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domenica, 28 Aprile 2024
  • Caro benzina? Incentivi per il gas ma non per auto nuove

    Se avete una vettura a benzina di qualche anno e non volete cambiarla, ma vi interessa ottenere gratis il lasciapassare per le giornate di blocco o per le zone Ecopass e risparmiare un buon 40% sul costo della benzina, oppure il 15% su una eventuale alternativa a gasolio (da acquistare usata), allora il “Milleproroghe” ha pensato a voi.
    Sì, perché nel famoso decreto che contiene di tutto c’è anche il nuovo finanziamento per chi monta un impianto a GPL o a metano.
    Si tratta di circa 50.000 istallazioni che – a partire dal 9 marzo scorso – potranno ottenere un contributo di 500 euro (impianti a gas liquido) oppure di 650 euro (impianti a metano). La richiesta va avanzata al Consorzio Ecogas (l’ente al quale è stata affidata la gestione dei finanziamenti) da parte delle officine abilitate al montaggio degli impianti. Il contributo può essere richiesto per vetture di ogni età, qualunque sia la classe di omologazione.
    Quindi anche una “Euro 1” di oltre dieci anni può trasformarsi in un’auto alimentata a gas. Unica condizione è che la vettura venga sottoposta al collaudo presso la Motorizzazione solo dopo la prenotazione/iscrizione al contributo presso il sito Internet di Ecogas. La precedenza verrà stabilita in funzione della data di comunicazione. Se esaminiamo solo il costo di esercizio, la risposta è affermativa. Ma occorre valutare bene altri aspetti della soluzione. In primo luogo la parte del costo d’istallazione che rimane da sostenere: nella tabella abbiamo riassunto i costi d’istallazione concordati dal Consorzio Ecogas per i vari tipi d’impianto. Si va dal più semplice (senza il controllo della carburazione) al più complesso, con iniezione sequenziale. Quello che ci sentiamo di consigliare è quello gassoso con controllo della carburazione.
    Tenuto conto degli incentivi, delle spese di collaudo e dell’indicatore di livello bisogna prevedere una differenza di almeno 900 euro per il GPL e di 1350 per il metano. A questi vanno aggiunti i costi periodici di sostituzione/collaudo delle bombole. I risparmi sul costo d’esercizio sono effettivi, a patto che uno viaggi costantemente a gas. Oggi le stazioni di servizio dotate di GPL sono diventate 2700 e quelle per il metano sono 800, ma occorre avere un distributore vicino, o a portata di mano, per decidere se l’uso quotidiano del gas fa al caso nostro. Diversamente si monta l’impianto solo per figura o per dribblare i blocchi della circolazione. 
     
    In secondo luogo bisogna valutare il maggior stress termico subito dal motore. La combustione del metano e anche quella del GPL risulta particolarmente pulita e completa poiché si tratta di due gas semplici, composti da una o due molecole. Per contro la temperatura raggiunta nella camera è più elevata e non beneficia del raffreddamento naturale dovuto al passaggio di stato liquidovapore del carburante. Le valvole e le sedi valvole verranno quindi sottoposte a carichi termici che ne possono accorciare la durata.
    In generale, le trasformazioni a posteriori sono consigliabili a patto che non si debba usare la vettura per lunghe percorrenze, con carichi elevati. Infine, si deve tener conto di una certa minor potenza dovuta al fatto che sia il metano sia il GPL occupano spazio all’interno del cilindro (dal 15 al 20%), che riduce di pari percentuale la quantità di ossigeno entrata. In pratica, è come se la cilindrata virtuale del motore venisse ridotta del 15-20%. Questo fattore riduce proporzionalmente la potenza sviluppata e anche la quantità di CO2 emessa (che erroneamente certa pubblicità attribuisce a doti taumaturgiche del gas).
    Quali problemi di approvvigionamento si corrono con la crisi libica? A parte la speculazione, che ha già fatto impennare i prezzi del GPL senza che si sia avvertita alcuna mancanza di prodotto, dobbiamo dire che la Libia è una nostra importante fornitrice di “gas naturale liquido” (in sigla LNG), che è una miscela di metano, butano e propano, trasportata in navi criogeniche (veri thermos giganteschi a temperatura di 162 °C sottozero) e poi rigassificato a Panigaglia, nel golfo della Spezia, e da qualche mese anche nel nuovo rigassificatore al largo di Rovigo. In questi impianti il gas naturale viene separato nelle sue componenti principali, dando luogo a GPL (composto da butano e da propano) e a metano. Il gas liquido consumato in Italia deriva per il 55% da tale separazione all’interno del metano liquido, il restante 45% viene invece ricavato nelle raffinerie durante la lavorazione del petrolio (il 3-4% del petrolio può essere trasformato in GPL).
    Attualmente, in Italia, si consumano circa 90.000 tonnellate al mese di GPL per autotrazione, mentre per cucinare e riscaldare se ne impiega una quantità 2,5 volte maggiore. Sul GPL per autotrazione il fisco ha una mano leggera e applica un’accisa molto favorevole: 0,23 euro al kg, pari a un terzo di quanto grava sulla benzina.

                                                                                                                    28/04/2011
                                                                                                                        auto.it

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