
Doveva essere la fine di un’epoca. Con la decisione di vietare la vendita di auto nuove con motore endotermico dal 2035, l’Unione Europea sembrava aver tracciato un percorso irreversibile verso l’elettrificazione totale. Ma negli ultimi mesi qualcosa è cambiato: tra pressioni industriali, timori occupazionali e scetticismo diffuso, Bruxelles ha aperto a una nuova parola d’ordine, neutralità tecnologica.
In pratica, il futuro dell’auto non sarà più scritto da una sola tecnologia, ma dal contributo congiunto di più soluzioni: elettrico, ibrido, biocarburanti ed e-fuel.
Il ritorno dell’endotermico “sostenibile”
La vera novità è l’introduzione, a livello comunitario, della possibilità di continuare a produrre e immatricolare auto con motore a combustione anche dopo il 2035, purché alimentate con carburanti sintetici o a impatto neutro. Gli e-fuel, derivati da idrogeno verde e CO2 catturata, permettono di utilizzare motori tradizionali riducendo drasticamente le emissioni complessive. È una soluzione che ha trovato sostenitori illustri: Porsche, Stellantis, Mazda, Toyota, ma anche diversi governi, tra cui quello italiano, da tempo favorevole a un approccio più realistico alla transizione energetica.
Per i costruttori, questa apertura rappresenta una boccata d’ossigeno. Il motore endotermico non sarà rottamato, ma evoluto. Verranno ottimizzati materiali, processi di combustione e sistemi ibridi, prolungando la vita di un know-how europeo costruito in oltre un secolo di ingegneria.
L’elettrico non sparisce, ma cambia equilibrio
La svolta non significa un ritorno al passato. L’elettrico resta il pilastro della strategia europea per ridurre le emissioni, ma perde l’esclusiva. Le case costruttrici potranno ora pianificare un portafoglio più flessibile, investendo sia nella mobilità a batteria sia in soluzioni alternative. Per l’aftermarket e le officine indipendenti, questo si traduce in un vantaggio: il parco circolante endotermico resterà vitale ancora per molti anni, garantendo continuità di lavoro e ricambi.
Impatto su industria e occupazione
La riapertura al motore a benzina e diesel di nuova generazione evita uno dei rischi più temuti: la perdita di migliaia di posti di lavoro nelle filiere europee. La produzione di componenti per motori, trasmissioni e sistemi di alimentazione continuerà a esistere, seppur in forme più efficienti e sostenibili.
La sfida per l’industria sarà ora quella di combinare la decarbonizzazione con la competitività: produrre motori puliti, ma senza abbandonare il tessuto manifatturiero e tecnico che è il cuore dell’automotive europeo.
Un futuro a più velocità
Il 2035 non sarà più un muro invalicabile, ma una data di riferimento. Il futuro dell’auto sarà fatto di scelte multiple, adattate a territori, infrastrutture e disponibilità energetiche.
L’obiettivo non cambia: ridurre le emissioni. Ma la strada per raggiungerlo non sarà più unica.
In un’Europa che riscopre la complessità del proprio sistema industriale, il motore endotermico dimostra di avere ancora qualcosa da dire, purché sappia reinventarsi nel segno dell’innovazione e della sostenibilità.






