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sabato, 20 Aprile 2024
  • Pandemia, automotive ed aftermarket

    Pandemia, automotive e aftermarket Pandemia, automotive e aftermarket.

    La cappa della pandemia ha soffocato il mondo intero per 2 mesi ma, per fortuna, maggio ha segnato un’inversione di tendenza, come segnalato da alcuni ricambisti. Sappiamo bene che l’epidemia da coronavirus ha colpito globalmente tutti i settori, non risparmiando ovviamente l’automotive. Inforicambi non si ferma agli hashtag e per aiutare la filiera veicola idee, studi e testimonianze da tutti gli attori: esponenti dell’industria, ricercatori, figure istituzionali e addetti ai lavori. Questo articolo è dedicato a un webinar di Automechanika dell’area medio orientale, zona nella quale dovrebbero (speriamo) tenersi fiere dell’aftermarket a Dubai nell’ottobre prossimo e a Riyadh nel 2021. La presentazione di Vishal Sanghavi della società di ricerca Aranca è stata commentata e moderata da Abdelrahman Kurdieh di Automechanika e. Vediamo quindi la situazione dell’automotive e le strategie per uscire dall’empasse della pandemia.

    La sfida del secolo

    La situazione è grave al punto da esser stata definita ‘una sfida che capita una volta al secolo’, con i Paesi sviluppati che perderanno il 12% nel secondo trimestre mentre quelli in via di sviluppo saranno più resilienti. La fiducia dei consumatori è al minimo degli ultimi 11 anni mentre la manifattura globale delle Piccole e Medie Imprese è scesa del 21% da gennaio. L’analisi riguarda Stati Uniti, Germania, India, Cina e Giappone. Si nota che la vendita di veicoli nuovi sembra già in recupero in Cina dalla fine di aprile mentre gli altri Paesi studiati sono ancora in perdita. Guardando all'aftermarket la Germania, l’aftermarket ha visto una contrazione del 40% dei ricavi per la diminuzione delle percorrenze e delle collisioni. Anche gli USA stanno sperimentando un calo di queste portata, ottenuto confrontando aprile 2020 rispetto a dicembre 2019.

    Pandemia, automotive e aftermarket Produzione KO

    L'India ha avuto una diminuzione del 90% mentre Giappone e Cina hanno contenuto il calo nel 20%. Gli OEM e i fornitori hanno dovuto fermare le fabbriche e subire un crollo della domanda e grosse difficoltà nella catena degli approvvigionamenti. I distributori e i ricambisti hanno visto problemi alle scorte, l'interruzione del commercio e due fenomeni antitetici. Le aziende sono state infatti quasi deserte ma chi aveva sviluppato l'e-commerce ha registrato un boom nelle vendite. Anche le officine hanno sofferto: molte hanno chiuso per paura – del virus e/o per il calo del lavoro – e, in ogni caso, le riparazioni sono crollate per il fermo macchina e le persone hanno rinviato le riparazioni. La mobilità in generale subisce danni dalla riduzione delle percorrenze: sono in difficoltà i servizi di ridesharing, i trasporti pubblici, le strade a pagamento per la forte diminuzione dei pedaggi e così via.

    La ‘fatica’ dei fornitori

    Gli analisti fanno notare che i margini dei fornitori Tier 1 erano già in ribasso per la guerra dei prezzi: in soli 3 anni sono nati 400 nuovi brand. La liquidità era già scarsa prima della pandemia e questo favorirà i consolidamenti e l’uscita dei player più deboli. In tutto questo si innesta l’incertezza dell'elettrificazione che richiede investimenti ma a regime diminuirà il commercio di ricambi perché le elettriche hanno meno componenti e sono più longeve. Gli analisti ritengono che a perdere di più sarà il componentista Huayu seguito da Magna, Tenneco e Continental; Bosch e Denso saranno le meno colpite. Non va meglio per distributori e dealer: in Germania le vendite del nuovo sono crollate del 30/40% in aprile mentre Delticom, specialista degli pneumatici online, riporta un calo del 15% nel primo trimestre. L’E-Commerce è a due facce: lo specialista USA Auto Parts ha visto ad aprile un + 40 % contro un calo delle percorrenze del 50%.

    La nuova normalità

    Le soluzioni di mobilità non sono state colpite nello stesso modo: il carpooling è bloccato e a soffrire sono sia il trasporto pubblico sia il ride hailing: Lyft denuncia ad aprile un calo del 75% anno su anno. La micromobilità è invece in aumento: i tragitti a breve percorrenza sono aumentati e i mezzi leggeri monoposto diminuiscono i rischi di contagio. Da tener d’occhio i veicoli più sostenibili: Cina e Regno Unito hanno esteso gli incentivi e le future normative europee sulle emissioni dovrebbero favorirli. aumentare le vendite di veicoli a basse. Volkswagen e General Motors, per esempio, non hanno annunciato rallentamenti nel loro cammino verso l’elettrico. Anche la guida autonoma, se rallenterà per qualche tempo (i test sono stati interrotti), è comunque prevista in forte crescita nel lungo termine.

    Pandemia, automotive e aftermarket Uno dei vincitori? È il digitale

    Il digitale, lo sappiamo bene, non è solo E-Commerce ma è anche tutta una serie di strumenti che possono aiutare tutti gli attori dell’automotive. Abbiamo visto un dealer testimoniarne l’efficacia, che deriva da un mix di servizi di vendita e assistenza delle auto on-line e di consegne/ritiri a domicilio.

    Vedremo un incremento degli showroom virtuali e di test drive senza contatto col pubblico, come già introdotti da Tesla. I fornitori spingeranno le Private Label (prodotti a marchio proprio visti come opportunità nella crisi) che, per il loro buon rapporto qualità/prezzo, sono adatte ai tempi. Si porrà l'accento sull'igiene (ad esempio vernici e filtri) e vedremo un aumento dei componenti prodotti in loco con stampanti 3D. È previsto anche un progressivo spostamento della formazione sull’on-line. Stiamo già assistendo, poi, all’uso di estensioni gratuite della garanzia, sconti sul nuovo e sull'usato e finanziamenti agevolati e ancor più personalizzati.

    Resilienza proverbiale

    Anche le officine, come i dealer, aumenteranno l’uso del video streaming in diretta e enfatizzeranno servizi di ritiro e consegna a domicilio. I trattamenti di sanificazione assumeranno una valenza commerciale e, del resto, tutto il sistema della mobilità enfatizzerà l'igiene e la sicurezza e favorirà la micromobilità anche con corsie preferenziali per bici e motociclette. Per il 2020 è previsto un calo del 22% sulle immatricolazioni con un recupero, che premierà le auto più economiche, più veloce nei paesi dell’area Asia-Pacifico. Come già visto in altre occasioni, aftermarket soffrirà meno degli OEM, con una perdita del fatturato stimata del 16%. Questo perché il settore dipende più dalle dimensioni del parco circolante che dalle vendite del nuovo. Avremo un recupero già nel secondo semestre con fattori contrastanti: manutenzioni ritardate e percorrenze minori – meno km e meno incidenti – ma il trasporto privato sarà privilegiato e il circolante tenderà ad invecchiare. I ricavi scenderanno in maniera differente: le parti non essenziali caleranno del 23%, quelle per la manutenzione dell’11%, le parti implicate nelle collisioni avranno un – 17% e i servizi un – 16%. Cosa dire in conclusione? Il recupero è vicino e l’agire in maniera proattiva, leggendo velocemente i nuovi paradigmi e le mutazioni del mercato e delle abitudini, sarà essenziale per coglierlo e avere un futuro più stabile.

    Nicodemo Angì

     

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