Crescono in Italia le truffe al volante, a farne le spese oltre 2 milioni di italiani.
Secondo una recente indagine commissionata da Facile.it in collaborazione con Consumerismo No Profit a mUp Research e Bilendi, nell’ultimo anno circa 2 milioni di italiani sono state vittime di una truffa al volante o in fase di parcheggio.
Sono i giovani i più truffati al volante, oltre l’8% sono under 35, mentre a livello territoriale la maggior concentrazione si registra a Sud e nelle Isole.
Sempre secondo questa interessante indagine, sono circa 880.000 gli automobilisti italiani vittime di questo raggiro, che hanno pagato in contati i truffatori per il “potenziale” danno causato.
La pratica è sostanzialmente sempre la stessa: il truffatore – pedone finge di essere investito e chiede alla “vittima”, in questo caso il guidatore, un risarcimento in contanti.
Truffe al volante: le pratiche più comuni
Non sempre la dinamica è la stessa, nelle truffe auto il raggiro avviene simulando:
- la falsa rottura dello specchietto
- il pedone investito
- il finto tamponamento.
Quale dinamica si cela dietro il finto tamponamento?
L’automobilista ignaro, in fase di manovra in un parcheggio, sente un colpo all’auto, causato con arte dal malfattore, che subito dopo raggiunge il guidatore accusandolo di avergli tamponato l’auto e ammaccato la carrozzeria. E per evitare di coinvolgere la compagnia assicurativa, gli propone di saldare in contanti il danno subito. Una modalità che fa vittime, in particolare, tra le donne, dove la percentuale arriva al 47%, mentre si ferma al 41% tra il campione maschile.
Mentre per lo specchietto rotto, la frode avviene in movimento.
L’automobilista / vittima, mentre si trova alla guida, avverte un forte rumore, normalmente causato dal lancio di una lattina vuota da parte di un complice del truffatore; pochi secondi dopo l’automobilista viene affiancato da un’altra vettura il cui conducente gli intima di accostare. Una volta scesi dal veicolo, il truffatore accusa l’automobilista di aver urtato, e rotto, il suo specchietto. Ancora una volta, la proposta del malvivente è di saldare il danno in contanti, senza coinvolgere la compagnia assicurativa, evitando così aumenti sull’RC auto.
“Il consiglio per chi si trova in una situazione dubbia è di chiamare le Forze dell’ordine e, in ogni caso, trattandosi di un sinistro stradale è bene compilare il modulo CAI, Constatazione Amichevole di Incidente“, spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it. “Non facciamoci ingolosire dalla possibilità di “trovare un accordo” o saldare il danno senza passare dalla compagnia assicurativa poiché potrebbe trattarsi di una truffa. E in ogni caso va ricordato che, se il sinistro è reale, anche in presenza di una denuncia alla compagnia assicurativa è sempre possibile evitare il peggioramento della classe di merito rimborsando alla compagnia stessa, tramite Consap, il danno causato“.