Dopo sei anni di sviluppo e attesa, la De Tomaso P72 è pronta a lasciare il segno sulle strade. Questa hypercar artigianale, frutto di un progetto ambizioso e visionario, segna il ritorno di un nome storico del panorama automobilistico italiano, riportando in vita un’eredità fatta di passione, design e performance.
Fondata nel 1959 da Alejandro De Tomaso, la casa modenese ha sempre cercato di coniugare eleganza italiana e meccanica americana. Dopo un lungo periodo di inattività, il brand è stato rilanciato nel 2014 grazie al supporto della holding IdealVentures, con sede a Hong Kong. La De Tomaso P72 rappresenta il simbolo di questa rinascita, fondata su valori autentici e su un approccio puramente artigianale.
Disegnata da Jowyn Wong, già autore della Apollo IE, la P72 reinterpreta lo stile delle auto da corsa anni ’60 in chiave moderna. Le curve scolpite, la coda affusolata, gli interni rivestiti in pelle cucita a mano e i dettagli in rame lucido sono un tributo alla storica P70. Ogni elemento dell’abitacolo è analogico: nessuno schermo, nessuna distrazione. Solo strumenti meccanici per un’esperienza di guida pura, viscerale, immersiva.
De Tomaso P72, prezzo proibitivo
Il cuore pulsante della P72 è un V8 Ford da 5.0 litri sovralimentato, messo a punto da Roush Performance. Sebbene i dati ufficiali non siano stati diffusi, si parla di una potenza superiore ai 700 cavalli, abbinata a un cambio manuale a sei marce, scelta controcorrente che esalta il carattere retrò e analogico del progetto.
Il telaio è una sofisticata monoscocca in fibra di carbonio derivata dalla Apollo Intensa Emozione. Leggera, rigida e ottimizzata aerodinamicamente, permette alla vettura di offrire prestazioni mozzafiato senza sacrificare il piacere della guida.
Prodotta in soli 72 esemplari nella sede europea di Nurburgring, ogni P72 sarà realizzata a mano e completamente personalizzabile. Con un prezzo di partenza vicino agli 850.000 euro, rappresenta molto più di un’auto: è un oggetto da collezione, destinato a pochi appassionati capaci di apprezzarne il valore tecnico e culturale.