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sabato, 18 Maggio 2024
  • “E corriiiiii”. Ad urlare saranno le tue scarpe

    Sei pigro? L’attività fisica ti piace ma hai bisogno di un motivatore? Forse un giorno potrai portare in giro con te il tuo personal trainer. Le tue scarpe parlanti saranno il tuo coach, il tuo mister, il tuo compagno o la tua coscienza. Ambizioso è il prototipo studiato da Google e Adidas presentato al South by SouthWest (SXSW), il festival di creatività tecnologica che si tiene ogni anno a Austin, in Texas. Apparentemente sono semplici scarpe da basket con un modello comune, ma in più portano sulla linguetta un software. Potremmo chiamarle smartshoes, calzature intelligenti dotate di giroscopio, accelerometro e sensore di movimento. Queste scarpe monitorano costantemente il movimento e non appena intuiscono un segnale di stanchezza, pause troppo prolungate o una scarsa attività motoria, entrano in azione. Incominciano ad interagire mediante le 250 frasi memorizzate nel database: “Datti una mossa, sto mettendo le radici”, “fare una corsetta”, “fare una partita a basket” e tante altre. Il tono è di quelli imperativi, tipici di un sergente della marina militare che non tollera la fiacchezza e che si infervora se non si fa quello che ci chiede.

     

    Ma per i più oziosi se neanche questo bastasse? Se in fin dei conti “perché dovrei ascoltare le mie scarpe”? Per bypassare anche questa tipologia di individui si è trovata una soluzione opportuna per rendere efficace l’operato delle scarpe hi-tech. Se neanche da solo riesci a sentirti spronato, forse è solo la competizione con altri che potrebbe darti al carica giusta. E’ stato, quindi, pensato di creare un’applicazione scaricabile sul proprio smartphone che pubblica i risultati ottenuti durante l’allenamento sul web, collegandosi alle scarpe tramite il bluetooth. «L'applicazione posta tutti i risultati sul tuo profilo così i tuoi amici possono vedere come tratti le scarpe e cosa loro dicono di te», racconta Leif Percifield di YesYesNo, la startup che ha sviluppato il sistema insieme ai due colossi. Ed aggiunge: «Queste scarpe non registrano i dati ottenuti. Qui avviene tutto in tempo reale, dicendoti in faccia ciò che pensano di te e come ti stai comportando». Pare che le scarpe siano totalmente autonome. L’unica opportunità che si ha per non essere umiliati e massacrati da loro, è quella di premere il tasto off. Forse rimarrà solo uno dei tanti prototipi relativi alla tecnologia indossabile ma non ancora di larga diffusione, come i Google Glass, l’iWatch o il braccialetto di Nike che registra gli avanzamenti a livello sportivo. Ma è sempre piacevole sperare che un giorno possano essere oggetti di uso comune.


    FONTE: mondoinformazione.com

     

     

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