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mercoledì, 30 Aprile 2025
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    Europa vs Cina: scontro sui dazi doganali

    La Cina non ci sta e ha deciso di ricorrere contro i dazi doganali imposti dall’Unione Europea sulle automobili elettriche (BEV, Battery Electric Vehicles) di origine cinese.

    Questi dazi doganali sono stati imposti dall’UE come misura antidumping, con l’accusa che le auto elettriche cinesi stiano beneficiando di sussidi statali che permettono loro di essere vendute a prezzi artificialmente bassi in Europa, danneggiando così i produttori europei.

    Pechino ha contestato questa decisione, sostenendo che i dazi imposti dall’UE non sono giustificati e che danneggiano le relazioni commerciali tra le due potenze.

    Il ministero del commercio, dando seguito alle minacce di alcune settimane fa, ha annunciato la presentazione di un ricorso al dipartimento per la risoluzione delle controversie tra gli Stati membri del WTO, l’Organizzazione mondiale del Commercio. 

    Pechino pronta ad alzare nuovi dazi contro l’Europa

    Il ricorso è motivato con la necessità di “salvaguardare i diritti e gli interessi dell’industria dei veicoli elettrici e la cooperazione a livello globale”. Pechino ha inoltre ribadito la sua posizione su tariffe europee considerate illegittime.

    La decisione dell’Ue manca di una base fattuale e giuridica, viola gravemente le regole del Wto e mina la situazione generale della cooperazione globale nell’affrontare il cambiamento climatico“, ha affermato il ministero, invitando Bruxelles a “correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate e a mantenere la stabilità della cooperazione economica e commerciale tra la Cina e l’Unione europea e delle catene industriali e di approvvigionamento dei veicoli elettrici“.

    Questa situazione riflette le tensioni crescenti tra la Cina e l’Europa nel settore della mobilità elettrica, un mercato chiave per il futuro dell’industria automobilistica globale.

    L’Unione Europea è preoccupata per la possibile perdita di 2,5 milioni posti di lavoro.

    Un’indagine condotta da Bruxelles ha esaminato le probabili conseguenze e l’impatto delle misure su importatori, utenti e consumatori.

    Sono state contattate così, le autorità cinesi, per discutere questi risultati ed esplorare possibili modi per risolvere le questioni individuate in modo compatibile con le regole del WTO sulla concorrenza.

    L’indagine della Commissione europea ha messo in evidenza un rischio per 2,5 milioni posti di lavoro diretti e per 10,3 milioni indiretti, come conseguenza della concorrenza ai produttori interni dell’offerta che si ritiene sovvenzionata da parte della Cina.

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