione delle molecole.

    Capacità filtrante e durata nel tempo

    Maggiore è il potere filtrante di un filtro (e quindi minore il diametro delle particelle di particolato che riesce a catturare) e minore dovrebbe essere la sua durata in termini di chilometri percorsi. Il prodotto ideale dovrebbe essere quello che “sta nel mezzo”, cioè che riesce a coniugare capacità filtrante e durata. Chi progetta un filtro deve in pratica trovare il migliore compromesso fra la capacità di trattenere particelle di dimensioni ridotte e quella di mantenere inalterato nel tempo il grado di permeabilità. Questo si ottiene principalmente con l’utilizzo di media sintetici che garantiscono un elevato potere filtrante e con l’abbinamento di più strati di media per garantire la durata nel tempo. Da qualche anno a questa parte per ogni genere di filtro i costruttori si dedicano sempre di più allo studio di sistemi pre-filtranti, che rappresentano la vera soluzione per far sì che il contaminante di massa non arrivi a contatto con il media filtrante, andandone a intasare con repentinità i pori con conseguente riduzione delle autonomie. Gli studi sono quindi mirati a far si che la grossa parte del contaminante possa essere arrestata preventivamente.

    Abbiamo chiesto dunque alle aziende intervistate di illustrare che tipo di ricerca e di tecnologia si cela dietro la realizzazione di un filtro.

    UFI: I setti filtranti in carta, riuscendo a trattenere contaminanti di taglia sempre più piccola, nell’unità di tempo, raccolgono maggior contaminante arrivando alla saturazione in tempi più brevi.

    Il nostro “prodotto ideale”, che è già in primo impianto presso i maggiori costruttori europei e che ci è costato anni di ricerca, sfida la logica fisica sopra descritta. Esso infatti è sorprendentemente in grado di associare un’altissima efficienza filtrante, e di conseguenza un elevatissima capacità di accumulo di inquinanti, a durate che arrivano e superano i 100.000km (DURAFILTER).

    La ricerca del “filtro ideale”ovviamente ci ha obbligato a pensare a setti filtranti molto diversi dalla carta e in alcuni casi abbiamo dovuto “inventarli”.

    DELPHI ITALIA: Delphi è impegnata in un continuo sviluppo dei suoi prodotti; il Common Rail rappresenta il futuro nella tecnologia dei motori Diesel, e Delphi è all’avanguardia nella filtrazione per i sistemi Common Rail. Essendo uno dei maggiori produttori di filtri carburante, Delphi può garantire un elevato livello di customizzazione, mediante la produzione, la ricerca e lo sviluppo nei suoi stabilimenti; in particolare ha una grossa esperienza nei filtri con sezione “a bobina” e “a stella”. Il reparto Ricerca e Sviluppo lavora in collaborazione con molti dei più importanti costruttori di motori, ad esempio Ford, Renault e PSA.

    Prima dell’introduzione, ogni filtro Delphi viene sottoposto a un approfondito controllo di qualità, per assicurarne la conformità alle seguenti specifiche:

    ISO4020 – test per la pulizia dei filtri, formazione di bolle d’aria, pressione interna, trattenimento delle particelle nel tempo, efficienza della separazione dell’acqua, resistenza strutturale dell’elemento filtrante e del filtro completo.

    ISO2758 – resistenza strutturale della carta filtrante.

    ISO8534 – metodo “Karl Fisher” per la misura del contenuto di acqua negli olii.

    ISO TR 13353 – banco prova per la misura della quantità di particelle trattenute dal filtro durante l’intera vita dell’elemento. Questo test è la versione specifica per gli impianti Common Rail dell’ISO 4020 6.4, un test dinamico per il contenuto di particelle.

    Per raggiungere gli standard di qualità richiesti, i test eseguiti nei laboratori Delphi sono stati messi a punto seguendo le direttive ISO. Essi includono delle prove aggiuntive per il trattenimento delle particelle, della durata della carta, della tenuta dell’acqua e dell’aria da parte della carta.

    Scegliere un filtro in Aftermarket

    Molte componenti di un’auto portano stampigliato il marchio della casa auto, ma non quello del fornitore del componente stesso. Riguardo i filtri è invece più frequente trovare anche il marchio del fornitore. Questo fatto quanto influenza le scelte del meccanico nel momento della sostituzione di un filtro carburante o un filtro olio? E’ più portato a ricercare in Aftermarket un prodotto dello stesso marchio di quello montato in primo impianto, oppure non ne è particolarmente influenzato? In ultima analisi quanto partono avvantaggiati i fornitori di primo impianto rispetto ai concorrenti che operano esclusivamente in Aftermarket?

    SOGEFI FILTRATION: E’ evidente che questo fatto ha una grossa influenza soprattutto quando il meccanico si trova a intervenire su un’auto recente, ancora in periodo di garanzia, e quindi tende a scegliere prodotti che gli offrano maggiori garanzie e tranquillità nei confronti dei propri clienti.

    In genere i meccanici professionisti conoscono le aziende che forniscono filtri in primo impianto e quindi, a parte il nome con il quale l’azienda opera in Aftermarket, è la qualifica di produttore di qualità che determina la scelta verso un’azienda piuttosto che un’altra.

    Inoltre, le aziende fornitrici di filtri in primo impianto godono innegabilmente di un vantaggio tecnico e di una disponibilità dei prodotti maggiore rispetto ai concorrenti che operano solo in Aftermarket.

    BSB FILTRI: Diciamo che il doppio marchio può aiutare il meccanico più che altro a vendere quel prodotto specifico nel caso risulti essere rivenditore dello stesso! Il fatto che un prodotto si trovi montato in primo equipaggiamento è sicuramente sinonimo di qualità testata. Non dimentichiamo, comunque, che la maggior parte dei costruttori di veicoli (auto, camion, autobus… quindi dove ci sono realmente i numeri!) ha più di un fornitore per il primo impianto e, quando non fosse, vengono comunque suddivisi gli acquisti su diversi fornitori per l’Aftermarket, a testimonianza di un discreto livellamento di qualità tra i vari produttori di filtri. I fornitori di primo impianto sono quasi sempre avvantaggiati in quanto risultano essere i primi ad avere il prodotto studiato e proposto per il primo impianto, ove non vengano posti veti di vendita sull’Aftermarket da parte delle case costruttrici dei veicoli (caso sempre più diffuso!).

    UFI: La capacità di fornire i filtri di primo impianto ai produttori di motori e di veicoli completi, è sempre stata condizione di valenza primaria per favorire le vendite di componenti in Aftermarket. Ora questa condizione è ancora più determinante perché, se è sempre vero che il meccanico può essere influenzato da messaggi pubblicitari e iniziative promozionali, le scelte al primo impianto restano il fattore più influente. Il fatto è tanto più positivo per noi in quanto anche in primo impianto vengono adottati prodotti ad alto contenuto tecnologico (WATER ELIMINATOR, DURAFILTER, DEFENDER), con il solo ed esclusivo marchio del fornitore, o con questo in accoppiata con quello del costruttore. Il supporto alle vendite Aftermarket che ne consegue è molto rilevante, per cui è prevedibile che, in futuro, il fornitore dell’equipaggiamento di primo impianto sarà sempre più avvantaggiato.

    L’importanza della gamma in Aftermarket

    In Aftermarket, per tutte le famiglie di prodotto, è fondamentale riuscire a offrire un gamma ampia e/o profonda di referenze. Rispetto ad altre famiglie (parti di carrozzeria, comandi flessibili, prodotti frenanti, ammortizzatori, marmitte, ecc.), giudica quella dei filtri facile o difficile da mantenere ad alti livelli?

    ARVIN MERITOR: Mantenere un alto livello di gamma richiede importanti sforzi in termini di investimento, di ricerca e di sviluppo, sia che si tratti di ammortizzatori, sia di sistemi di scarico, ecc. Il filtro non rappresenta un’eccezione, ma per contro i suoi intervalli di sostituzione sono più corti, obbligando l’allestitore a mantenere costantemente un alto livello di investimenti e poco tempo per sviluppare il filtro per un nuovo modello. Ciò è dovuto al fatto che l’uscita di un nuovo modello in un anno necessita della sostituzione del filtro l’anno successivo.

    Ciò inoltre significa che mentre il filtro è in fase di sviluppo non si conosce ancora esattamente il volume di vendite future, mentre per un sistema di scarico il fabbricante dispone dei volumi di vendita del modello di vettura già durante la fase di sviluppo.

    SOGEFI FILTRATION: La famiglia dei filtri è una delle più difficili da mantenere ad alti livelli per le seguenti ragioni:

    a) Raggruppati nella stessa famiglia ci sono almeno 7 sottogruppi (olio, aria motore, aria abitacolo, benzina, nafta, trasmissione, idraulici) e ognuno di questi ha bisogno di attrezzature e impianti specifici, senza tenere conto della fase precedente di ricerca “dedicata”.

    b) Ogni anno escono sul mercato da 150 a 200 nuovi riferimenti con caratteristiche che possono variare di volta in volta e necessitano quindi di un’analisi singola e investimenti in attrezzature a volte anche elevati.

    c) Bisogna tenere conto anche del Paese di origine della vettura che a volte comporta tecnologie di fabbricazione diverse da quelle tradizionali.

    INCOFIN: Per riuscire a competere l’aggiornamento della gamma è importantissimo. Ogni anno si introducono centinaia di nuovi riferimenti, e i costruttori faticano a stare al passo. Ogni nuovo filtro rappresenta il più delle volte un investimento che il produttore deve fare in modo da poter mantenere alto il suo prestigio e la sua quota di mercato. In Italia vi sono parecchi “terzisti”, che si aggiornano a prezzo di investimenti spesso onerosi. Da notare che collegato all’aggiornamento della gamma vi è un lavoro di product management notevole, cioè la definizione della corretta applicazione e la collocazione del filtro a catalogo. Questo è un lavoro di grossa professionalità, che deve essere fatto da persone di grande esperienza, in quanto un’errata applicazione può costare la vita del motore.

    Le nuove formule di carburante

    In questi ultimissimi mesi hanno fatto la loro comparsa presso le stazioni di servizio nuove formule di benzine e gasoli. E’ lecito domandarsi se le Case prevedano di dover equipaggiare nell’immediato futuro le auto con specifici filtri carburante e se quindi i produttori di filtri dovranno offrire a catalogo altrettante nuove referenze, o se viceversa il contenuto chimico e le caratteristiche fisiche di questi nuovi carburanti permettano di continuare a depurarli con gli stessi filtri.

    SOGEFI FILTRATION: Le nuove formule di benzina e gasoli non comportano particolari problemi ai prodotti. Infatti l’introduzione della benzina verde e del gasolio senza zolfo non ha richiesto la progettazione di filtri specifici, in quanto le caratteristiche fondamentali di questi carburanti non sono sostanzialmente variate. E’ piuttosto la diversa tecnologia nel sistema di alimentazione che ha richiesto filtri nuovi, progettati per adattarsi in particolare a pressioni di tenuta più elevate (ad esempio i motori a benzina a iniezione diretta per i quali si tende a utilizzare non più un filtro esterno ma immerso nel serbatoio stesso) o che richiedano un maggiore grado di separazione dell’acqua contenuta nel gasolio (motori con sistema Common Rail).

    MANN+HUMMEL: Allo stato attuale la capacità filtrante del filtro per carburanti Mann+Hummel non viene compromessa dai nuovi carburanti (quali Aral Superdiesel; Aral Super Plus). Non sono stati segnalati effetti negativi né dal mercato né dai nostri clienti. I nuovi carburanti sono sempre più in conformità con i requisiti di qualità delle norme DIN EN 590 (Diesel) e DIN EN 228 (benzina). A differenza dei carburanti tradizionali, in questo caso si tratta di carburanti con nuove formule additive, che, tra le altre cose, influiscono positivamente sulle caratteristiche di rendimento, quali ad esempio la sicurezza nella lunga corsa. Inoltre vengono ridotte alcune sostanze quali zolfo, benzene, ecc.

    BSB FILTRI: Per il momento non risulta essere necessario alcun filtro particolare per questi nuovi carburanti. Anche queste sono invenzioni (per le quali non possiamo valutare l’impatto qualitativo/ecologico) atte a migliorare la propria penetrazione sul mercato, proponendo sempre qualcosa di nuovo! Fintanto che le case costruttrici di veicoli non valuteranno necessari nuovi sistemi di filtrazione per far fronte a tali nuovi carburanti a tutela dei propri motori, credo che nulla cambierà in ambito di filtrazione. Sinceramente non crediamo che i produttori di carburanti vadano sul mercato con novità che tendano a creare problemi ai “loro unici e veri clienti finali”, i produttori di veicoli.

    Filtri abitacolo, un mercato molto promettente

    Tra maggiore consapevolezza salutistica da parte degli automobilisti e larghissima diffusione degli impianti di climatizzazione, i filtri aria abitacolo rappresentano ormai a pieno titolo un prodotto dai grandi volumi e di grande interesse commerciale. Se consideriamo che la prima auto a montare un filtro abitacolo fu la Opel Astra nel 1995, possiamo affermare che si tratta di un mercato giovane, ma in rapidissima espansione. Tra il 1995 e il 2002 in Europa le auto dotate di un filtro abitacolo in primo equipaggiamento sono diventate, circa 5 milioni. Poichè è consigliata la sostituzione del filtro circa ogni 15.000 chilometri, cioè mediamente 2 volte l’anno, ciò dovrebbe generare una domanda di quasi 10 milioni di pezzi l’anno, mentre i dati più ricorrenti parlano di circa metà di questi (dei quali 1 milione destinati all’Italia).

    In Italia le auto di nuova immatricolazione che montano un filtro abitacolo sono circa il 65% del totale, toccando una quota praticamente del 100% quando si tratta di auto climatizzate. L’incidenza delle auto climatizzate sul totale del parco circolante negli ultimi dieci anni è passata da circa il 4% a quasi il 40%. A livello europeo la quota dei veicoli nuovi equipaggiati con filtro abitacolo sale a circa l’80%.

    Il dato forse più interessante riguarda comunque l’Aftermarket: è presumibile che il mercato nei prossimi 5 anni possa crescere di circa il 50%! Ma chi se ne avvantaggerà principalmente? Attualmente le quote di mercato tra ricambi originali e ricambi alternativi sono sbilanciate a favore dei primi; il principale motivo di ciò va ricercato nel fatto che durante i normali tagliandi dei primi anni i filtri vengono sostituiti con regolarità, poi, quando l’iniziativa viene lasciata all’automobilista o eventualmente al meccanico, il tasso di sostituzione subisce un crollo.

    L’autoriparatore non ha ancora sfruttato le opportunità offerte

    Tutti gli operatori d’Aftermarket concordano nel dire che fino ad oggi gli autoriparatori non hanno saputo sfruttare fino in fondo le opportunità offerte dal mercato dei filtri abitacolo (spiegando al cliente l’importanza della sostituzione periodica del filtro, controllandone il grado di saturazione a ogni occasione, ecc.). Se è vero che l’automobilista non si preoccupa delle condizioni del filtro abitacolo e spesso e volentieri ne ignora addirittura l’esistenza, significa che quasi ogni volta che un’auto finisce in officina per qualunque motivo il suo filtro abitacolo potrebbe essere sostituito. Dunque l’autoriparatore potrebbe fare di più oppure il suo cliente automobilista non accetterebbe questo tipo di pressioni per paura di essere ingannato?

    FILTER MONZA: Sicuramente fino a poco tempo fa il meccanico non prestava attenzione a questa opportunità e questo ha rallentato la comunicazione verso l’utente finale; quanti hanno spiegato l’importanza del filtro abitacolo all’automobilista? Quante volte è capitato che l’utilizzatore si sia accorto del filtro solo quando ne ha percepito il cattivo odore perché troppo intasato?

    Il meccanico non ha mai tempo per dare dell’informazione al cliente, nè probabilmente per riceverne, ma dovrebbe entrare in quest’ottica: il suo non è più un punto di riparazione di veicoli, ma con l’evoluzione del mercato è diventato un negozio a tutti gli effetti e molto complesso; le automobili sono sempre più sofisticate e l’utente non ha il tempo di seguire questa evoluzione così frenetica e differente da auto ad auto (basta vedere i libretti di istruzione di oggi rispetto a quelli di autovetture di 10 – 15 anni fa); se il concessionario è un luogo dove si vendono le auto e dove si fornisce la necessaria assistenza, che non significa solo cambiare un filtro o fare un tagliando, ma anche fare dell’informazione, perché il meccanico non può fare questo e altro, cioè offrire la sua esperienza libera da campagne di scuderia? E’ da qui che può partire per fidelizzare il cliente, non vendendo un prodotto, o registrando un movimento meccanico, ma facendo dell’informazione pura e semplice. Se il meccanico non ha tempo il cliente ne ha ancora meno e se viene trattenuto solo qualche minuto ha la sensazione di trovarsi davanti ad un piazzista dell’ultimo momento. E’ difficile certo, ma è da qui che si deve partire, dall’informazione.

    TRE EFFE QUALITY: Fin dalla nascita del filtro abitacolo, gli autoriparatori specializzati in aria condizionata non hanno avuto mai alcun problema a sostituire regolarmente i filtri abitacolo, in quanto spiegavano la necessità della sostituzione periodica (il filtro s’intasa) per il corretto funzionamento dei componenti della ventilazione e climatizzazione. Il problema lo hanno sempre avuto gli altri autoriparatori, che hanno conosciuto il filtro abitacolo per gli effetti “salutistici” per via della definizione di “antipolline”, trascurando i fattori di “permeabilità” e “sigillatura” indispensabili per il buon funzionamento del climatizzatore in tutte le condizioni. Nessun automobilista rifiuta di sostituire i filtri del motore poichè un danno al motore supererebbe il risparmio dei filtri non sostituiti.

    Più che il controllo della saturazione (difficile da effettuare senza appositi strumenti) è importante rispettare le indicazioni del costruttore del filtro e le lamentele dei clienti: il costruttore conosce il periodo medio di intasamento, il cliente “sente” che non arriva più aria e che quella che arriva maleodora.

    MAGNETI MARELLI: Sicuramente gli autoriparatori non hanno saputo sfruttare le opportunità di mercato, spinti forse anche dalla difficoltà di sostituzione riscontrate sui primi modelli equipaggiati di filtro (scarsa accessibilità e parti in plastica da smontare molto fragili). Oggi il filtro è posizionato in molti casi all’interno della vettura, o comunque in posizioni facilmente raggiungibili. Il modo migliore per convincere l’automobilista dell’utilità del filtro e della sua sostituzione periodica, è quello di far visionare il filtro sostituito. Solo in questo modo si renderà conto che l’aria che respira nell’abitacolo della sua vettura dipende dall’efficienza di questo componente poco conosciuto.

    Sostegno alle vendite

    Visto che l’autoriparatore è un po’ “l’imputato” della situazione, abbiamo provato a verificare se i suoi fornitori di filtri hanno delle proposte concrete per aiutarlo a sviluppare questa opportunità di business.

    La ditta Valeo Service Italia non ha dubbi sul fatto che debbano essere gli autoriparatori a trasmettere al cliente l’importanza della manutenzione del filtro abitacolo, che purificando l’aria che penetra all’interno dell’auto, svolge un ruolo multiplo e così riassumibile:

    salute: evita l’insorgere di allergie e irritazioni;

    comfort: preserva la qualità dell’aria, la pulizia dell’abitacolo, nonché l’invecchiamento precoce dei componenti del sistema di aerazione/climatizzazione;

    sicurezza: garantisce una migliore visibilità, un corretto disappannamento dei vetri impedendo distrazioni dovute a irritazioni e allergie.

    Valeo Service Italia offre dunque un aiuto significativo per la diagnosi del filtro, uno strumento chiamato appunto AIR TEST VALEO che valutando il flusso d’aria attraverso il filtro offre una diagnosi immediata a cofano chiuso.

    I vantaggi sono evidenti: possibilità di diagnosi dall’interno del veicolo, risparmio di tempo evitando lo smontaggio per controllare l’efficienza del filtro abitacolo, semplicità di utilizzo, trasparenza nei confronti del cliente.

    La società ARVINMERITOR punta invece su gamma e informazione tecnica: “Questo mercato è nuovo e attualmente né i riparatori né i clienti sono abbastanza sensibilizzati al filtro abitacolo. Molti produttori non hanno ancora una gamma di filtri abitacolo molto vasta. Purolator ha scommesso su questo mercato e la sua gamma composta da 123 diverse referenze è accompagnata da documentazione tecnica rivolta non solo al riparatore, ma anche al consumatore finale. Consapevoli dell’importanza che la sostituzione periodica del filtro abitacolo riveste, i costruttori hanno incluso questo articolo nel libretto di manutenzione. In generale il veicolo è quindi ben seguito durante i primi anni della sua vita. Attualmente gli sforzi nel campo dell’informazione devono essere rivolti sia al consumatore finale sia al riparatore.”

    Alla luce di quanto detto fin qua si può tranquillamente affermare che l’informazione e la sensibilizzazione dell’automobilista rappresenta il problema comune a tutti i produttori di filtri abitacolo e che il loro vero alleato non può che essere l’autoriparatore. Chiarisce bene questo concetto quanto ci ha illustrato la società FILTRAUTO: “In effetti ci troviamo di fronte a un problema di mancanza di informazione del consumatore finale. Questi dovrebbe soprattutto essere messo in guardia rispetto alle conseguenze derivanti dalla mancata sostituzione del filtro, che vanno dalla drastica caduta della portata del sistema di ventilazione (mancanza di ricambio aria, vetri appannati) alla possibilità che il filtro non sostituito possa rilasciare spore dannose per il sistema respiratorio del malcapitato automobilista. E’ evidente che noi componentisti, presi singolarmente, non disponiamo delle risorse economiche sufficienti per comunicare in maniera efficace questi seppur semplici concetti. Forse un’azione comune farebbe bene a tutti. Ricordiamoci comunque che esistono delle raccomandazioni e delle regole d’uso, anche sul filtro abitacolo, contenute nei libretti d’uso e manutenzione dei veicoli.

    La qualità del prodotto

    Come sempre accade con qualunque parte di ricambio, i prodotti non sono tutti uguali, non solo perché la medesima funzione può essere svolta da elementi parzialmente differenti, ma anche e naturalmente perché la qualità dei materiali e delle finiture fa la differenza. Abbiamo chiesto alla ditta Tre Effe Quality (azienda praticamente monoprodotto e specializzata nei filtri di depurazione aria) di aiutarci a delineare gli aspetti più importanti di un prodotto di qualità. E’ necessario chiarire, innanzitutto, che il filtro abitacolo non è un accessorio, vale a dire un elemento non essenziale al funzionamento della vettura, bensì un autoricambio che deve essere sostituito circa ogni 15.000km per proteggere i componenti della ventilazione: dal radiatore del riscaldamento alla ventola, fino al costoso evaporatore delle auto climatizzate. Per questi motivi deve filtrare bene, sigillando la presa d’aria, ma allo stesso tempo garantendo il passaggio di una quantità di aria sufficiente al buon funzionamento dell’impianto di ventilazione e/o di climatizzazione (vedi legge CE 1400/2002 “garanzie”), e sufficiente soprattutto per le funzioni di sbrinamento e disappannamento del parabrezza in tutte le condizioni climatiche (vedi legge CE 78/317 “sicurezza”). Gli attuali filtri abitacolo si dividono in due categorie: senza carboni attivi e con carboni attivi. Entrambi i tipi riuscirebbero a fermare le particelle solide fino al 98-99% se garantissero la sigillatura del loro alloggiamento. Nel primo caso il materiale filtrante è costituito da un unico strato filtrante in carta, o misto in cellulosa + sintetico, o solo in sintetico (tessuto-non-tessuto). Nel secondo caso viene aggiunto del carbone attivo (fissato con collanti sintetici). Il carbone attivo può adsorbire sostanze gassose come il benzene, in percentuali variabili in funzione della quantità (variabile fra 0,1 e 1mm), del grado di espansione interna raggiunta tramite il processo di attivazione del carbone, nonché della superficie libera da collanti. Entrambi, specialmente i secondi, nonostante la pieghettatura, hanno una bassissima permeabilità al punto che, se garantissero la sigillatura, non riuscirebbero a rispettare le normative CE sopraindicate, per questo possono risultare anche dannosi. Inoltre, con l’umidità, la cellulosa marcisce causando cattivi odori. Il problema della bassa permeabilità naturalmente va risolto, perciò è facile riscontrare anche sulla maggior parte dei filtri originali quanto segue: manca la guarnizione o, se c’è, si stacca perché fissata con collanti deboli; manca il telaio e, con l’umidità e la spinta dell’aria, si deformano creando dei by-pass; vi sono addirittura dei fori (by-pass) realizzati di proposito già sui filtri nuovi.

    Dubbi a prima vista

    Appurato che i filtri non sono tutti uguali e altrettanto validi, è possibile ricavare una valutazione sulla loro qualità semplicemente osservandoli? In pratica cosa deve fare l’installatore per operare una scelta oculata e cosa possono fare i costruttori di filtri per offrire ai loro clienti testimonianze e garanzie sulla validità dei loro prodotti?

    SOGEFI: La prova visiva nel caso dei filtri abitacolo non ha rilevanza. Ci sono piuttosto le certificazioni delle caratteristiche tecniche dei prodotti che determinano la differenza qualitativa tra un filtro e l’altro e non ultimo l’omologazione della casa costruttrice per la fornitura in primo impianto. A tale proposito il nostro Gruppo collabora direttamente con le case costruttrici e i fornitori degli impianti di condizionamento per sviluppare con loro prodotti sempre più efficienti, non solo per il trattenimento delle particelle inquinanti, ma anche degli odori sgradevoli che penetrano nell’abitacolo dall’esterno.

    TRE EFFE QUALITY: I nostri filtri sono coperti da brevetto europeo e offrono: a) elevata permeabilità (una garanzia reale per rispettare le norme CE); b) la presenza su tutti i modelli della guarnizione (fusa col telaio) e del telaio, indispensabili per garantire la perfetta sigillatura; c) la quantità di carbone attivo (da 5 a 10mm) su tutti i modelli; d) il materiale filtrante che, essendo totalmente sintetico, non causa cattivi odori; e) la sicurezza a norma CE 317/1978, in condizioni estreme, è certificata dal TÜV; f) la permeabilità e l’efficienza contro le polveri è certificata dal Politecnico di Torino; g) l’efficienza contro il benzene è certificata da un laboratorio SINAL.

    GEROIL: Osservando il filtro è difficile stabilire se si tratta di un prodotto di buona o cattiva qualità, forse agli occhi esperti di un tecnico piccole differenze possono essere identificate subito, ma agli occhi dell’utente sicuramente no. Per quanto ci riguarda, abbiamo adottato una politica di trasparenza che nessun produttore ci risulta sino ad oggi stia adottando: consegnamo a ogni nostro cliente le specifiche della materia prima usata per la costruzione del prodotto in questione (e ciò non solo per i filtri abitacolo, ma per tutta la nostra produzione: filtri aria motore e filtri industriali). A tale proposito mi preme sottolineare che non consegniamo delle specifiche costruite da noi e su nostra carta intestata, ma redatte dal produttore della materia prima e su sua carta intestata, questo per prevenire eventuali dubbi da parte dei nostri clienti. In questo modo chiunque può portare in qualsiasi laboratorio di analisi il prodotto da noi acquistato, consegnare le specifiche allegate e verificare la veridicità di quanto ricevuto.

    CAMPI: Già a prima vista è possibile comprendere un primo grado di qualità. La presenza dei rinforzi, le maniglie di presa, il tipo di bordo laterale, ecc., denotano sicuramente la qualità estetica e funzionale del filtro. Quest’ultima soprattutto è molto importante, e non va mai trascurata. Purtroppo, molti produttori tendono a semplificare eccessivamente il filtro per renderlo più economico e, questa strategia discutibile, si riversa inevitabilmente sull’autoriparatore e di conseguenza sul cliente. Per esempio un filtro senza maniglie di presa diventa estremamente complicato da sostituire, uno senza rinforzi in testa non farà tenuta e quindi sarà molto meno efficiente.

    Ben più difficile invece è riconoscere la qualità dei materiali filtranti. Infatti, vi sono materiali che pur avendo lo stesso aspetto esteriore, e che magari provengono dallo stesso produttore, riservano caratteristiche e componenti molto differenti l’uno dall’altro. I materiali filtranti idonei a produrre filtri aria abitacolo sono molto costosi, perché non contengono elementi che potrebbero essere tossici e questo fa sì che qualche produttore poco serio sia tentato dall’impiegare materiali meno idonei, ma molto più economici. Per quanto ci riguarda noi forniamo a tutti i nostri clienti certificazione sulla conformità dei materiali da noi impiegati

    MANN+HUMMEL: A volte i filtri mostrano una cattiva geometria del mezzo filtrante o sono visibilmente sigillati male, ma le vere e grosse differenze di prestazioni possono essere testate solamente utilizzando specifici banchi di test per la misura dell’efficienza di separazione. Mann Filter si attiene rigidamente alle specifiche delle case costruttrici, verificando l’efficienza dei suoi filtri aria abitacolo sui propri banchi di test (di particelle e assorbimento) e investendo continuamente nella ricerca e sviluppo mirati a migliorare la qualità del prodotto.

    Le difficoltà in Aftermarket

    In ogni modello d’auto il filtro aria abitacolo viene collocato in posizione diversa e naturalmente la sua forma cambia con tale collocazione. Oltre alla forma in certi casi anche il mezzo filtrante viene progettato appositamente per una determinata vettura. Operare in Aftermarket significa perciò offrire tante referenze quasi quanti i modelli di auto circolanti. Tutto ciò rappresenta oggettivamente un grado di complessità notevole per tutti gli operatori, grandi e piccoli. Innanzitutto risulta complessa la gestione dello stock di magazzino soprattutto riguardo a quei codici che hanno bassa movimentazione e lotti di produzione elevati.

    AUTOCLIMA: Effettivamente è molto complesso gestire una gamma di filtri così vasta, però crediamo che sia fondamentale per un’azienda come la nostra, coprire le esigenze di quasi tutto il parco circolante, con un servizio attento e un prodotto di estrema qualità. In più per supportare le officine forniamo un manuale che agevola il lavoro degli installatori, fornendo la nostra referenza, la referenza di origine, le misure del filtro e la collocazione dello stesso all’interno dell’abitacolo; in questo modo molti dei problemi relativi alla varietà dei modelli decadono.

    FILTRAUTO: In effetti i differenti filtri abitacolo presenti sul mercato sono costruiti secondo forme sovente alquanto bizzarre. Questo rappresenta certo una sfida, sia in termini di industrializzazione dei diversi formati, che in termini di economicità di realizzazione e di “time to market”. Opportune scelte industriali ci hanno consentito di superare questi ostacoli grazie anche alla delocalizzazione delle produzioni a più alto contenuto di manodopera. Nei confronti dell’installatore abbiamo realizzato una pratica guida di montaggio che consente una rapida identificazione dell’ubicazione del filtro.

    BSB FILTRI: La standardizzazione dei modelli consentirebbe in effetti notevoli vantaggi di gestione prodotto, a livello di scorte magazzino, nonché di gestione a catalogo. Dall’altra parte, forse, non guasta nemmeno l’abitudine diffusa di continuare a cambiare modello di filtro per quasi ogni nuova autovettura, in quanto ciò consente soltanto alle realtà più importanti di poter seguire il ritmo del mercato, mantenendo più contenuti i volumi per singolo particolare e non consentendo a produttori così detti “cantinari” di trovare spazio sul mercato magari puntando su un solo modello di filtro in produzione!

    GEROIL: Effettivamente la gamma dei filtri abitacolo attualmente in circolazione è enorme e per noi restare sempre aggiornati rappresenta un grande sforzo finanziario e produttivo: la nostra gamma su questo specifico prodotto è sicuramente importante e ci collochiamo fra i pochissimi produttori con una gamma di circa 180 riferimenti diversi e 250 applicazioni. La grande difficoltà si trova nel dover fare gamma per tutti quei filtri abitacolo che hanno il telaio in plastica, specialmente per le applicazioni giapponesi e coreane, perché questo comporta la creazione di uno stampo estremamente costoso. Attualmente i volumi offerti non sono tali da giustificare, per tutti i modelli con telaio in plastica, un impegno finanziario così importante, anche perché è nostra convinzione che detti telai nel prossimo futuro spariranno. Creano infatti problemi di smaltimento e verranno soppiantati dai più semplici filtri con cartoncino.

    Gli anni a venire

    Intervistando le aziende che hanno offerto il loro contributo alla realizzazione del presente servizio, abbiamo riscontrato una generale conoscenza approfondita del mercato. I loro problemi sono parsi ricorrenti e comuni, primo tra tutti riuscire a rendere più consapevole l’automobilista sull’importanza dei filtri per la sua salute e per il buon funzionamento della sua auto, in modo da creare una domanda dal basso. Secondo alcune indagini è emerso però che sebbene il 70% degli automobilisti ignorino o non si curino dei filtri abitacolo, gli stessi percepiscano i benefici apportati in seguito alla loro sostituzione. Insomma c’è da ben sperare per il futuro ed è facilmente intuibile quale enorme potenziale di business detenga il mercato del ricambio per i filtri abitacolo… 1 o 2 filtri all’anno per ogni veicolo circolante!

    Attualmente il mercato mondiale più interessante e più promettente per l’immediato futuro è sicuramente quello europeo, che vede in testa la Germania (tradizionalmente attenta a tutto ciò che riguarda la salute e l’ecologia) e a seguire Francia, Italia e Spagna. Gli operatori si aspettano però un enorme sviluppo nell’arco di 10 anni soprattutto negli Stati Uniti.

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