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domenica, 05 Maggio 2024
  • Più di 2milioni le famiglie povere in Italia

    Nel 2011, le famiglie in condizione di povertà relativa sono in Italia 2 milioni 782 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6 per cento dell’intera popolazione. Il preoccupante dato emerge dal terzo rapporto sulla coesione sociale elaborato da Inps, Istat e Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nel corso degli anni, la condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno e per le famiglie con membri aggregati, dove convivono più generazioni. Nel 2011, l’incidenza della povertà relativa, dice il report, è pari al 27,8 per cento fra i minorenni se questi vivono con i genitori e almeno due fratelli (10,1% se si fa riferimento alla povertà assoluta), mentre è pari al 32% (18,2% nel caso della povertà assoluta) se vivono in famiglie con membri aggregati.

     

    La povertà relativa mostra alcuni segnali di miglioramento fra gli anziani; tuttavia, una vulnerabilità in termini economici permane soprattutto nel Mezzogiorno, dove risulta relativamente povero il 24,9% degli anziani (7,4% quelli assolutamente poveri).  L’indicatore sintetico “Europa 2020”, che considera le persone che sono a rischio di povertà o di esclusione sociale, è cresciuto per l’Italia dal 26,3 per cento del 2010 al 29,9 per cento del 2011, un livello significativamente superiore alla media europea. La variazione negativa di 3,3 punti percentuali è la più elevata registrata nei Paesi compresi europei.  Nel 2010, in Italia è materialmente deprivato il 25,8 per cento delle famiglie residenti nel Mezzogiorno, (contro il 15,7 della media nazionale), valore che raggiunge il 30 per cento in Sicilia e in Campania.  Segnali di peggioramento si osservano per le famiglie che non si possono permettere di riscaldare adeguatamente l’abitazione (che passano dal 10,6% del 2009 all’11,5%) e per quelle che arrivano con molta difficoltà alla fine del mese (dal 15,3 al 16%).

     

    Risultano invece sostanzialmente stabili le quote di famiglie che non si possono permettere una settimana di ferie lontano da casa almeno una volta all’anno e non possono far fronte a una spesa imprevista con mezzi propri. Nel Mezzogiorno il rischio di povertà o di esclusione sociale supera la media nazionale di circa 15 punti percentuali (39,5% contro 24,6%) ed è più del doppio rispetto al valore del Nord (15,1%); inoltre è maggiore fra le famiglie con tre o più figli (37,1%) e fra quelle monogenitore (35,7%).

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