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giovedì, 27 Marzo 2025
  • L’industria dell’automotive in pressing sull’Ue

    Stellantis, gamma compatibile con il gasolio HVO

    L’industria automotive europea torna a far sentire la propria voce nei confronti dell’Unione Europea, cercando di ottenere un allentamento sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. I grandi produttori di auto, insieme alle associazioni di categoria, stanno esercitando pressioni sulle istituzioni comunitarie affinché vengano introdotte misure più flessibili per il raggiungimento della neutralità carbonica, soprattutto in vista delle sfide economiche e tecnologiche che il settore sta affrontando.

    L’Unione Europea ha stabilito ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per il settore automotive, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il piano Fit for 55 prevede una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e il divieto di vendita di nuove auto a combustione interna a partire dal 2035.

    I produttori automotive stanno chiedendo all’UE una maggiore flessibilità nella loro applicazione

    Tra le proposte avanzate vi è l’idea di uno “sconto” sulle emissioni, ovvero una riduzione dei target di abbattimento, soprattutto per le case automobilistiche che investono in tecnologie alternative come i carburanti sintetici, l’idrogeno e il miglioramento dell’efficienza dei motori a combustione interna.

    Le principali motivazioni dietro questa richiesta riguardano diversi fattori tra cui: i costi elevati di transizione, in quanto lo sviluppo e la produzione di veicoli elettrici richiedono ingenti investimenti in ricerca, sviluppo e infrastrutture. Inoltre La crisi delle materie prime, in particolare di litio, cobalto e nichel, essenziali per le batterie, sta rallentando la produzione e aumentando i costi.

    La transizione all’elettrico rischia di mettere in crisi migliaia di posti di lavoro nelle industrie manifatturiere tradizionali legate ai motori termici.

    Non tutti i Paesi europei dispongono di infrastrutture adeguate per la mobilità elettrica, il che potrebbe creare un divario tra le nazioni più avanzate e quelle meno pronte alla transizione.

    Le istituzioni europee, pur aperte al dialogo con il settore, rimangono ferme sugli obiettivi climatici. Alcuni funzionari UE hanno sottolineato come l’industria automobilistica abbia avuto anni per prepararsi alla transizione e che allentare i vincoli sulle emissioni potrebbe compromettere gli impegni climatici dell’Europa.

    Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, respingono con forza la richiesta di uno sconto sulle emissioni. Secondo le organizzazioni ecologiste, qualsiasi allentamento delle normative rallenterebbe la transizione verso un futuro sostenibile, aumentando i danni ambientali e prolungando la dipendenza dai combustibili fossili.

    Una delle ipotesi sul tavolo è la creazione di un sistema di incentivi per le case automotive che investono in soluzioni innovative, come i carburanti a basso impatto o le tecnologie ibride avanzate.

    Un’altra possibilità è quella di rivedere i tempi di applicazione delle normative per consentire un adeguamento più graduale, senza però compromettere gli obiettivi a lungo termine.

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