L’aumento delle tasse sulle auto aziendali previsto nella Legge di Bilancio ha suscitato un preoccupante allarmismo in circa un milione di utenti in Italia ed ha scatenato la reazione preoccupata di Aniasa, l’Associazione nazionale dell’industria dell’autonoleggio, della sharing mobility e dell’automotive.
Secondo l’associazione, il rincaro dei tributi rappresenta un duro colpo per lavoratori e imprese, con conseguenze negative sull’intero settore, anche sulle auto aziendali e sull’economia nazionale.
Le nuove disposizioni, contenute nella bozza della Legge di Bilancio, prevedono un aumento della tassazione sui veicoli aziendali concessi in uso promiscuo ai dipendenti. In particolare, si tratterebbe di una revisione al rialzo della percentuale di imponibilità del fringe benefit, ossia del valore fiscale attribuito all’utilizzo privato delle auto aziendali.
Aniasa sottolinea che questo provvedimento andrà a pesare direttamente sui dipendenti, che vedranno aumentare il carico fiscale in busta paga, e sulle aziende, già provate da rincari energetici, inflazione e difficoltà economiche post-pandemia.
Secondo le stime di Aniasa, il provvedimento potrebbe portare a una contrazione del mercato delle auto aziendali del 10-15%, con conseguenze dirette sull’occupazione nel settore del noleggio e della gestione flotte.
Il mercato delle auto aziendali in Italia rappresenta una quota significativa del settore automotive.
Ogni anno, decine di migliaia di veicoli vengono acquistati o noleggiati da imprese per uso lavorativo e privato dei dipendenti. L’aumento della tassazione rischia di rendere meno conveniente questa soluzione, portando molte aziende a ridurre o eliminare il benefit per i lavoratori.
Il Presidente di Aniasa, Alberto Viano, ha lanciato un appello al Governo affinché riveda questa misura, definendola “penalizzante e controproducente”. In una nota ufficiale, l’associazione ha dichiarato:
“Le auto aziendali rappresentano non solo un beneficio per i lavoratori, ma anche uno strumento fondamentale per la mobilità aziendale e per la competitività delle imprese. Incrementare la tassazione significa rallentare l’adozione di veicoli più sostenibili e penalizzare milioni di lavoratori“.
Aniasa teme inoltre che l’aumento delle tasse possa disincentivare il ricorso alle flotte aziendali e ai veicoli in leasing, con un conseguente rallentamento del rinnovo del parco auto nazionale. Questo potrebbe avere un impatto negativo anche sull’ambiente, ritardando la diffusione di veicoli elettrici e a basse emissioni, spesso preferiti dalle aziende.
Tra le proposte, l’associazione suggerisce di incentivare ulteriormente il passaggio a veicoli elettrici e ibridi tramite una riduzione della tassazione sui fringe benefit per i mezzi a basse emissioni.
“Il Governo deve considerare che una tassazione più alta non porta solo nuove entrate fiscali, ma anche un rallentamento dell’innovazione e un calo della produttività aziendale. In un momento delicato per l’economia, serve sostegno e non ulteriori oneri,” conclude Aniasa.
E mentre si attende una risposta ufficiale dall’esecutivo, l’industria dell’automotive osserva con preoccupazione gli sviluppi, consapevole che un eventuale incremento della tassazione potrebbe avere ripercussioni significative su un settore già sotto pressione.