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martedì, 20 Maggio 2025
  • Auto europee verso il 2030: sfide, rallentamenti e nuovi competitor

    Mercato auto

    Il comparto automobilistico europeo attraversa un periodo di rallentamento strutturale che, secondo un’analisi congiunta di ANIASA e Bain & Company, potrebbe protrarsi almeno fino al 2030. Il report, dal titolo “Casa e Chiesa nel settore dell’auto“, esamina con lucidità i principali trend che stanno ridefinendo il mercato in Europa e in Italia.

    Sebbene il 2023 abbia segnato una ripresa con un incremento del 19% delle immatricolazioni in Italia, il divario rispetto ai volumi pre-Covid resta marcato: mancano all’appello circa 300.000 unità rispetto al 2019. A incidere su questa debolezza strutturale concorrono molteplici fattori: dalla pressione inflattiva alla trasformazione tecnologica, passando per le mutate priorità dei consumatori.

    Nel nostro Paese, il mercato dell’usato continua a prevalere su quello del nuovo, in un contesto in cui l’età media del parco circolante ha superato i 12 anni. La forte contrazione delle rottamazioni, crollate del 30% nel 2022, e il progressivo innalzamento dei costi di acquisto, stanno ostacolando il ricambio generazionale del parco veicoli.

    Tendenze e prospettive del mercato auto europeo tra crisi e innovazione

    L’incremento delle motorizzazioni ibride, che nel 2024 hanno raggiunto il 42% del mercato, non ha ancora prodotto gli effetti sperati sul fronte delle emissioni. Le scelte di mobilità premiano infatti soprattutto i modelli a benzina e mild hybrid, meno virtuosi sotto il profilo ambientale. Le auto elettriche, nonostante gli incentivi, rappresentano ancora una quota marginale: appena il 3% nei primi tre mesi del 2024.

    Lo studio segnala inoltre la rapida ascesa dei marchi cinesi nel panorama europeo, destinati a raggiungere una quota di mercato pari o superiore al 7% entro la fine del decennio. Grazie a prodotti tecnologicamente evoluti e prezzi competitivi, questi costruttori stanno mettendo sotto pressione l’industria europea, soprattutto in mercati chiave come Italia, Regno Unito e Francia.

    Anche i player tedeschi, storicamente forti negli Stati Uniti, si trovano a dover affrontare nuove tensioni: l’eventuale imposizione di dazi da parte dell’amministrazione americana potrebbe compromettere le esportazioni e ridurre la redditività complessiva.

    In questo contesto di trasformazione profonda, l’Europa è chiamata a ripensare le proprie strategie industriali. Servono interventi mirati per accelerare l’elettrificazione, politiche di rinnovo del parco circolante e una maggiore reattività ai cambiamenti dello scenario globale.

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