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giovedì, 28 Marzo 2024
  • I ricambisti lottano contro la pandemia!

    I ricambisti lottano contro la pandemiaI ricambisti lottano contro la pandemia con delle idee per ripartire.

    I temi sono quelli di sempre: volumi, tempi dei pagamenti, rapporti con clienti e i fornitori e altro ancora. La pandemia da coronavirus ha però reso tutto più difficoltoso, sia dal versante finanziario-commerciale sia da quello operativo. L’isolamento forzato non ha però appannato la voglia di informazione e confronto, una volontà testimoniata da incontri virtuali come quello che illustra il futuro dell’aftermarket. In questo quadro abbiamo seguito il webinar del 14 maggio 2020 organizzato dal Giornale dell’aftermaket. Il direttore Giuseppe Polari ha moderato gli interventi di vari ricambisti italiani mentre Silvano Guelfi e Paolo Saluto, del Politecnico di Torino, hanno riferito idee e analisi sul settore.

    Rimanere 'presenti' con il digitaleRimanere ‘presenti’ con il digitale

    Raffaella Vori, di VORI Autoricambi (Pesaro), ha raccontato di “2 mesi difficili in una zona che ha avuto molti contagi e con il 20% delle officine in quarantena e le altre aperte per le emergenze solo part-time. Il miglioramento di aprile ci ha permesso di riaprire full-time anche se con meno consegne. Noi abbiamo agito molto con il digitale: social, E-Mail e Whatsapp per continuare a far sentire la nostra presenza (sono strumenti utilissimi anche per i dealer)”. Questa ‘pausa’ ha rafforzato i contatti: “Appartenere a Groupauto ci ha fatto sentire meno soli: il numero delle videoconferenze è aumentato e ci siamo confrontati sui sulle difficoltà e sui rapporti con officine e clienti. Si è anche parlato di  fornitori, in questo periodo introvabili, e il Gruppo ci ha aiutato anche in questo. Nei video con i clienti abbiamo parlato di provvedimenti normativi e di questioni amministrative, normalmente trascurate per la fretta”. Tema caldo è stato quello degli aiuti e dei pagamenti, con la Vori a raccontare di “un Marzo pieno di E-mail: i fornitori volevano puntualità mentre i clienti chiedevano dilazioni. A marzo gli insoluti sono più che raddoppiati, aprile è andato un po' meglio e diversi fornitori sono stati flessibili. Per i pagamenti sarebbe auspicabile, e questo momento può essere un’occasione, stabilire scadenze rigorose. La cosa dovrebbe assere rispettata da tutta la filiera perché noi siamo nel mezzo: con i clienti c’è un rapporto confidenziale ma i fornitori sono meno amichevoli di noi. Vi comunico poi che sono riuscita ad avere dalla banca i 25.000 € garantiti dal Governo”.

    Modalità da rivedere

    Riccardo Crotti di RCR Ricambi ha raccontato che: “siamo nella zona di Milano e a marzo le officine lavoravano solo per ambulanze e mezzi di soccorso. Abbiamo manifestato vicinanza ai clienti, anche andandoli a trovare, ma per fortuna ad aprile e ancor più a maggio la situazione sta migliorando. Complici molte automobili con problemi alle batterie (leggi come mantenerle efficienti) ad oggi siamo all’80% del volume normale e stiamo facendo tornare del personale dalla CIG”. Anche per lui liquidità e pagamenti sono centrali: “Ho ricevuto lettere dei grossisti che invitavano al rispetto degli impegni e, a nostra volta, abbiamo scritto ai clienti. Nonostante la situazione, gli insoluti sono stati il 20%: onestamente pensavamo peggio; devo dire che i fornitori non sono stati molto ‘vicini’ mentre i grossisti un po’ di più. Questo imprevisto potrebbe essere un’ occasione per selezionare clienti e fornitori e per cambiare, ad esempio eliminando la consuetudine, tipicamente italiana, dei pagamenti lunghi. C’è anche il malcostume dell’usare le condizioni di pagamento come uno strumento per vendere, cosa che non approviamo. In ogni caso una selezione va fatta con cautela: perché mettere in difficoltà, in un periodo come questo, anche clienti affidabili?”. Sulla riorganizzazione Riccardo dice che: “puntiamo sul servizio, anche più del solito, dato che le officine si muovono poco e vogliono che consegniamo noi. Questo momento complicato ci deve far riflettere sulla riorganizzazione e il taglio degli sprechi, di tempo e risorse: è inutile correre per un filtro. In ogni caso oggi non si pianifica oltre la settimana e vedo che stiamo svuotando il magazzino, i rifornimenti dai fornitori ci danno qualche grattacapo”.

    Nuove soluzioni

    I danni al business e la ripartenza sono stati al centro anche dell’intervento di Paolo Porta di Autoricambi Emporio a Settimo Torinese. Nei suoi riscontri dice che: “marzo è crollato perché più dell’80% delle officine erano chiuse mentre ad aprile hanno progressivamente riaperto. Attualmente il personale è al 50% e spero di far rientrare presto altri addetti; come altri, anche noi stiamo rilevando una certa scarsità di materiale. Riguardo i pagamenti posso dire che già da inizio anno sto praticando extra sconti se i clienti saldano entro 30 giorni e ho avuto dei risultati positivi. Abbiamo anche selezionato i clienti più difficili, che ci facevano ‘sudare’ anche prima” e stiamo chiedendo di tornare su una linea omogenea, dato che le spese ci sono comunque”. Anche Porta dice che “ho ricevuto alcune mail per i pagamenti scritte con accenti sgradevoli e, in generale, i fornitori non hanno chiesto se avevo difficoltà. Ho contattato a mia volta i clienti, soprattutto quelli problematici, per chiarire e concordare dei piani.

     

    Incertezze dagli altri comparti

    Massimo Sperotto, titolare della Sperotto Srl, ha raccontato che il Veneto è stato molto colpito e noi abbiamo perso il 26 % nella seconda metà di marzo, mettendo 35 persone in CIG. Siamo rimasti comunque aperti, anche lavorando in perdita, per dare continuità a quel 50% delle nostre officine che era aperto. Aprile è sceso del 37% mentre a parità di giornate lavorative maggio ha registrato un – 11% rispetto al 2019 e si comincia a vedere un certo movimento. Le consegne aumentano così come le visite dei rappresentanti ma si comincia a faticare per reperire i pezzi. Il nostro settore forse soffrirà di meno, ad esempio perché il parco invecchierà e ci sarà bisogno di più ricambi. C’è però l’incognita degli altri comparti: i produttori del Prosecco, per esempio, sono in crisi profonda”. La necessità di muoversi rapidamente viene esplicitata così: “Abbiamo capito la situazione e ci siamo mossi presto, concordando con i partner più importanti un piano di pagamento. I fornitori si sono fatti vivi per il rispetto delle scadenze e anche noi abbiamo contattato i nostri clienti, in maniera però soft. Gli insoluti a fine marzo sono saliti di 2,5 volte rispetto alla media ma qualcuno è già rientrato; abbiamo comunque predisposto agevolazioni per i clienti più importanti. Aprile ha visto gli insoluti scendere al 10% rispetto al 14% di marzo. Abbiamo presentato alle banche montagne di carte per ottenere i prestiti agevolati e stiamo ricevendo qualche delibera ma chiederemo in maniera oculata”.

    Aiutiamo i clienti

    Voliamo in Sicilia per sentire Salvatore Frazzita della Marino Ricambi: “Da noi l’epidemia è stata meno forte ma abbiamo avuto tanta paura perché la nostra Sanità è quella che è. C’è stata molta incertezza e le auto ferme hanno portato ad un – 16% in marzo e – 18% aprile, perdite tutto sommato accettabili grazie anche al contributo degli ordini via telefono e on line. Anche noi facciamo parte di un consorzio di 50 ricambisti in Sicilia, una struttura che ci ha dato una certa tranquillità. Rilevo anch’io difficoltà di comunicazione con i fornitori e per la logistica. La situazione si sta rasserenando ma se non arriva liquidità e CIG avremo difficoltà, anche perché la Sicilia è molto turistica. Salvatore ha inoltre riferito: “ho avuto per fortuna i 600 euro e fra poco firmerò per il prestito di 25.000 euro, qui in zona le banche stanno concentrando le filiali e questo ha rallentato le procedure. Stiamo poi cercando di attivare finanziamenti a tasso zero per i nostri clienti. A marzo abbiamo pagato regolarmente i fornitori mentre per aprile abbiamo trattato alcune dilazioni ma complessivamente stiamo gestendo la situazione.

    Opportunità da valutareOpportunità da valutare

    Da Potenza ha portato la sua testimonianza Marco Russo di Russo Ricambi. La situazione aziendale ha visto “una contrazione del 70% fino al 10 aprile e una certa risalita dopo questa data, con richieste di prodotti diversi dai soliti. Abbiamo infatti iniziato a vendere sanificatori e ozonizzatori ma occorre cautela perché ci sono prodotti ‘strani’ a prezzi fuori mercato. Il gruppo Neoparts, al quale apparteniamo, ha dato sicurezza non solo in fase di acquisto: il confronto, la condivisione dei progetti, le proposte per superare queste difficoltà sono stati utili. Penso che avremo mesi difficili anche se il nostro settore avrà benefici dal rallentamento del nuovo. Noi approfitteremo della pausa per rivedere i magazzini, innovare, razionalizzare la struttura dei costi e valutare la bontà dei clienti.

    Contare sulle proprie forze

    Da Atripalda (Avellino) è intervenuto Osvaldo Molettieri che ha parlato di “marzo e aprile altalenanti e combattuti. La maggior parte dei dipendenti è in CIG ma, dato che ancora non è arrivata, ho anticipato io gli stipendi. Abbiamo perso l’80% del fatturato e solo ora stiamo recuperando ma le persone sono in grandi difficoltà. Si è sofferto anche per l’incertezza riguardo mascherine, igienizzazione, protezioni e così via (di questo di è parlato anche nell’incontro sulla convivenza con il coronavirus) Personalmente è dal 25 febbraio che sto usando l’Ozono, sto adeguando i processi per igienizzare vetture e magazzini e fornisco ai clienti e colleghi riferimenti delle ditte attive in questo settore”. Molettieri ha riscontrato una “vendita vivace di ricambi per auto anziane e questo mi fa essere relativamente ottimista, anche se l’ aumentata precarietà rende le persone più timorose. Faccio pressione per i pagamenti dei cattivi clienti: siamo pronti a ripartire (ci vorrà del tempo) ma in trincea, per distinguere amici e nemici. La situazione è grave per tutti ma ci sono situazioni intollerabili. La mia banca ha chiamato per propormi finanziamenti: li ho ringraziati ma per ora ce la faccio da solo. I grossisti tendono poi ad accorciare i pagamenti per recuperare e penso che faranno sempre più attenzione.

    La gestione finanziaria sarà fondamentale

    La gestione finanziaria sarà fondamentale

    Le parole di Silvano Guelfi dell’Osservatorio IAM presso il Politecnico Torino, ad onta di un collegamento instabile, sono state importanti. Lo studioso ha convenuto che “la pandemia è stato un evento eccezionale che ha colpito di più il Nord ma la ripresa delle zone meridionali a vocazione turistica potrebbe essere più difficile. Marzo è al – 40% e aprile è sicuramente andato peggio; i ricambisti hanno generalmente retto meglio dei distributori perché i magazzini sono quasi vuoti. Tutta la filiera dovrebbe avere gli stessi termini di incasso e pagamento, magari con l’intervento dello Stato che potrebbe dare garanzie a finanziamenti finalizzati. In questo modo potrebbero patrimonializzarsi anche i soggetti con poco contrattuale. Anche i privati devono migliorare perché “molte ditte programmano finanziariamente male e non separano i fondi privati e quelli aziendali. L’organizzazione è cruciale: intere famiglie si sono prodigate nell’azienda, dando tantissime energie nello sviluppo ma trascurando un po’ l’organizzazione, che sicuramente migliorare. Sulla stessa linea Paolo Saluto dell’Osservatorio IAM: “Le ‘braccia’ sono stati grandi e generose ma questo è un momento di discontinuità forte. La contingenza impone un ripensamento e una razionalizzazione dei processi. Io conosco diverse delle aziende coinvolte oggi e devo dire che sono già dei gioielli di organizzazione. In generale oggi è fondamentale controllare le performance, rispetto al passato ma anche e soprattutto in prospettiva futura.

     

    Curare tutti gli aspetti

    Sulla base di questi interventi il settore sembra essere quindi in relativa buona salute, considerando i pesanti effetti di una pandemia globale: speriamo che le cose migliorino ancora. Le testimonianze di questi ricambisti ci ricordano l’importanza di diversi fattori: l’appartenere ad un consorzio, l’uso del digitale, la cura nei rapporti con i clienti, i colleghi e i fornitori. Abbiamo anche visto come la gestione oculata delle risorse, l’ottimizzazione dei processi e una controllo finanziario attento abbiano consentito la gestione della crisi con i mezzi propri. Gli indipendenti potrebbero quindi allungare rispetto all’OES ma occorre studiare e affiancare alle braccia una ‘testa’ agile e reattiva.

     

    Nicodemo Angì

     

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