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mercoledì, 30 Aprile 2025
  • Crisi dell’automotive: Europa a rischio tra elettrico, dazi e scelte politiche

    Crisi dell'automotive: Europa a rischio tra elettrico, dazi e scelte politiche

    Il comparto automobilistico europeo vive un momento di forte turbolenza, segnato da una crisi profonda che sta mettendo in discussione gli equilibri di un’intera filiera. Dopo un 2024 già complesso, anche il 2025 si apre con segnali tutt’altro che incoraggianti. Il settore sembra ormai stretto nella morsa di una crisi sistemica, una vera e propria “tempesta perfetta” alimentata da dinamiche interne ed esterne sempre più difficili da governare.

    Uno dei principali fattori di destabilizzazione è la transizione energetica: l’orientamento verso la mobilità elettrica, promosso con forza dalle istituzioni, non ha ancora trovato un riscontro concreto nel mercato. I veicoli elettrici continuano a rappresentare una nicchia, frenati da prezzi elevati e da un’offerta che non riesce a convincere il consumatore medio. Le aziende, dal canto loro, hanno investito somme ingenti per riconvertire gli impianti produttivi, ma i ritorni economici si sono rivelati deludenti. Il risultato? Stabilimenti in difficoltà o destinati alla chiusura, anche in paesi simbolo dell’automotive come la Germania.

    Crisi del mercato auto, manca un piano in Europa 

    A rendere ancora più fragile il quadro, contribuiscono le politiche ambientali europee. Le normative sulle emissioni impongono vincoli stringenti che rendono sempre meno sostenibile, in termini di costi, la produzione dei modelli endotermici. E gli incentivi pubblici, laddove presenti, risultano spesso insufficienti o mal calibrati rispetto alle reali esigenze dell’industria.

    Come se non bastasse, sullo scenario internazionale si profila un’ulteriore minaccia: l’annuncio, da parte di Donald Trump, di un possibile dazio del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti. Un colpo potenzialmente durissimo per l’export europeo, che si troverebbe a fare i conti con un mercato chiave improvvisamente reso ostile da barriere commerciali.

    La gravità della situazione è emersa con forza anche durante il recente convegno promosso da Confindustria e Confartigianato Cuneo, ospitato nella sala “Michele Ferrero” della Casa degli Industriali. Un’occasione di confronto tra imprenditori, analisti e operatori del settore, tutti concordi nell’indicare la necessità di interventi urgenti. Se non si attiveranno al più presto politiche industriali efficaci e misure di sostegno alla competitività, l’Europa rischia di perdere la leadership in un settore strategico, lasciando spazio alle potenze asiatiche e alle politiche protezionistiche americane.

    La posta in gioco è alta: senza una visione chiara e investimenti mirati, l’intero ecosistema dell’automotive potrebbe subire danni irreparabili. È il momento delle scelte coraggiose.

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