Il mercato automobilistico italiano sta attraversando una fase di profondo cambiamento, segnato dal declino della fedeltà ai marchi storici e da una crescente attenzione verso le nuove realtà, ovvero i Marchi emergenti, in particolare quelle di origine cinese. A confermarlo sono i dati raccolti da Quintegia nel New Brand Observatory e presentati all’Automotive Dealer Day: nel primo trimestre del 2025, i marchi emergenti hanno raggiunto una quota del 5,8%, in netto aumento rispetto al 3,6% del 2024 e in forte contrasto con lo 0,4% del 2021.
Nel vasto panorama dei Marchi emergenti, sempre in riferimento al mondo auto, troviamo MG, Brand controllato dal gruppo cinese SAIC, che da sola conquista il 3,5% del mercato, seguita da BYD con lo 0,9%. Altri brand come Omoda, Jaecoo, EMC, Lynk & Co, Leapmotor e Polestar, pur con quote ancora contenute, stanno consolidando la propria presenza nelle reti di distribuzione italiane. Entro il 2028, si prevede l’ingresso di ulteriori nove marchi emergenti nel nostro Paese, portando il totale a 27, di cui il 90% a capitale cinese, allineandosi così al trend europeo che prevede 43 marchi attivi nei principali mercati.
L’ascesa dei marchi emergenti ridefinisce la mappa dell’auto in Italia
L’Automotive Customer Study 2025 evidenzia anche un’evoluzione nelle abitudini dei consumatori: il 44% degli italiani si dichiara disposto a valutare marchi emergenti, una percentuale che raggiunge il 74% tra i giovani della Generazione Z. Il concetto di fedeltà al brand, un tempo centrale, sta lasciando spazio a criteri più dinamici basati su innovazione, prezzo e contenuti tecnologici.
L’offerta dei nuovi costruttori si concentra soprattutto nei segmenti C e D, dominati dai SUV, mentre resta marginale nei segmenti A e B. In Italia operano oltre 800 punti vendita associati a marchi emergenti, superando paesi come Germania e Regno Unito. Più di 400 concessionari distribuiscono questi brand e il 75% gestisce un portafoglio multi-brand. Inoltre, un dealer su tre legato a marchi tradizionali ha già aperto alla vendita di nuovi costruttori.
Nel 2015 una concessionaria rappresentava in media due marchi; oggi la media è salita a 3,5. Una trasformazione profonda, guidata da nuove esigenze dei clienti e da una proposta commerciale più agile. L’ingresso dei nuovi brand, specialmente cinesi, rappresenta una nuova competizione, non una minaccia. È un cambio di paradigma che riscrive gli equilibri dell’auto in Italia e in Europa.