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venerdì, 17 Maggio 2024
  • Nuova stangata sull’auto benzina alle stelle e superbollo

    Altro che superbollo sulle auto da oltre 170 kW: la stangata sul mondo dell’auto arriva dal caro carburanti. Una morsa a tenaglia che è sfuggita ai più ma che – leggendo nelle pieghe del decreto "Salva Italia" – emerge in tutta la sua durezza. E stavolta non saranno solo i ricchi che comprano GT da oltre 231 Cv a pagare queste tasse, ma tutta la povera gente.

    Dal prossimo gennaio infatti le Regioni potranno finanziare il trasporto pubblico locale con una accisa sui carburanti: più un cent al litro. Si prevede poi che dal primo gennaio 2012 l’imposta di fabbricazione sulla benzina salirà a 704,20 euro per mille litri, mentre quella del diesel a 593,20 euro per mille litri. Considerando anche l’effetto moltiplicatore dell’iva, l’impatto sui prezzi al consumo sarà di quasi 10 centesimi per la verde e di 13,6 centesimi per il gasolio.

    Rialzi sono previsti anche per il gpl (da 125,27 a 267,77 euro per mille kg) mentre per il metano auto si fissa un’imposta di fabbricazione pari a 0,00331 euro per mc. E ulteriori aumenti sono previsti poi a partire dal primo gennaio 2013, quando l’accisa sulla benzina salirà ancora a 704,70 euro per mille litri e quella sul diesel a 593,70 euro per mille litri.

    E poi c’è il superbollo, certo. La manovra spiega (testuale) che "a decorrere dai pagamenti dovuti dal primo gennaio 2012, per le autovetture è dovuta un’addizionale erariale della tassa automobilistica, pari ad euro venti per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a centosettanta chilowatt, da versare alle entrate del bilancio dello Stato".

    La tassazione sul lusso introdotto dal governo riguarda anche le imbarcazioni, aeromobili ed elicotteri. Ma già il fatto che un’auto di qualsiasi valore da 170 Kw, ossia da 231 cavalli, finisca in mezzo ad elicotteri e aerei fa capire il discorso… Le macchine con questa potenza da oggi sono supercar. E’ ufficiale.

                                                                                                               05 Dicembre 2011
                                                                                                                    repubblica.it

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