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sabato, 04 Maggio 2024
  • DAI RIVENDITORI DI RICAMBI AI BAR AGLI AGENTI IMMOBILIARI, GLI STUDI DI SETTORE

    Il fisco conta di incassare 4,8 miliardi nei prossimi tre anni (2,4 nel 2005) da questa operazione di ”manutenzione” degli studi di settore. Ma l’ adeguamento, che ovviamente terra’ conto della crescita dei prezzi e quindi dei ricavi, sara’ effettuato categoria per categoria con l’ausilio delle associazioni interessate. Si terra’ conto, cosi’, non solo delle dinamiche di sviluppo ma – se ci sono state – anche di quelle di crisi dei diversi comparti. Come dire: non e’ detto, anche se appare talvolta scontato, che la revisione portera’ ad un maggior prelievo fiscale.

    La platea di lavoratori interessati all’ adeguamento degli studi di settore – che il fisco utilizza per calcolare i ricavi dei singoli contribuenti – e’ ampia e parte dalle categorie che li hanno applicati nel primo anno; cioe’ li hanno utilizzati per pagare le tasse con la dichiarazione dei redditi 1999, sui guadagni dell’ anno precedente. E’ infatti proprio la relazione tecnica alla finanziaria a fare riferimento al fatto che tra il 1998 e il 2003 i ricavi degli studi di settore erano inferiori di circa 6 punti percentuali rispetto alla dinamica dei prezzi correnti, cioe’ dell’ inflazione. Il differenziale medio nel periodo 1998-2002, rispetto al 2003 – ha calcolato il governo – e’ del 4,36%.

    I primi a doversi confrontare con l’ aggiornamento degli studi saranno soprattutto artigiani e commercianti. Nutrita e’ la pattuglia degli artigiani del settore automobilistico: la revisione del meccanismo di prelievo tocchera’ i meccanici, i carrozzieri, i gommisti e gli elettrauto, nonche’ riparatori di biciclette e motorini. I conti saranno rifatti anche per barbieri, parrucchieri e saloni di bellezza oltre che su una nutrita pattuglia di pubblici esercenti: dalle rosticcerie alle pizzerie, dai ristoranti ai bar, dalle osterie alle pasticcerie passando per le gelaterie e le birrerie con cucina.

    La modifica degli ”Studi di Settore” sara’ certamente al rialzo per le agenzie immobiliari: anche loro hanno adottato questo strumento nel 1998 e allora i prezzi degli immobili, sui quali si applicano le percentuali di intermediazione, erano sensibilmente piu’ bassi di quelli attuali. Saranno adeguati, poi, gli ”studi” delle ditte di pulizia, quelli dei restauratori di oggetti artistici e quelle degli imbianchini.

    Per il commercio i primi aggiornamenti riguarderanno gli ambulanti di generi alimentari e bevande ma anche quelli di tessuti, di borse e di calzature. Saranno poi ricalcolati i guadagni dei negozi di dischi, quelli di strumenti musicali, di casalinghi e di prodotti elettrici. Anche i negozianti di elettrodomestici sono nella prima lista dei lavoratori che saranno sottoposti alla ”manutenzione” della base imponibile: per loro i conti non saranno facili, visto che tra il 1998 ed oggi alcuni beni hanno visto crollare i loro prezzi (e’ il caso dei telefonini) mentre altri sono aumentati (ad esempio i televisori).

    Anche alcune tipologie di piccole imprese, che sono state tra le prime a sperimentare gli studi, saranno in testa alla lista dell’ adeguamento. E’ il caso dei produttori di gelati, quelli di biscotti o di pasticcini; dei mulini; delle piccole fabbriche di calzature, di mobili per uffici, di sedie e di divani.

    La norma della finanziaria stabilisce che l’ aggiornamento dei dati utilizzati per gli studi di settori debba essere fatto, in accordo con le categorie, a partire dal quarto anno successivo alla prima applicazione. Cosi’ potrebbero rientrare nella revisione anche le categorie che hanno usato gli ”studi” solo dal 2000, applicandoli sui redditi del 1999. La platea, in questo caso, si allargherebbe ulteriormente. E a dover fare i conti con i nuovi calcoli del Fisco dovrebbero essere i campeggi ma anche le lavanderie, i giocattolai ma anche i negozi di articoli sportivi, le profumerie e i produttori di cappelli, i ceramisti e i rivenditori di ricambi per automobili

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