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domenica, 28 Aprile 2024
  • In Italia continua la tragedia delle morti bianche

    A fine settembre erano 392, al 31 ottobre invece sono tragicamente aumentati arrivando a 445. Questi i numeri che definiscono la morte sul lavoro in Italia nei primi 10 mesi dell’anno. Tante, infatti, sono le vittime rilevate dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering di Mestre dall’inizio del 2012. Una strage senza fine e senza neppure una tregua. Perché si continua a morire di lavoro ogni giorno e più volte al giorno come testimoniano tristemente le statistiche: 53 i decessi registrati anche nel mese di ottobre da Nord a Sud del Paese.

     

    Ma nello scenario a dir poco sconfortante emerge un dato positivo, anche se non sufficiente ad arginare significativamente il dramma, ovvero il decremento degli infortuni rispetto allo scorso anno e pari al 3,8 per cento. Sempre l’agricoltura il luogo maggiormente ‘votato’ agli incidenti mortali,  seguito dall’edilizia; mentre le fasce d’età più colpite sono quella dei cinquantenni e degli ultrasessantacinquenni.

     

    Come se l’esperienza fosse sinonimo di sottovalutazione del rischio. E una delle immagini più drammatiche giunge dalla Lombardia, dove solo nel mese di ottobre si sono registrate otto morti bianche, portando il bilancio regionale delle vittime sul lavoro a quota 60 dall’inizio dell’anno. Seguono: l’’Emilia Romagna (55), la Toscana (38), la Sicilia e il Veneto (35), la Campania (31) e l’Abruzzo (25). Ed è proprio l’Abruzzo ad indossare la maglia nera nel Paese quando l’Osservatorio Vega Engineering analizza l’incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa. Rispetto ad una media nazionale pari a 19,5, fa registrare un indice di 50,7 (più del doppio della media della Penisola). Secondo il Trentino Alto Adige (38,3), terza la Valle D’Aosta (35,1), quarta la Calabria (33,1), quinta l’Emilia Romagna (28,4). Tra le province italiane sono Modena e Brescia a far rilevare il maggior numero di vittime sul lavoro con 17 decessi da gennaio a ottobre . Seconda è Torino (12), terze Salerno, Bolzano e Roma (11); 10 le vittime a Bergamo.  Mentre il più alto rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa viene registrato a Grosseto (93,5). Seguono: Benevento (80), Oristano (72,1), Crotone (69,1), Pescara (68), Avellino (62,1), Chieti (57,3) e Modena (55,9).

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