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sabato, 27 Aprile 2024
  • Le donne basse scelgono gli uomini alti e viceversa

    Ma allora è proprio vero che bisogna ascoltare le nonne? “Altezza mezza bellezza”. Chi di voi non ha mai ascoltato questa frase popolare circolare nelle conversazioni comuni? Ebbene, pare che ci sia una spiegazione scientifica a tutto ciò. Ci ha pensato Gert Stulp, psicologo di Groningem, nel suo studio pubblicato su Plos One, a dare delle risposte. Più una donna è piccola di statura, più sarà portata a scegliere un partner alto. E gli uomini, dal canto loro, tendono a preferire le basse. È la genetica che porta a effettuare questa compensazione. Le scelte di un partner sarebbero, pertanto, guidate dall’istinto animale che ancora alberga negli esseri umani del ventunesimo secolo. Studi del genere sono solitamente svolti sulle specie animali, ma secondo gli studiosi, applicato agli umani può aiutare a capire come la nostra specie si sta evolvendo. Il campione di riferimento sono state 10mila coppie inglesi. Lo studioso ha incrociato i dati sull’altezza di donne e uomini e il differenziale di statura. Per le donne più piccine, attorno ai 160 centimetri, mediamente la differenza di altezza è di 20 centimetri. Le stangone scelgono tendenzialmente uomini di un’altezza simile alla loro (anche perché trovare un uomo alto due metri non è così semplice). L’altezza richiama inconsciamente prestanza fisica, un alto livello socio-culturale, salute, nonché senso di protezione. Tutte caratteristiche che le donne vorrebbero trasmettere ai propri figli. La ridotta altezza femminile richiama negli uomini amore e tenerezza. Inoltre, nelle donne basse sono maggiori i livelli di estrogeni, cioè ormoni femminili. Al contrario nelle donne alte predomina il testosterone, l’ormone maschile. Ecco spiegato perché i maschi amano le donne basse. Il risultato, dunque, di questa ricerca svela che nella scelta del proprio compagno/a nulla è affidato al caso. Come sottolinea Stulp: “Trovare un compagno per formare una 'unità riproduttiva' è un processo complesso, che determina la 'fitness Darwiniana' di ciascuno di noi, ovvero la capacità di tramandare in futuro i nostri geni”.

     

    FONTE: libero.it
     

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