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lunedì, 29 Aprile 2024
  • Giornalismo e comunicazione: generazioni a confronto

    Da sempre giornalismo e comunicazione dialogano fra loro. L’uno ha bisogno dell’altra (e viceversa). Ma com’è cambiato questo rapporto nell’era del web 2.0? Nuove e vecchie generazioni di quotidiani, tv, pubbliche relazioni con blogger, influencer e siti specializzati  formano  un diverso tessuto, ricco di complessità e di difficile comprensione, anche per gli addetti ai lavori e meritano un rinnovato focus specifico di approfondimento tra esperti. Di questo se ne è parlato di recente nel talk show (tenutosi nel giorno inaugurale del salone dell’auto di Torino):  "Giornalismo e comunicazione: generazioni a confronto”, promosso  da #FORUMAutoMotive. Gremita la sala Zodiaco al Castello del Valentino. Tra i presenti, il presidente e il direttore generale di Unrae, Michele Crisci e Romano Valente, insieme a Marco Siragusa, dell'ufficio relazioni istituzionali, Marco Mauri (Aci). Ed ancora direttori della comunicazione e Pr manager delle Case auto e della componentistica, rappresentanti di agenzie di comunicazione e marketing, e numerosi giornalisti, blogger e operatori digital. Spesso nell’overload informativo, che genera oggi la rete, non è tutto attendibile e credibile. Anche il ruolo degli influencer, a cui deve tener conto l’attività di comunicazione d’impresa, può produrre contenuti senza dubbio virali ma  a volte di discutibile qualità.  di Ne sa qualcosa anche il mondo automotive. “Alle aziende del settore – spiega Pierluigi Bonora, fondatore di  #FORUMAutoMotive–  piacciono i comunicatori. Il boom del web nelle sue varie declinazioni, ma soprattutto i social in continua evoluzione hanno  permesso alle imprese  di trovare il modo di raggiungere più facilmente, con i propri messaggi, target mirati ai quali proporre le proprie offerte. Inoltre, le imprese vedono la crescente categoria dei cosiddetti influencer come importanti alleati. Al di là di personaggi conosciuti, che fanno valere tutti il peso della loro notorietà, per il resto si tratta di persone, soprattutto giovani, che nella maggior parte dei casi si sono inventate un lavoro: quello di dare giudizi, documentati con foto e video, su un determinato prodotto o avvenimento e diffondono il tutto in rete”. Ma quanto possono essere veritieri questi giudizi? E, soprattutto, quanto possono essere “influenzati” dalle stesse aziende, quelle che operano nell’automotive? Che attendibilità ha chi esprime questi pareri?. Questi gli interrogativi che si pone l’ex caporedattore de “Il Giornale” e tuttora opinionista della testata.

    “La rete – aggiunge Bonora (nella foto) –  è inondata di messaggi e giudizi dove non si capisce se quanto riportato sia farina del proprio sacco (di chi è al tablet o allo smartphone). All’apparenza non esistono limiti e anche regole. Il confine tra informazione (giornalistica) e comunicazione rischia così di scomparire”.  "C’è da chiedersi – conclude –  come le nuove generazioni di informatori (giornalisti) del settore automotive stiano crescendo e cresceranno. E quale futuro attenda i comunicatori. Occorre fare chiarezza. E l’Ordine dei giornalisti dovrebbe approfittare dell’occasione per portare verso la professione tanti giovani, tra i quali potrebbero nascondersi nuovi talenti”.

     

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