Il prelievo fiscale sulla filiera automotive nel 2012 si attesta a 72,73 miliardi di Euro, con una crescita del 3,8% rispetto al 2011, anno in cui già si erano superati i 70 miliardi di Euro (+4,8% sul 2010). A causa di una crescita più contenuta del totale delle entrate tributarie nazionali negli stessi anni (+1,7% nel 2011 e +2,6% nel 2012), la percentuale rappresentata dal prelievo sul settore è salita, passando dal 16,3% nel 2010, al 16,8% nel 2011, fino a raggiungere il 17% nel 2012. “La fiscalità automotive ha quindi, purtroppo, contribuito per un punto percentuale in più al gettito tributario complessivo in soli quattro anni (era del 16% nel 2009) – ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – e la sua incidenza sul PIL continua ad essere la più elevata tra i principali Paesi europei: 4,4% contro una media del 3,3%. Il contenimento dei costi di possesso e di utilizzo dei veicoli sono il primo importante passo da compiere per rilanciare”. Inoltre – ha concluso Vavassori – non dimentichiamo che il Codice della Strada stabilisce che almeno il 50% dei proventi delle multe incassate dagli enti locali venga utilizzato per migliorare la sicurezza, investendo il 25% nella manutenzione stradale, il 12,5% nella segnaletica e il 12,5% nei controlli sulle strade. Non esiste, tuttavia, un sistema di verifica di questi investimenti che gli enti locali dovrebbero Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica mettere annualmente a bilancio. Così, a fronte di uno sforzo costante da parte dei produttori per accrescere gli standard di sicurezza dei veicoli, e ridurre l’incidentalità e la mortalità sulle strade, purtroppo le infrastrutture stradali italiane risultano ancora al di sotto degli standard europei di sicurezza, facendo perdere competitività all’Italia nel confronto internazionale”.