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martedì, 13 Maggio 2025
  • Mercato auto europeo in crisi fino al 2030: lo scenario ANIASA-Bain & Company

    Auto elettriche, in Europa crollano le vendite

    Il panorama automobilistico globale è entrato in una fase di profondo cambiamento. Dopo anni di crescita continua, il comparto sta vivendo un rallentamento strutturale, aggravato da nuove dinamiche geopolitiche e da tensioni nelle catene produttive. In Italia, le immatricolazioni calano, si privilegia l’usato, l’elettrico stenta a decollare e le emissioni di CO2 rimangono elevate, nonostante la ritirata del diesel.

    A delineare questa complessa situazione è il nuovo rapporto elaborato da ANIASA e Bain & Company, presentato a Milano con il titolo “Navigare nella nebbia. Il futuro incerto dell’automotive”. Il documento offre una lettura approfondita dei principali fattori che condizionano oggi la mobilità privata e l’industria dell’auto, in Italia e nel mondo.

    Dal 2019, a fronte di un PIL globale in ripresa, la produzione di veicoli ha mostrato un’inversione di tendenza. Tra i fattori chiave: carenza di semiconduttori, logistica fragile e una domanda in calo nei mercati storici. Le previsioni al 2030 indicano una crescita globale prossima allo zero: +0,2% di media annua.

    Il periodo di espansione guidato dall’Asia si è esaurito. Ora si delinea una stagnazione per la Cina (+0,3% CAGR), una flessione per Europa (-0,6%) e Nord America (-0,4%), e un vero e proprio arretramento per Giappone e Corea (-1,2%). Al contrario, il futuro della domanda sembra passare da regioni emergenti come Sud America (+1,5%) e Asia meridionale (+2,7%), dove urbanizzazione e crescita economica favoriscono lo sviluppo del mercato auto.

    L’Europa potrebbe perdere entro il 2028 oltre 15 milioni di immatricolazioni rispetto alle previsioni iniziali. Anche il Nord America seguirà un percorso simile, con un deficit stimato di 7,5 milioni di veicoli. Si tratta di dati che evidenziano una fragilità strutturale destinata a colpire in particolare i costruttori più legati a queste aree.

    L’instabilità commerciale fra i grandi blocchi economici alimenta l’uso dei dazi come leva di protezione industriale. I marchi tedeschi risultano i più esposti, con circa il 50% dei volumi in bilico, tra Europa in declino, Cina meno ricettiva e Stati Uniti sempre più protettivi. Anche i brand giapponesi e coreani rischiano sul mercato americano, benché abbiano parzialmente localizzato la produzione per contenere gli effetti delle barriere doganali.

    Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno progressivamente perso il peso manifatturiero, mentre la Cina ha conquistato la leadership in settori strategici, tra cui acciaio e cantieristica.

    Gli USA sono il maggiore importatore mondiale di veicoli leggeri, con oltre 5 milioni di unità attese nel 2024 (pari al 23% del fabbisogno). Seguono Europa e Medio Oriente. In netta controtendenza, Cina e Giappone risultano autosufficienti. I dazi statunitensi colpiscono poco i costruttori cinesi, oggi marginali oltreoceano, ma possono influenzare significativamente le performance dei brand asiatici consolidati.

    Crisi mercato auto, un settore sotto pressione

    Nel nostro Paese, l’automobile resta il mezzo preferito per gli spostamenti, ma la propensione all’acquisto di vetture nuove è in forte calo. Aumenta invece la domanda di usato, complice l’incertezza normativa e i prezzi elevati. L’età media del parco auto si allunga, mentre il prezzo d’acquisto diventa l’elemento discriminante: oltre un terzo dei consumatori indica il costo come fattore decisivo per scegliere modelli asiatici.

    Nel primo trimestre 2025, le ibride rappresentano metà del mercato, mentre le BEV si fermano al 5%, soprattutto al Sud e tra i privati. Solo le elettriche compatte mostrano segni di vitalità. L’uscita di scena del diesel non ha però migliorato le emissioni medie, che rimangono oltre 115 g/km.

    La stagnazione delle BEV riguarda l’intera Europa, dove l’offerta cresce, ma la domanda resta incerta. Le ibride si confermano l’alternativa preferita, più per adattamento all’offerta che per reale convinzione.

    La nostra industria è a un bivio,” ha spiegato Alberto Viano, presidente ANIASA. “Serve un nuovo modello industriale europeo, capace di unire sostenibilità e competitività”.

    Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company, aggiunge: “Il settore deve ridefinire geografie, investimenti e supply chain. La crescita non è più garantita. Solo chi sarà flessibile e lungimirante potrà mantenere un ruolo da protagonista nei prossimi anni”.

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