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sabato, 27 Aprile 2024
  • Tuning, perchè non farne una professione ?

    L’ho scritto in un precedente pezzo. Ritengo il “Tuning” tutto ciò che il mercato e la legislazione italiana non considerano più. Cioè uno strumento di business positivo per il comparto auto, un mezzo per promuovere nuove professionalità e per corroborare quelle esistenti oltreché, come dimostrano le statistiche dei mercati dove il Tuning produce numeri e realizzazioni interessanti, una cartina al tornasole del risultato economico globale : in parole povere, dove il Tuning è un settore in salute, anche il mercato auto mediamente soffre meno che in Italia. Solo una casualità ? Vale su tutto la considerazione che proprio nel continente della motorizzazione di massa, il Tuning nasce e prolifica fin dagli anni Cinquanta, mentre decisamente meno fortunata è stata finora, invece, la sua carriera nel nostro Paese.

    To Tune”, voce del verbo “non solo ritoccare”

    Tuning autoLa riflessione che voglio fare, su un settore di mercato che in Italia darebbe lavoro a tanti, prende in esame il fatto che forse oggi una attività di “Tuning” (sebbene professionale ed organizzata industrialmente) varrebbe la pena di idealmente  “parificare” il comparto auto a quello delle moto, dove non solo la frontiera delle “Special” ha raggiunto ormai numeri e fatturato invidiabile a confronto dei numeri di mercato, con addirittura marchi e firme che si sono cimentate nella produzione di specifiche serie produttive. Ma dove addirittura si potrebbe raccontare la storia di Costruttori storici che, proprio grazie alla elaborazione specialistica ed artigianale, si sono salvate dal possibile fallimento. Mentre invece sulle quattro ruote “Tuning” fa rima in genere solo con violazioni al Codice della Strada e con le peggiori sanzioni. E mettiamoci pure dentro che nel cosiddetto “mercato” delle auto nuove, tra contratti di acquisto a valore minimo garantito e con il sempre più frequente ricorso al noleggio, le opportunità per “aggiungere” parti diverse dal prodotto di serie, fossero anche accessori di qualità come impianti atereo, frenanti, ammortizzatori o cerchi in lega, vengono osteggiate dalle obiezioni dei dealers all’atto della restituzione dell’usato.

    Personalizzare per valorizzare: ci avete pensato?

    motore autoEppure, guardiamo l’attuale struttura del mercato auto italiano. Dietro, una quantità industriale di “autoimmatricolazioni” (anche su modelli di alto rango) che Dealers e Costruttori sono stati costretti a fare per raggiungere i targets commerciali. Davanti, le incognite legate sia al futuro dell’auto elettrica, che al destino ed ai valori residui delle motorizzazioni convenzionali. In mezzo a tutto questo, la possibilità rinnovata e concreta che con il ritorno ad una produzione di qualità per moltissimi accessori e parti elaborate, nonché la crescita di nuove professionalità, possa generare nuovo valore sulle auto sottoposte ad opportune “personalizzazioni”, grazie anche al supporto della rete, con il contributo di appassionati ed organizzatori di eventi dedicati.

     

    Il vecchio “Gruppo A”: la dimensione “nobile” del Tuning

    modificare autoSegno dei tempi : oggi dici “Tuning” e subito pensi a mappature, centraline, fanaleria e car audio. “Ai miei tempi”, il “Tuning” ti faceva pensare….alla tela abrasiva. Si, quella con cui pazientemente potevi lucidare e appianare condotti e collettori, oppure alleggerire apparati e componenti di motore, cambio o scocca. E quando nel 1982, la Federazione Internazionale dell’Automobile (la FIA) definiva con il “Gruppo N” la categoria sportiva più vicina alla produzione di serie per gare in pista e nei rally. Eppure, nonostante i vincoli e le limitazioni imposte dai regolamenti, ogni auto del Gr. N poteva vantare fino al 30  per cento di chili in meno nonché fino al 20 per cento di cavalli in piuù rispetto alla corrispondente versione di serie. Il segreto? Equilibratura, tornitura, “pallinatura”, cromatura, lucidatura, e ovviamente ritocco del diagramma di alimentazione e distribuzione. Questo per il motore, mentre per scocca e sospensioni si andava all’alleggerimento di quanto possibile ed alla sostituzione di ammortizzatori e impianto frenante. Su quelle esperienze sono nate e maturate delle vere eccellenze di preparatori, sia in Italia che all’estero, a partire da origini davvero “di strada” come ad esempio nel caso di officine di rettifica trasformate in factory di preparazione auto. E allora, perché non tornare a quella bella dimensione di capacità e passione anche per i clienti stradali (nel rispetto ovviamente delle norme…) ?

    Riccardo Bellumori

     

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