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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Ricambi falsi: reato di ricettazione per chi vende online

    In un mercato sempre più online anche l’acquisto dei ricambi assume una veste marcatamente digitale. Su eBay viene venduto un articolo ogni 7 secondi e  ogni ora, invece, 203 pezzi di ricambio per auto. Ma cosa capita se sul web si compra un ricambio contraffato? Nel caso in cui dovesse essere intercettato dalle Forze dell’Ordine può esserci il rischio di un procedimento penale? A queste domande risponde una sentenza della Cassazione del 2012 e pubblicata/argomentata sul sito La Legge per Tutti. Per far luce sul tema, bisogna scindere le posizioni del venditore e dell’acquirente.

    I rischi per chi compra

    Per la legge, chi compra su internet un ricambio falsificato non ha alcuna responsabilità penale. Sarà soggetto solo ad una sanzione amministrativa (multa). Dunque l’automobilista salva la propria fedina penale. Ma i problemi sono altri. Nel caso in cui il prodotto non giunga a destinazione non potrà mai essere intentata una causa per il rimborso, essendo l’oggetto della transazione illegale. Inoltre c’è l’aspetto della sicurezza. Se l’autoricambio non è conforme alle caratteristiche dettate dal Costruttore in primo equipaggiamento, scatta il reale pericolo che l’automobile non passi la consueta verifica di revisione.  

    I pericoli per chi vende

    La situazione cambia per chi vende pezzi contraffati. Chi lo fa commette il reato di ricettazione. Illecito che si materializza solo se il commerciante (che poi rivende) deve avere la consapevolezza di acquistare un autoricambio falso. “Circostanza – spiega l’articolo del portale –  che, comunque, si può banalmente evincere non solo dal prezzo palesemente più basso rispetto al prodotto originale, ma anche dal fatto che il sito non risponda a quello della casa madre”.

    Si acquista ma in buona fede

    Cosa capita se l’autoriparatore acquista sul web in buona fede un pezzo di ricambio falso o rubato? La sentenza della Cassazione indica tale comportamento come una contravvezione, classificandolo come un incauto acquisto.

    Asconauto

    Ben 1500 posti di lavoro che si sarebbero avuti in più nei canali di produzione ufficiali e  51 milioni di imposte indirette non versate, considerando anche l’indotto. Sono i danni socio economici correlati alla contraffazione delle parti di ricambio d’auto. Per arginare e combattere questo fenomemo c’è AsConAuto. L’Associazione Nazionale Consorzi Concessionari Auto, presieduta da Fabrizio Guidi (nella foto),  da sempre è impegnata in un’azione capillare ed incisiva tesa allo sviluppo ed alla promozione del ricambio originale. Giunto al suo 15esimo anno di età, l’organismo ribadisce il successo del suo progetto associativo.  “Noi che siamo proprietà degli  843 Concessionari, soci dei nostri 20 Consorzi – osserva il presidente Guidi-  sviluppiamo ogni anno il fatturato per i nostri autoriparatori, che ormai sono  17.490 e il primo semestre di risultati  registrati  ribadisce,   ancora  una volta, la crescita del volume d’affari  che aumenta del  14 per cento con un  risultato che ha superato i  251 milioni di euro di ricambi originali fatturati. Dal 1996 a oggi sono stati distribuiti ricambi originali per un valore netto che oltrepassa i 4 miliardi di euro. Un risultato che ci inorgoglisce. Un dato da rilevare con soddisfazione è che la rete incassi realizzata dall’Associazione garantisce una soglia d’insolvenza nella riscossione prossima allo zero. Il supporto fornito dai ricambi è una parte essenziale del business dei dealer  e lo sarà sempre di più,  così come tutto il post-vendita“. Stef. Belf.

     

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