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giovedì, 02 Maggio 2024
  • Stranieri: una risorsa in tempo di crisi

    Gli stranieri rappresentano una risorsa per il territorio nazionale soprattutto in questo periodo di crisi: in Italia si contano oltre 2 milioni di lavoratori immigrati (il 9,8% del totale degli occupati), in sede di dichiarazione dei redditi notificano al fisco 41,6 miliardi di euro (pari al 5,3% del totale dichiarato) e pagano di Irpef 6,2 miliardi di euro (pari al 4,1% del totale dell’imposta netta).

    Ma rappresentano la parte di popolazione che maggiormente ha subìto gli effetti negativi della crisi (il tasso di disoccupazione straniero è passato dall’8,5% del 2008 all’12,1% del 2011), mostrano livelli di povertà più elevati (il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà) e le loro retribuzioni sono inferiori di oltre 300 € rispetto ai lavoratori italiani.

    Questi alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2012 realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri, presentato l’11 ottobre  presso il Polo Umanistico dell’Università Ca’Foscari di Venezia nel convegno dal titolo “L’immigrazione in tempo di crisi”.

     

    Il mercato del lavoro

    Dal 2008 al 2010 si è assistito in Italia ad un aumento del tasso di disoccupazione straniera di 3,5 punti percentuali passando dall’8,1 all’12,1 per cento e raggiungendo 310mila immigrati senza lavoro. Questo significa che nel biennio considerato un nuovo disoccupato su tre ha origini straniere. Per quanto riguarda gli occupati (che sono oltre 2 milioni di soggetti), per la maggior parte si tratta di lavoratori dipendenti (86,7%), giovani, inquadrati come operai (87,1%), dalla bassa qualifica professionale, nel settore del terziario (51,5%) e in aziende di piccola dimensione (il 54,6% lavora in imprese con meno di 10 persone).

     

    Retribuzioni dei dipendenti

    Un dipendente straniero guadagna al mese (dato quarto trimestre 2011) una cifra netta di 973 euro, oltre 300 euro in meno rispetto al collega italiano. Ha più possibilità di portare a casa una retribuzione più elevata l’immigrato che lavora nel settore dei trasporti (1.257 € al mese) a scapito di chi lavora nel settore dei servizi alle persone (717 € al mese), dove sono occupate maggiormente le donne.

    Redditi dichiarati e Irpef pagato

     In Italia si contano complessivamente 3,4 milioni di contribuenti nati all’estero (dati riferiti ai redditi del 2010) che dichiarano quasi 42 miliardi di euro: tradotto in termini relativi, si tratta dell’8,2 per cento di tutti i contribuenti e del 5,3 per cento del reddito complessivo dichiarato in Italia. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.481 euro (7mila in meno rispetto agli italiani) e si tratta quasi esclusivamente di redditi da lavoro dipendente. Nel 2010 i nati all’estero hanno pagato di Irpef 6,2 miliardi di euro (pari al 4,1% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.956 euro a testa. Ma gli stranieri beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi: infatti il 63,9 per cento dei nati all’estero che dichiara redditi paga effettivamente l’Irpef, contro il 75,5 per cento dei nati in Italia.

     

    Livelli di povertà

    Il 42,2 per cento delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà (dati 2010), contro il 12,6 per cento delle famiglie italiane. Il reddito percepito non permette loro di risparmiare appena 600 euro all’anno, dal momento che i consumi pareggiano quasi le entrate familiari. Entrate che provengono per il 90 per cento da lavoro dipendente e che vengono destinate, tra le altre cose, al pagamento dell’affitto, dal momento che appena l’13,8 per cento delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza.

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