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venerdì, 26 Aprile 2024
  • L’aftermarket automotive si tinge di rosa

    Se si parla di aftermarket automotive, e più in senso lato di industria automobilistica, si pensa immediatamente ad un habitat popolato da uomini alle prese con i lavori più disparati legati alla complessa filiera di comparto. In effetti è così. E’ un settore ‘maschilista’. Le donne, infatti, rimangono notevolmente sottorappresentate in proporzione ai loro colleghi uomini. Ma qualcosa sta cambiando. L’ “Advancing Women in Automotive Knowledge Exchange Needs Assessment Report” dell’Automotive Industries Association (AIA) of Canada parla di una quota rosa sempre più consistente, qualificata ed incline a mettere piede in questo comparto. Un caso illustre arriva da General Motor: la prima azienda automobilistica (come sottolinea The Boston Globeche, non solo ha un direttore generale donna, ma ha anche gettato  le basi per una polica occupazionale che sia di supporto ai dipendenti di sesso femminile. Ed altri datori di lavoro dell’automotive stanno seguendo questo esempio. Uno studio di Frost & Sullivan ne spiega il perché. Con le donne coinvolte nell'80 per cento dei casi nelle decisioni di acquisto di un’automobile, ha senso avere più figure femminili che lavorano nel settore: fa comodo, pertanto, alla clientela rosa. Ma non solo. A detta degli studiosi, le donne hanno una spiccata capacità comunicativa e di problem-solving nonché una forte attenzione ai dettagli. Tuttavia le barriere da superare sono ancora tante. In particolar modo legate ad un cultura del lavoro strettamente connessa all’universo di sesso maschile. Da qui l’invito a mettere in piedi azioni e misure di sostegno proattivo per i dipendenti donne, interventi di formazione e incentivazione nonché programmi di comunicazione per aumentare la conoscenza e l'interesse del settore nell’universo femminile.

    Stef.Belf.

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