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domenica, 23 Marzo 2025
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    Produzione auto a picco in Italia, servono interventi urgenti

    I più recenti dati Istat certificano le gravi difficoltà del settore auto in Italia. A dicembre 2024, la fabbricazione di veicoli ha registrato un crollo del 23,6% rispetto allo stesso mese del 2023, aggravando il già pesante -28,5% di novembre. Il confronto con la produzione industriale complessiva, che nello stesso periodo ha segnato un calo del 7,1%, evidenzia come il comparto automobilistico sia tra i più colpiti dalla crisi.

    Le difficoltà non riguardano solo il mercato delle auto: marcate flessioni si registrano anche nel settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-18,3%), e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-14,6%). L’unico segnale positivo arriva dall’attività estrattiva (+17,4%) e dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+5%), comparti che hanno beneficiato di dinamiche di mercato più favorevoli.

    Il bilancio annuale del 2024 per il settore automobilistico è altrettanto negativo: rispetto al 2023, la produzione è diminuita dell’11,3%, a fronte di un calo più contenuto del 3,5% dell’intera industria manifatturiera.

    A spiegare questo tracollo vi sono diversi fattori: innanzitutto il calo della domanda interna ed estera: la contrazione del mercato automobilistico europeo e l’aumento dei tassi di interesse hanno ridotto la capacità di spesa dei consumatori. Inoltre il passaggio all’auto elettrica, reso necessario dalle normative UE sulle emissioni, non è supportato da una rete di incentivi e infrastrutture adeguate in Italia.

    A questo va aggiunto che l’industria automobilistica, fortemente dipendente dai prezzi dell’acciaio, dell’alluminio e dell’energia, sta pagando l’aumento dei costi produttivi e delle materie prime. E ciò nella competizione globale non aiuta affatto. La concorrenza dei produttori cinesi e americani, più avanti nella transizione elettrica e con politiche industriali più aggressive, sta mettendo infatti in difficoltà le aziende italiane.

    Il mercato auto italiano rischia una perdita strutturale di competitività e occupazione

    La strada da percorrere potrebbe essere quella di attuare un piano di incentivi, purchè mirati.

    Servono aiuti concreti per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, favorendo la domanda interna e sostenendo le case automobilistiche italiane; così come incentivi fiscali per lo sviluppo di nuove tecnologie (batterie, motori elettrici, materiali leggeri).

    Va da sé che senza una rete capillare di colonnine elettriche, la transizione all’auto elettrica in Italia rischia di essere rallentata. Il futuro dell’automotive italiano dipenderà molto quindi, dalla capacità del governo e delle imprese di rispondere rapidamente a queste sfide. Senza interventi concreti, il rischio è quello di un’ulteriore perdita di produzione e posti di lavoro, con gravi conseguenze per l’intero sistema economico nazionale.

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