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lunedì, 29 Aprile 2024
  • La legge Sabatini diventa hi-tech

    MILANO – La misura di incentivazione più «vecchia» incontra gli investimenti più avanzati. La Sabatini per l’innovazione nelle Pmi è pronta a partire. Oggi pomeriggio nella sede dell’Abi sarà firmato il protocollo d’intesa «Diamo credito al futuro», tra l’associazione delle banche, Confindustria, Federcomin e Anie. Per incoraggiare gli investimenti delle piccole e medie imprese in Ict, l’accordo potrà contare sul fondo di garanzia istituito dai ministeri dell’Innovazione e delle Attività produttive: 160 milioni di euro per quattro anni, dal 2004 al 2007, che daranno vita a 1.798 milioni di euro di investimenti. L’intesa apre una nuova strada al finanziamento delle piccole e medie imprese. Sarà il loro fornitore, l’azienda che vende tecnologie, a «scontare» in banca le cambiali del proprio cliente, l’impresa che investe in Ict. Un passaggio importante per favorire l’accesso al credito, l’evoluzione tecnologica delle Pmi e rilanciare le aziende del settore. Insieme ai prodotti e ai servizi, il venditore fornisce il finanziamento. Il meccanismo analogo alla Sabatini è adottato per «l’acquisto di immobilizzazioni materiali, immateriali e servizi, nonché consulenze specialistiche nel settore Ict». Per l’acquirente, la piccola impresa, l’obiettivo è «l’aumento di efficienza e produttività, l’innovazione tecnologica e organizzativa, l’ampliamento del mercato» dell’acquirente. Il presidente di NetSystem, Arturo Artom, ovviamente è soddisfatto. Ha lanciato l’idea e ha trovato subito una sponda nell’Abi di Maurizio Sella e nelle associazioni di settore. «È la prima misura che applica l’accordo firmato da Confindustria e Abi il 30 novembre. La digitalizzazione è vitale per qualsiasi impresa. Se si gira in bicicletta e gli altri vanno in auto, si può avere un catalogo bellissimo ma si vende poco. Le Pmi – spiega Artom – vivono una fase difficile che rende più complesso anche l’accesso al credito. In questo modo, il venditore riceve le “cambiali” e fornisce anche il finanziamento». L’accordo, sottolinea Artom, si potrà applicare subito e dall’inizio del 2005 sarà promosso e illustrato alle imprese in una campagna di Confindustria e Abi «Il fondo di garanzia – aggiunge Artom – riguarda gli investimenti da 20mila a 200mila euro, proprio la forbice che interessa le Pmi. È molto importante il fatto che ogni banca individuerà un responsabile per questa misura: sarà più facile e diretto il dialogo tra aziende e credito». Il dialogo si rafforza, ne è convinto il presidente dell’Abi, Maurizio Sella. «Il lavoro comune tra imprese bancarie e imprese degli altri settori produttivi si arricchisce di un nuovo tassello concreto, dopo il protocollo siglato con Confindustria per la semplificazione dei rapporti. Una collaborazione sempre più stretta che ha l’obiettivo di contribuire a innescare un rinnovato clima di fiducia tra gli operatori e nel Paese, per camminare a grandi passi sulla strada della crescita e dello sviluppo». Uno sviluppo che non può fare a meno della tecnologia, sottolinea Sella. «Investire in ricerca, innovazione e tecnologie sempre più avanzate e far sviluppare e crescere le piccole e medie imprese, rappresentano due priorità per la nostra economia. Proprio per coniugare questi due aspetti abbiamo siglato l’accordo, che ha l’obiettivo di aumentare e facilitare i finanziamenti alle piccole e medie imprese per i loro investimenti in innovazione». Il ruolo delle banche è sottolineato dalle aziende. Lo fa Alberto Tripi, presidente di Federcomin. «L’introduzione di una formula che garantisce le banche attraverso l’impegno finanziario di chi fornisce le tecnologie alle imprese, inaugura un modello di triangolazione finanziaria che tutela il sistema del credito e alleggerisce il rischio d’impresa. Una formula virtuosa che apre prospettive efficaci per la ripresa del settore e la competitività del sistema». Gian Francesco Imperiali, presidente di federazione Anie, parla di un accordo con cui il «sistema bancario mette le Pmi in condizione di maggiore competitività. Anche perché – dice – non viene intaccata la capacità di ottenere credito delle imprese, formalmente non aumenta l’indebitamento. E questo è importante anche in vista di Basilea II». L’incentivo favorirà un recupero degli investimenti in Ict: per il 2004 Anie prevede un’ulteriore discesa, più accentuata proprio per le piccole e medie imprese. Sarà il terzo calo consecutivo. Nella sola Information technology, l’università di Trieste stima un mercato da 19.396 milioni di euro nel 2003, tornato ai livelli del 2000 sul quale l’incidenza delle Pmi è di appena il 19 per cento.

    Articolo pubblicato sul sito ilsole24ore.com in data 14/12/2004

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