Al primo gennaio 2013 circolavano in Italia 37 milioni di autovetture. Da un’elaborazione del Centro Studi Continental, un terzo (per l'esattezza il 33,68%) dell' importante parco auto nazionale è costituito da autovetture euro 0, euro 1 ed euro 2. Cioè da vetture immatricolate prima del 2001 e che hanno livelli di sicurezza e di inquinamento molto lontani da quelli dei modelli di più recente produzione. Altro elemento, che emerge dal report, è che anche per quanto riguarda le dotazioni di autoveicoli persistono forti differenze tra il Nord ed il Sud del Paese. Non a caso la regione con il parco più inquinante è la Campania, seguita da Calabria e Basilicata, mentre la regione in cui il tasso di inquinamento del parco è più basso è il Trentino Alto Adige, seguito da Toscana e Lombardia. Il Mezzogiorno, dicono gli analisti Continental, sta (da molto tempo) subendo una penalizzazione anche per quanto riguarda la sicurezza e i livelli di inquinamento degli autoveicoli, ma anche considerando l’Italia nel suo insieme la situazione non è certamente soddisfacente. Una vettura su tre è infatti altamente inquinante e poco sicura. A ciò si aggiunge che nel prossimo futuro la situazione è destinata a peggiorare perché la crisi economica induce a rinviare a tempi migliori moltissime sostituzioni di auto decisamente datate. In passato un grande contributo allo svecchiamento del parco circolante italiano è venuto dalle campagne di incentivi alla rottamazione. Date l'attuale situazione economica e le prospettive a breve-medio termine, non è probabile che nel prossimo futuro vi siano nuovi incentivi per sostituire le auto più vecchie. Occorre dunque nell’immediato, prospettano i ricercatori, puntare su altri interventi che possano incidere positivamente sulla sicurezza e sulla compatibilità con le esigenze dell’ambiente delle auto circolanti. Molto importante da questo punto di vista è mantenere in buone condizioni di efficienza anche i veicoli più vecchi con adeguati interventi di manutenzione.