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  • Gli incentivi tolgono valore al mercato

    Non è vero che gli incentivi del 2009 abbiano mantenuto il mercato dell’auto sugli stessi livelli di prima della crisi. È quanto emerge dalla ricerca sul Mercato Auto a Valore elaborata dal Centro Studi Fleet&Mobility e presentata anche quest’anno nel corso del summit "La Capitale Automobile", venerdì 22 ottobre a Roma, alla presenza dei massimi esponenti del sistema automobilistico.

    Misurando la domanda in base al valore delle transazioni, invece che in base alle targhe, gli italiani nel 2009 hanno speso 34,8 miliardi di euro per acquistare un’auto nuova, il 9% in meno rispetto ai 38,1 miliardi del 2008 (in rapporto ai 44,9 miliardi del 2007 – anno record – in due anni il mercato ha ceduto oltre il 22% in valore).

    Avendo immatricolato lo stesso numero di vetture (2.170.000, sia nel 2009 che nel 2008), la differenza è imputabile agli incentivi e alla crisi. In primo luogo, gli incentivi hanno orientato la domanda verso le auto di fascia bassa, dal valore unitario molto contenuto: il valore medio delle vetture immatricolate nel 2009 risulta inferiore del 4% rispetto al valore medio delle vetture immatricolate l’anno precedente. Le flotte, dal canto loro, non beneficiando degli incentivi, hanno subito interamente la crisi, orientandosi alla prudenza e acquistando meno auto: poiché le flotte scelgono modelli di fascia media e medio-alta, la loro mancanza ha abbassato il valore medio delle immatricolazioni.

    L’altro effetto degli incentivi – più diretto – è che lo Stato (i contribuenti) si è accollato una parte del prezzo delle vetture. Si tratta in totale di 2 miliardi e 243 milioni di euro che il mercato non ha dovuto sborsare e che vanno per questo sottratti alla giusta misurazione della domanda. Certo, va doverosamente aggiunto che gli incentivi hanno portato come risultato circa 400mila vetture immatricolate in più incentivi che hanno spiegato i loro effetti anche nel 2010, tenendo artificialmente alto il primo trimestre e deprimendo i successivi tre (sempre artificialmente, visto che ogni promozione in un mercato di sostituzione ha principalmente l’effetto di indurre i consumatori ad anticipare acquisti che avrebbero fatto in seguito).

    Secondo il Centro Studi Fleet&Mobility, il mercato 2010 dovrebbe chiudere intorno a 1.970.000 immatricolazioni (-9% rispetto al 2009), che però in valore corrisponde a un calo di appena il 3% (circa 33 miliardi e 900 milioni i soldi che avranno sborsato gli italiani a fine anno).

    Anche per il 2010, tale risultato va letto alla luce degli incentivi e della, pur timida, ripresa economica. Le flotte stanno incrementando gli acquisti del 13%, spingendo in alto il valore unitario medio delle immatricolazioni, mentre per i privati si prevede che segnino alla fine un -15% in volume: il calo del -9% in volume si riduce al -7% in valore solo a causa del mix dei modelli. I minori incentivi (solo per i primi 3 mesi dell’anno) hanno abbassato di meno il valore delle vendite, portando il calo in valore dal -7% lordo al -3% netto.

    25/10/2010
    ilsole24ore.com

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