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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Pmi ed export: arriva un fondo di 500 milioni di euro

    E’ di 500 milioni di euro il budget di “Italy Export Credit”. Il fondo chiuso lanciato da Comoi Group, che investirà in lettere di credito che verranno cedute al fondo da piccole e medie imprese italiane a fronte di crediti commerciali all’export. Il progetto ha preso vita anche grazie al supporto di Ref ricerche. Si tratta del primo fondo in Europa di questo tipo ed è tecnicamente un comparto della lussemburghese Comoi Fund Sca Sif Sicav gestito formalmente da Comoi Fund Management sa di cui è advisor Comoi sim spa, controllate da Comoi Group, un gruppo privato indipendente attivo in Italia, Svizzera e Lussemburgo nei servizi finanziari e nella consulenza alle imprese. Nel dettaglio, il fondo investirà in obbligazioni di pagamento (lettere di credito o promissory notes) rilasciate dalle banche dei Paesi importatori, che intervengono nelle transazioni commerciali verso aziende italiane esportatrici, garantendo il pagamento, con il credito che a sua volta è garantito da Sace, con la quale il fondo ha stipulato un accordo. In sostanza le Pmi esportatrici, invece di cedere alla loro banca italiana il loro credito, per incassarlo subito, potranno decidere di cederlo al fondo di Comoi a un prezzo che i manager di Comoi assicurano che sarà più interessante, con il fondo che, a differenza delle banche, sarà disposto ad acquistare crediti con dilazioni di pagamento a lungo termine. Il fondo acquisterà le obbligazioni di pagamento (per un valore di ciascun credito compreso tra gli 800 mila euro e i 3-4 milioni) calcolando all’atto dell’acquisto un ricavo netto in base agli elementi caratteristici dell’operazione di esportazione, tra i quali: durata, importo, rischio Paese, rischio di credito e garanzie (in particolare è stato messo a punto uno strumento di calcolo e gestione del rischio che lavora utilizzando i contratti Cds di mercato o sintetici relativi al debito delle banche estere che hanno fornito le garanzia). L’esportatore smobilizzerà il proprio intero credito liberandosi dal rischio, mentre i flussi di pagamento delle obbligazioni acquistate dal fondo genereranno nel tempo il rendimento del fondo stesso. Per assicurarsi un adeguato dealflow il fondo ha già stretto accordi con le principali associazioni di categoria da Confindustria a Ucimu, tenendo conto che il principale settore esportatore in Italia è quello della meccanica e degli utensili.

    Rubrica a cura di www.piueconomia.it

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