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giovedì, 02 Maggio 2024
  • Cia: la spesa quotidiana vola al 4,7%

    Il carovita non va in vacanza. Anzi, nonostante la stabilizzazione dell’inflazione a settembre, i prezzi dei prodotti acquistati con più frequenza dai consumatori continuano la loro corsa e il carrello della spesa schizza in alto fino al 4,7 per cento. Per gli italiani ormai è una stangata senza fine, che costringe a rivedere i bilanci familiari e a inventare sempre nuovi modi di comprare. Lo afferma la Cia (Confederazione italiana agricoltori), in merito ai dati provvisori sui prezzi al consumo diffusi oggi dall’Istat. “Sul rialzo della lista della spesa quotidiana – ricorda la Cia – si riflettono i forti aumenti tendenziali di benzina (+20,2 per cento) e gasolio (+21,7 per cento), con effetti a cascata anche sui listini alimentari (+2,9 per cento) visto che il costo della logistica incide sul prezzo finale di cibo e bevande per il 35-40 per cento e che in Italia quasi il 90 per cento dei prodotti agroalimentari viaggia su strada per arrivare dai campi alla tavola. Così, a settembre, s’infiammano i prezzi di verdura fresca (+10,5 per cento annuo) e carne (+2,2 per cento), ma gli agricoltori non ne traggono alcun vantaggio“. “I produttori, piuttosto, – si legge nel prosieguo della nota stampa – lottano con l’aumento inarrestabile dei costi produttivi (+9,5 per cento per carburanti ed energia a luglio, ultimo dato disponibile) che certo non sono compensati dai prezzi sui campi. Sull’ortofrutta, ad esempio, al produttore va in media solo il 18 per cento circa del prezzo finale che i consumatori pagano al supermercato. Intanto gli italiani in trincea provano a difendersi mettendo in atto comportamenti di spesa improntati al massimo risparmio: oltre la metà delle famiglie (il 53 per cento) gira più negozi alla ricerca di sconti, promozioni commerciali e offerte speciali; il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o formati convenienza; il 32 per cento abbandona le grandi marche per prodotti senza firma e c’è anche chi ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della tavola (il 24 per cento) – per evitare completamente gli sprechi“.

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