23.6 C
Napoli
domenica, 28 Aprile 2024
  • Più sesso e baffi, meno vino e caffè.

    Si studiano le abitudini di spesa degli italiani e come si sono modificate le attitudini di spesa e consumi nell’anno in corso e nel prossimo. L'annuale rapporto delle Coop, leader in Italia della grande distribuzione, mostra un quadro che non induce all'ottimismo. Le Coop vedono una flessione dei consumi nel 2013 dell'1,2% nell'area food e del 7,5% nel non food e anche per il 2014 il segno sarà negativo rispettivamente per lo 0,5% e il 6,1%. Ma nel quadro generale depressivo, l'Ufficio studi Coop ha fotografato una serie di mutazioni del consumatore che ne fanno già intuire la sua evoluzione come reazione alla recessione. E non potrebbe essere diversamente visto che il potere d'acquisto negli ultimi sei anni è calato del 10,1%. Tornando indietro di un anno, nel 2012 la flessione dei consumi era stata pari al 3,2% nel food e al 6,3% nel non food. Cambiano ancora le abitudini degli italiani di fronte alla crisi e, alcuni dati riportati dal Rapporto Coop 2013, fanno riflettere: si torna ad esempio a barba e baffi per pure ragioni economiche (visto il costo delle lamette e il loro uso è calato del 25% dal 2008). Non solo: si bevono di meno alcolici (-4% per i vini; -5% per aperitivi e -3% per i superalcolici nell’ultimo anno), si beve meno caffè (comparto del thè/caffè/cacao è calato del 21% in 6 anni), si fuma di meno e ci si dedica di più al sesso. Anche se il consumo di profilattici è sceso di 3,6 milioni di pezzi in due anni, e salito dell’8% quello di Viagra e simililari, nonché del 6.4% quello dei sexual intertainment. Ci sono poi aspetti tutto sommato positivi. Gli italiani consumano più cibi etnici, biologici o frutta e verdura autoprodotta. L'orto sul balcone non appartiene più a una ristretta minoranza snob e alternativa. Cresce, infine, a ritmi vertiginosi l'e-commerce: +41% per l'abbigliamento e +19% per i prodotti tecnologici. Oltre 4 milioni di italiani hanno già rinunciato alle vacanze in questa estate 2013 e la stessa spesa alimentare è tornata ai livelli degli anni ’60. Rinunciano sempre più ad avere figli (aumentano le famiglie con un solo componente e con figli unici); riducono le quantità di prodotti acquistati (anche quelli per bambini, come pannolini, biberon, ciucci e alimenti specifici). Non si rinuncia invece al gioco: la spesa in scommesse, giochi e lotterie (al lordo delle vincite) sfiorerà i 100 miliardi di euro nel 2013.

    ARTICOLI CORRELATI

    Ultime notizie