Nel mese di gennaio 2025, Tesla ha registrato un calo drastico delle vendite in Europa, con una diminuzione del 48% dei volumi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene molti abbiano attribuito questa flessione alle politiche protezionistiche di Donald Trump e ai dazi sulle importazioni di veicoli elettrici, la realtà appare più complessa e coinvolge diversi fattori, sia interni che esterni al settore automotive.
Uno degli elementi chiave di questa crisi scatenata da Donald Trump è la crescente concorrenza nel mercato europeo. Case automobilistiche tradizionali, come Volkswagen, BMW e Stellantis, hanno accelerato la loro transizione verso l’elettrico, offrendo modelli sempre più competitivi in termini di prezzo, autonomia e tecnologia. A questo si aggiunge l’ingresso sul mercato europeo di marchi cinesi come BYD e Nio, che propongono veicoli a costi inferiori grazie a economie di scala e incentivi governativi.
Un altro fattore determinante è la riduzione degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche in diversi Paesi europei. Governi come quello tedesco e francese hanno ridimensionato i sussidi, rendendo meno conveniente l’acquisto di una Tesla rispetto ad alternative locali. Inoltre, il rincaro dell’energia elettrica ha reso meno attraente il passaggio ai veicoli elettrici, incidendo sulle decisioni di acquisto dei consumatori.
Donald Trump e Elon Musk, un binomio…
Un’altra ragione per il grande calo potrebbe essere attribuibile al crescente attivismo politico di Elon Musk che è coinciso con il rinnovamento della Model Y, la sua auto di punta, nonché il veicolo più venduto al mondo (nel 2023).
La Model S e la X sono state presentate al pubblico rispettivamente nel giugno 2011 e nel settembre 2015 e sono riuscite a sopravvivere fino a oggi grazie a continui aggiornamenti.
Ora tocca alla Model Y, presentata nel marzo 2019, ricevere un restyling e quando c’è un aggiornamento di un’auto molto venduta, la tendenza abituale è quella di vedere grandi cali di vendite prima del lancio e dell’introduzione della versione rinnovata. La mancanza di disponibilità della Tesla Model Y a gennaio, prima dell’introduzione della versione aggiornata a febbraio, spiega quindi in parte il calo registrato.
Anche la politica industriale e commerciale ha giocato un ruolo cruciale. L’Unione Europea sta aumentando la pressione normativa sulle aziende automobilistiche, imponendo standard ambientali più severi e valutando possibili restrizioni sui produttori extraeuropei. Tesla, nonostante il vantaggio iniziale nel settore, sta affrontando sfide legate alla logistica e ai costi di produzione, specialmente in un contesto di inflazione e difficoltà nelle catene di approvvigionamento.
Infine, non si può ignorare il fattore tecnologico e di percezione del brand. Tesla ha dominato per anni il mercato dell’auto elettrica, ma alcune recenti scelte, come il design controverso del Cybertruck e i ritardi nella produzione di nuovi modelli, hanno generato incertezza tra i consumatori.
Inoltre, il comportamento e le dichiarazioni di Elon Musk hanno contribuito a polarizzare l’opinione pubblica, portando alcuni acquirenti a preferire alternative più tradizionali. Il calo del 51% nelle consegne della Tesla Model 3 a gennaio potrebbe anche essere un indicatore del fatto che i cittadini europei hanno preferito guardare altrove.