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venerdì, 26 Aprile 2024
  • Alimentazione (s)corretta. Le abitudini degli italiani

    Da un’indagine nazionale del Ciso (Centro interdisciplinare per lo studio dell’obesità), condotta a dicembre 2012 da circa 1800 pediatri italiani, è emerso un dato allarmante. Solo una famiglia su cinque segue un’alimentazione sana. Molti sono gli errori che le famiglie italiane commettono a tavola e nell’educazione alimentare dei propri figli. Il 68,3 per cento dei bambini non assume una quantità adeguata di frutta e verdura, il 67,5 per cento non ha la buona abitudine di fare colazione, il 65,8 per cento fa una vita troppo sedentaria, il 63, 1 per cento assume quantità eccessive di cibi ipercalorici. Sicuramente le condizioni lavorative, la frenesia delle giornate e i troppi impegni dei genitori, non danno modo di dedicarsi a pieno ad un regime alimentare adeguato. Ma questo non può considerarsi un alibi. Dai ricercatori di patologia clinica dell’Università degli Studi di Milano arrivano allarmi anche relativi alla reale consapevolezza dei genitori sulla pericolosità dei danni di una scorretta alimentazione. Quest’ultimi riescono a seguire i propri figli passo per passo solo da 0 a 3 anni. Di li in poi, in particolare dai 6 ai 10 anni, comincia il progressivo aumento della disattenzione. Il consolidamento di abitudini sbagliate dopo i 10 anni, con lo sviluppo di sovrappeso e obesità porta, in un’ottica futura, all’aumento del rischio cardiometabolico. I temi e le aggravanti relative a questa discussione sono molteplici. Dai dati risulta che il 70 per centodelle mamme non da ai figli cibi che non piacciono (i pediatri invece consigliano la varietà), il 20 per cento dei bambini assistiti presenta un deficit vitaminico (l’integrazione vitaminica è utile per combattere stress, inappetenza, episodi infettivi, stanchezza e altro). Concludendo, oltre a comprendere che le abitudini delle famiglie italiane a tavola sono per lo più sbagliate ciò che si può notare, come denunciano i pediatri intervistati, è che i genitori italiani nonostante portino i propri pargoli dagli specialisti, per la maggior parte dei casi, non ascoltano i consigli di questi ultimi.

     

    FONTE: yahoo.com
     

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