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sabato, 27 Aprile 2024
  • Concessionari Toyota in allerta

    Per evitare che il comando del gas di alcune vetture della casa giapponese si possa bloccare in una determinata posizione o di fare fatica nel tornare in sede sarà inserita una barra di acciaio.

    Partita dagli Usa la grana richiami si allarga anche in Europa. E il mito della qualità Toyota è messo in seria discussione.

    Anche ora che Toyota ha, finalmente, trovato il modo di rimediare al problema.

    Dopo un primo provvedimento reso noto nel novembre dell’anno scorso e che interessava ben 3.800.000 auto vendute negli Stati Uniti dovuto, si disse allora, alla possibilità che il pedale dell’acceleratore rimanesse incastrato sotto il tappetino, lato guida, un secondo richiamo è stato annunciato nei giorni scorsi per altre 2.300.000 vetture con l’obiettivo di accertare perchè il pedale del gas rischiava di bloccarsi in una determinata posizione o di fare fatica nel tornare in alto una volta tolta la pressione del piede. Il tappetino insomma, stavolta non c’entra più.

    Il rimedio consiste in una barra di acciaio capace, tra l’altro, far tornare correttamente il pedale alla sua posizione quando non premuto.

    Tra i modelli messi in standby figurano auto fondamentali per il mercato statunitense come la Corolla e la Camry richiamate insieme ad altre, compresa Rav4. Infine un terzo provvedimento che riguarda altre 1.100.000 unità.

    In seguito all’annunciata sospensione delle vendite, Toyota ha dichiarato che intende fermare anche la produzione dei veicoli in questione tra l’1 ed il 5 febbraio per prendere le giuste contromisure e affrontare al meglio il grave problema. Lo stop interessa cinque fabbriche negli Stati Uniti. E non è tutto qui: il richiamo, che pure non riguarda il marchio Lexus si sta allargando all’Europa.
    Sempre lo stesso il problema: il pedale dell’acceleratore. I dettagli della campagna europea riguardano i seguenti modelli: Aygo, esemplari prodotti tra febbraio 2005 e agosto 2009, iQ, dal novembre 2008 al novembre 2009, Yaris dal novembre 2005 al settembre 2009, Auris dall’ottobre 2006 al 5 gennaio 2010, Corolla dall’ottobre 2006 al dicembre 2009, Verso dal febbraio 2009 al 5 gennaio 2010, Avensis dal novembre 2008 al dicembre 2009 e Rav4 dal novembre 2005 al novembre 2009. Il numero preciso delle unità coinvolte non è ancora noto, ma potrebbe raggiungere il 1.800.000 unità.

    Negli Usa, Toyota ha messo in moto negli Usa una enorme task force, non solo per rimediare ai difetti dei pedali dell’acceleratore, ma anche per recuperare immagine e riportare al più presto sul mercato 150mila auto bloccate nei piazzali.
    Meccanici precettati, officine aperte anche 24 ore al giorno, fornitori e sistema della logistica sotto pressione: la «guerra dell’acceleratore», che molti definiscono ormai Pedal Storm. I tempi non saranno brevi: un report di IHS Global Insight dettaglia al riguardo le modalità che Toyota ha deciso per intervenire sia sulle auto ancora invendute, sia su quelle dei clienti (sono 2,3 milioni).
    La rete dei dealer Toyota negli Stati Uniti è composta da circa 1200 aziende: ciascuna dovrà ‘lavorarè almeno 10 auto nuove al giorno, sostituendo il pedale incriminato con i ricambi che dovranno affluire al ritmo di 70/80mila pezzi alla settimana. Difficile stabilire in quanto tempo le 150.000 Toyota che sono state bloccate potranno essere proposte ai clienti, anche se uno studio della Morgan Stanley indica in circa 2 settimane il periodo di blackout commerciale.
    IHS Global Insight pone pero l’accento sul problema dei vecchi clienti: quelli che dovranno far verificare il modulo dell’acceleratore sono 2,3 milioni, che sommati a quelli che posseggono vetture affette dal difetto del tappetino che può interferire con il pedale portano il totale ad oltre 5,3 milioni di veicoli. Una massa enorme di auto da controllare ed eventualmente riparare, impegnando per mesi la rete dei dealer.
    È pur vero che quasi tutti i dealer faranno lavorare le officine senza interruzione, ma – si domanda correttamente IHS Global Insight – chi pagherà questi straordinari al personale? Anche gli stabilimenti Toyota negli Stati Uniti ed in Canada potranno ripartire non appena cominceranno ad affluire i nuovi moduli del pedale, modificati per eliminare il rischio di indurimento o, peggio, di bloccaggio.
    «Questa situazione ci sta creando molte preoccupazioni e ne siamo profondamente dispiaciuti» ha dichiarato Tadashi Arashima, numero uno di Toyota in Europa. «Vogliamo comunque rassicurare i clienti: il problema si verifica solo in circostanze estremamente rare. E il richiamo è una misura preventiva per garantire la massima sicurezza dei clienti» ha poi concluso Arashima.

    Gli ha fatto eco anche il presidente del Gruppo Toyota Aiko Toyoda, nipote del fondatore Kiichiro «In questo momento stiamo cercando di stabilire le cause. Ci prepariamo a fornire quanto prima una risposta valida e tranquillizzare la clientela».

    E’ storia di questi giorni anche l’avvio di una campagna di richiamo avviata da PSA (Peugeot-Citroen) e destinata a circa 100.000 fra Peugeot 107 e Citroen C1 che condividono il 92% di componenti con la Toyota Aygo oltre che prodotte insieme nella fabbrica ceca di Kolin.
    Nessuna commento ulteriore arriva da Toyota Motor Italia che tiene a precisare che non si tratta di ritiro di vetture, ma di semplice richiamo per la sostituzione di un componente rivalatosi difettoso e di una dimostrazione di ulteriore attenzione alle esigenze del cliente. Anche da parte della rete di vendita non sono segnalate variazioni particolari. Motori24 – Il Sole 24 Ore ha sentito due importanti concessionari, uno di Milano, la Spotorno Car e l’altro di Roma, l’Autotech. In entrambi i casi la sensazione è che siano in arrivo a breve disposizioni operative al riguardo.

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