Mercato auto, il ministero dei Trasporti ha diffuso nuovi dati sul settore.
Da quanto emerge, nel mese di agosto 2024 sono state immatricolate in Italia 69.121 auto, il 13,4% in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Secondo gli esperti, sarebbe il segnale della fine dell’effetto incentivi sul mercato auto.
Le associazioni del settore hanno provato a fare un quadro della situazione, analizzando le cause della flessione e proponendo dei possibili interventi.
Mercato dell’auto, quali le cause della crisi?
Il calo delle vendite di auto è il risultato di una convergenza di cause, che includono:
- la crisi economica e l’inflazione
- l’aumento dei costi delle materie prime
- la crisi energetica
- il basso potere d’acquisto dei consumatori.
Molte famiglie scelgono di rimandare l’acquisto di un’auto nuova, concentrandosi piuttosto su altre spese necessarie, mentre il costo elevato dei veicoli elettrici rispetto a quelli a combustione tradizionale rappresenta un ulteriore ostacolo.
Altro elemento è la transizione verso l’elettrico: la pressione normativa e le politiche ambientali stanno accelerando il passaggio verso l’auto elettrica; transizione che non è indolore, in quanto i veicoli elettrici, pur essendo più ecologici, presentano costi più elevati e un’infrastruttura di ricarica ancora insufficiente in molte aree.
Questo crea incertezza nei consumatori, che esitano ad abbandonare i veicoli tradizionali. Ci è poi la carenza di semiconduttori.
Questi componenti sono essenziali per la produzione di auto moderne, dotate di sempre più funzioni elettroniche.
La scarsità ha portato a ritardi nelle consegne, aumento dei prezzi e difficoltà a soddisfare la domanda.
Il mercato globale dell’auto è sempre più dominato da concorrenti esterni, in particolare dai produttori cinesi, che offrono veicoli elettrici a prezzi competitivi.
Le case automobilistiche europee e statunitensi stanno faticando a tenere il passo, in parte a causa dei costi più elevati di produzione e delle normative ambientali più rigide.
Gli attori dell’industria automobilistica non si limitano a segnalare il problema, ma avanzano diverse proposte per risollevare il mercato e affrontare le sfide attuali.
Chiedono ai governi di rafforzare i sussidi e gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e a basse emissioni.
Queste agevolazioni potrebbero ridurre la differenza di prezzo tra auto elettriche e tradizionali, incentivando i consumatori ad abbracciare la mobilità sostenibile.
Con la trasformazione del mercato dell’auto, si rischia la perdita di numerosi posti di lavoro. Gli operatori del settore stanno sollecitando i governi a creare piani di formazione professionale e riconversione per i lavoratori che saranno colpiti dalla transizione all’elettrico, e chiedono ammortizzatori sociali per sostenere i lavoratori nelle fasi di crisi.
La diffusione dei veicoli elettrici dipende strettamente dalla disponibilità di un’adeguata rete di ricarica.
Gli operatori propongono investimenti massicci nelle infrastrutture per la ricarica rapida, sia nelle aree urbane che rurali, per rassicurare i consumatori sulla possibilità di utilizzare le auto elettriche senza problemi di autonomia.
Infine le associazioni di categoria e i produttori chiedono una revisione delle politiche ambientali dell’Unione Europea, auspicando maggiore flessibilità nei tempi di attuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Temono che una transizione troppo rapida possa compromettere la competitività delle case automobilistiche europee, a vantaggio dei competitor asiatici.
Nonostante la crisi attuale, il mercato dell’automotive è in una fase di profonda trasformazione.
La mobilità elettrica e le tecnologie di guida autonoma sono viste come il futuro dell’industria, ma la transizione deve essere accompagnata da un’adeguata pianificazione e da investimenti mirati.
Le proposte degli operatori del settore mirano a garantire una transizione graduale e sostenibile, evitando di destabilizzare ulteriormente un comparto già fragile.