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lunedì, 17 Giugno 2024
  • Elon Musk vuole il 25% delle azioni di Tesla

    Tesla - Elon Musk

    Tesla continua a far parlare di sé, ma non per le sue auto, quanto per le lotte intestine della società americana che vede questa volta i riflettori puntati sulla guerra tra l’amministratore delegato Elon Musk e un gruppo di azionisti, tra cui Brad Lander, Amalgamated Bank, AkademikerPension, Nordea Asset Management, SOC Investment Group e United Church Funds – alla dirigenza dell’azienda.

    Il motivo sarebbe il piano compensi 2018 da circa 50 miliardi di dollari di Elon Musk, prima approvato dalla dirigenza Tesla e poi bloccato da un giudice. La verità è che nella società vi è un profondo scontento per la gestione dell’azienda e per un consiglio di amministrazione, parole dei contestatori, “totalmente asservito ai voleri di Elon Musk“.

    Le cifre tuttavia parlano chiaro. Per ogni 50 miliardi di capitalizzazione di Tesla, Musk incamerava l’1% di tutte le azioni Tesla in circolazione al momento della concessione del bonus. Grazie agli ottimi risultati e alla costante crescita di Tesla negli ultimi anni, il valore di questo bonus è stato quantificato – a seconda delle fonti – dai 46 ai 56 miliardi di dollari.

    Una cifra, secondo questo gruppo di azionisti, ingiusta e sproporzionata. Gli stakeholder si sono rivolti infatti a un giudice del Delaware, dove Tesla è formalmente registrata – con lo scopo di bloccare l’elargizione dei compensi. E il giudice Kathaleen McCormick ha dato loro ragione: il piano compensi è stato ritenuto ingiusto e dannoso nei confronti degli azionisti di Tesla e doveva essere annullato.

    Sono state poi rilevate alcune criticità nel board Tesla, compreso il fatto che la maggior parte dei membri del consiglio di amministrazione sono legati a Musk da vincoli di parentela o amicizia e il fatto che parte delle informazioni fornite da Tesla agli investitori, in relazione al piano compensi 2018, si sono rivelate false e fuorvianti.

    Il consiglio di amministrazione Tesla ha reagito allo stop imposto dal giudice portando di nuovo all’ordine del giorno il piano compensi 2018, per una nuova approvazione e per trasferire la sede legale di Tesla dal Delaware al Texas, ritenuto stato più “amichevole”.

    Il gruppo di azionisti però non ci sta e insorge, invogliando gli altri a votare contro entrambe le proposte della dirigenza.

    Le critiche ad Elon Musk e al suo consiglio di amministrazione sono feroci: “Il CDA del Marchio americano è eccessivamente legato a Elon Musk, e questo ostacola un’azione critica e indipendente. Dei requisiti importanti quando si parla della direzione di un’azienda. – si legge – Tesla soffre per un sostanziale fallimento nella governance. Negli ultimi tre anni, e in particolar modo nell’ultimo, Tesla è chiaramente rimasta indietro rispetto ai suoi concorrenti e al mercato in generale. Riteniamo che queste basse performance siano anche effetto delle distrazioni connesse ai tanti progetti di Elon Musk, e in particolare dalla sua decisione di acquistare Twitter.

    A cura di Valeria di Giorgio 

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