Caro benzina, prezzi alle stelle per i carburanti, un rincaro che il Governo Meloni deve fronteggiare con l’introduzione di un eventuale Bonus.
L’auto si conferma il mezzo di trasporto principale per gli italiani, oltre il 50% della popolazione italiana spende in media dai 100 ai 300 euro al mese per effettuare rifornimento alle proprie auto, il caro benzina dunque spaventa gli automobilisti.
La crescita dei prezzi dei carburanti sta però comportando un lento cambiamento delle abitudini degli italiani, secondo l’82% degli intervistati (Osservatorio Autoscout24), solo 1/4 degli intervistati ha già cambiato le proprie abitudini, il 36% dichiara comunque di voler prendere provvedimenti qualora la situazione cambi ulteriormente mentre il restante 40% crede che questi cambiamenti non influenzeranno le proprie abitudini.
Caro benzina: gli italiani scelgono i self-service
Secondo il recente sondaggio svolto da Autoscout24, il 72% degli italiani preferisce fare rifornimento scegliendo i distributori self-service o quanto meno le stazioni di rifornimento più economiche, da segnalare che il 41% degli intervistati ammette di guidare in maniera più attenta con un occhio di riguardo ai consumi.
Ma quali sono i responsabili de caro benzina secondo gli italiani?
Secondo il 43% degli intervistati, il Governo sarebbe il principale responsabile, seguono le compagnie petrolifere, c’è anche chi da colpa alla guerra e all’unione europea, di sicuro è tempo che qualcuno prenda seri provvedimenti per evitare che ancora una volta che a rimetterci siano le tasche degli italiani.
Autoscout24 in merito al caro benzina ha diffuso un comunicato stampa che tra l’altro recita: “Le auto si confermano un mezzo di trasporto fondamentale per la popolazione italiana, che dichiara di utilizzarle almeno 5 volte a settimana (quasi sette su dieci). Più della metà della popolazione italiana (il 53%) spende tra i 100 e i 300€ al mese per alimentare la propria auto, mentre il 14% supera la soglia dei 300€ mensili. Sebbene la crescita dei costi dei carburanti sembri preoccupare ben l’82% degli intervistati, solo 1 quarto di questi ha già cambiato molto o poco le proprie abitudini quotidiane per andare a fronteggiare questo aumento”.