 Maxi evasione fiscale nel mondo degli autoricambi. La scopre la Guardia di Finanza della Brigata di Bosa Marina (Oristano) che porta alla luce una evasione record di ben 2 milioni di euro evasi al fisco da imprese di autoricambi nella provincia di Nuoro. Nell’operazione investigativa, denominata Privato 4X4, le Fiamma Gialle “hanno individuato – come riporta l’Ansa –  una contabilità parallela a quella ufficiale, gestita mediante codificazioni e criptodati inerenti ai soggetti coinvolti nel sistema di evasione fiscale. In particolare, le aziende di autoricambi utilizzavano un software gestionale, legale e normalmente in commercio, con il quale venivano gestite le cosiddette ‘schede cliente’, con nominativo e partita Iva dell'autoriparatore, per le compravendite regolarmente fatturate. Parallelamente a questo era stato creato un sottoarchivio, accessibile esclusivamente mediante codici, nel quale erano contenute le ‘schede cliente’ inerenti alle compravendite in nero non fatturate della clientela e codificate con un nominativo criptato”. L'operazione, che ha individuato più di 30 clienti che facevano acquisti di merce "in nero", è terminata con la contestazione di oltre 2 milioni di euro di imponibile recuperato a tassazione, violazioni complessive all'Iva per oltre 500mila euro “e la richiesta – si legge nel prosieguo dell’articolo –  all'amministrazione finanziaria dell'applicazione delle misure cautelari sulle disponibilità patrimoniali degli imprenditori coinvolti per garantire le casse dell'erario”.
Maxi evasione fiscale nel mondo degli autoricambi. La scopre la Guardia di Finanza della Brigata di Bosa Marina (Oristano) che porta alla luce una evasione record di ben 2 milioni di euro evasi al fisco da imprese di autoricambi nella provincia di Nuoro. Nell’operazione investigativa, denominata Privato 4X4, le Fiamma Gialle “hanno individuato – come riporta l’Ansa –  una contabilità parallela a quella ufficiale, gestita mediante codificazioni e criptodati inerenti ai soggetti coinvolti nel sistema di evasione fiscale. In particolare, le aziende di autoricambi utilizzavano un software gestionale, legale e normalmente in commercio, con il quale venivano gestite le cosiddette ‘schede cliente’, con nominativo e partita Iva dell'autoriparatore, per le compravendite regolarmente fatturate. Parallelamente a questo era stato creato un sottoarchivio, accessibile esclusivamente mediante codici, nel quale erano contenute le ‘schede cliente’ inerenti alle compravendite in nero non fatturate della clientela e codificate con un nominativo criptato”. L'operazione, che ha individuato più di 30 clienti che facevano acquisti di merce "in nero", è terminata con la contestazione di oltre 2 milioni di euro di imponibile recuperato a tassazione, violazioni complessive all'Iva per oltre 500mila euro “e la richiesta – si legge nel prosieguo dell’articolo –  all'amministrazione finanziaria dell'applicazione delle misure cautelari sulle disponibilità patrimoniali degli imprenditori coinvolti per garantire le casse dell'erario”.





