
Modena torna a essere il cuore pulsante della Maserati. Nella storica sede di via Ciro Menotti, dove il mito del Tridente ebbe origine, la Casa del lusso ha riavviato ufficialmente la produzione delle nuove GranTurismo e GranCabrio, riportando sotto lo stesso tetto tradizione, artigianalità e innovazione. Un ritorno che unisce memoria e futuro, e che conferma l’impegno di Stellantis nel “Piano per l’Italia”, valorizzando il legame con la Motor Valley e con l’eccellenza del Made in Italy.
Per celebrare questo momento simbolico, Maserati ha organizzato “Meccanica Lirica”, un evento che ha trasformato la meccanica in arte. Sul palco, la première mondiale di due versioni one-off e la presentazione di un nuovo pacchetto Fuoriserie, destinato a chi desidera un’auto realmente su misura.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per anticipare le prossime mosse del Tridente e di Alfa Romeo, marchi accomunati da un destino industriale che si farà più chiaro con il nuovo piano di Stellantis, atteso entro la prima metà del 2026.
Il futuro di Maserati tra tradizione e innovazione
Una certezza c’è: Maserati GranTurismo e GranCabrio continueranno a nascere sul pianale “Giorgio”, sviluppato proprio a Modena e condiviso con Alfa Romeo. “Il futuro della Maserati è la Giorgio”, ha dichiarato Santo Ficili, direttore operativo del marchio, sottolineando come la piattaforma evolverà nella versione “Sport” almeno fino al 2027.
È una scelta di continuità tecnica e identitaria, che rafforza la qualità e la vocazione italiana in un momento in cui Stellantis sta rivedendo la propria strategia a fronte del rallentamento globale dell’elettrico.
La transizione energetica, infatti, richiede ora flessibilità e realismo: proporre ai clienti la tecnologia giusta, nel momento giusto. In questo contesto prende forma l’ipotesi di un motore Nettuno ibrido, evoluzione del rinomato V6 biturbo progettato a Modena. “Potrebbe essere un obiettivo concreto, soprattutto se lo chiede il mercato”, ha commentato Ficili, mentre Jean-Philippe Imparato, CEO Maserati, ha confermato che il progetto “è sul tavolo delle decisioni da finanziare nei prossimi mesi”.
Ma la rinascita del marchio non è solo tecnologica: è anche culturale. Modena diventa così il fulcro di un nuovo polo del lusso e della qualità artigianale. Programmi come BottegaFuoriSerie rappresentano un ponte tra tradizione e innovazione, dando vita a edizioni limitate dal carattere sartoriale, come avvenuto per la leggendaria Alfa Romeo 33 Stradale. “La qualità deve diventare un’ossessione”, ha ribadito Imparato, sintetizzando la nuova filosofia del brand.
La produzione modenese delle GranTurismo e GranCabrio è una decisione strategica anche dal punto di vista industriale: nessun costo aggiuntivo, maggiore efficienza logistica e tempi di ritorno sull’investimento più rapidi. Mirafiori cede il passo ma resta centrale nella strategia di Stellantis, mentre lo stabilimento di Cassino continuerà a produrre la Grecale, consolidando la gamma Maserati.
La rotta è definita: Maserati non punta ai volumi, ma al valore. Riduzione del 55% degli stock, stabilità dei valori residui, nuovi processi di verniciatura e personalizzazione, maggiore coinvolgimento della rete vendita e produzione “book to order”, cioè costruire solo ciò che il cliente desidera.
Il futuro del Tridente si gioca sull’equilibrio tra identità e innovazione, tra passione meccanica e lusso esperienziale. Come ha ricordato Imparato: “Nessuno ci credeva, ma in meno di un anno ce l’abbiamo fatta. La storia di Maserati si scrive a Modena, non altrove”.
Con le nuove GranTurismo e GranCabrio che tornano a casa, Maserati riafferma la sua anima più autentica: un marchio capace di fondere tecnologia e poesia, nel cuore della città dove il rombo dei motori è ancora una lingua d’arte.




