La guerra in Israele rischia di pesare – e tanto – anche sul portafogli degli automobilisti italiani con il caro benzina.
Sui mercati petroliferi internazionali regna l’incertezza dopo il deflagrare delle tensioni tra Isreale e Gaza degli ultimi giorni e l’occhio vigile cade subito sulla questione economica che rischia di pesare ancor di più sull’economia del Paese, già duramente colpita nell’ultimo anno e mezzo a seguito del conflitto propagatosi in Europa tra Russia e Ucraina, il tutto potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sul prezzo dei carburanti meglio conosciuto come caro benzina.
“La situazione in Medio Oriente rischia di far esplodere altre problematiche, mi riferisco per esempio a quella dell’energia come accaduto per la guerra della Russia in Ucraina, per l’approvvigionamento di gas e petrolio», queste le parole del ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha sottolineato la necessità di vigilanza dei mercati nelle prossime settimane, soprattutto per quel che può riguardare il carburante e il possibile rincaro sulle spalle degli automobilisti italiani.
I prezzi dei mercati internazionali hanno subito reagito agli scontri tra Israele e Hamas cominciati lo scorso weekend.
Le quotazioni dei principali indici di riferimento del petrolio – Brent e Wti – sono saliti di oltre il 4 per cento, mentre l’indice Ttf della borsa di Amsterdam per il gas ha chiuso in aumento di oltre il 12 per cento.
Caro benzina e guerra in Israele: le conseguenze per gli italiani
Ancora una volta il tutto si ripercuoterà sugli automobilisti con conseguente rincaro della benzina
L’impatto sul carburante preoccupa, in un gioco in cui Italia ed Europa sono esposte perché non producono da sé abbastanza delle due principali fonti fossili di energia, come da tempo è noto: il nostro Paese è tra i dieci dell’Unione europea che più dipendono dall’estero per l’importazione di gas e petrolio, per oltre il 70 per cento.
Il timore degli analisti al momento sarebbe addirittura quello di vedere la benzina arrivare a 3 euro al litro, un vero e proprio pericolo visti i mesi complicati già vissuti dagli automobilisti e anche per il Governo. Draghi prima e Meloni poi hanno impegnato negli ultimi due anni decine di miliardi di euro per contenere gli aumenti di bollette e benzina durante i mesi peggiori della guerra in Ucraina.
E, visto lo stato dei conti del Paese, sarebbe decisamente problematico trovare nuove risorse per i consumatori in questo momento.