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venerdì, 29 Marzo 2024
  • La diagnosi veicoli: uno strumento irrinunciabile

    Conoscere la diagnosi veicoli

    Il dottore-meccatronico studia l’automobile ‘malata’ e quindi fa la diagnosi veicoli per guarirla. Queste attività, impensabili qualche decennio fa, sono oggi così comuni che moltissimi automobilisti ne parlano, al bar o con gli amici. Per capire come sia possibile individuare il singolo sensore che fa le bizze (ce ne sono decine) occorre accennare a ‘come’ sono fatti gli impianti elettrici/elettronici dei veicoli. Essi sono vere e proprie reti di comunicazione che interconnette i componenti e i sistemi – iniezione, sospensioni, freni, infotainment e praticamente tutto il resto – di un veicolo. Questa rete si chiama Bus, un termine mutuato dall’elettronica e dall’informatica, che indica un dispositivo che collega insieme più dispositivi elettrici /elettronici. Nei bus ( nelle automobili ce ne sono di diversi tipi) viaggiano sia i segnali informativi (per esempio quelli della sonda Lambda) sia quelli di controllo, come quelli che vanno agli iniettori. Cominciamo quindi a capire come fanno ad accendersi le spie che indicano un malfunzionamento: le centraline si accorgono che c’è qualcosa che non va e immettono questa informazione sul bus che la trasporta fino alla strumentazione.

    Il bus è la base della diagnosi veicoli

    In questa grande rete viaggiano quindi segnali di ogni tipo e sta al destinatario – il lunotto termico, il contagiri, la centralina dell’ABS – recepire quello destinato a lui e agire di conseguenza. Questo tipo di architettura, che è il cardine dell’informatica, ha almeno 2 vantaggi importantissimi. Il primo è che i cablaggi sono molto semplificati: non c’è più bisogno di portare il filo di alimentazione dalla batteria al pulsante di comando e poi fino all’utilizzatore ma basterà far arrivare il Bus a una centralina che accenderà, per esempio, il ventilatore. In questo modo non solo il cablaggio riesce a gestire impianti altrimenti incontrollabili ma esso può rimanere sostanzialmente lo stesso anche su versioni diverse dello stesso veicolo o aggiungendo un optional. Il secondo è che i segnali possono essere di ogni tipo, compresi quelli che informano di un malfunzionamento: basta ‘leggerli’ per capire cosa c’è che non va e fare quindi la nostra tanto agognata diagnosi. Questo discorso è molto semplificato ma i concetti sono questi e l’avanzata del digitale e della connettività ha portato al fatto che anche singoli gruppi meccanici possano essere diagnosticati da remoto via cloud.

    Diagnosi veicoli al centro di una constesa 

    Le potenzialità della diagnosi nella riparazione sono quindi infinite e possiamo tranquillamente dire che non è possibile fare riparazioni di un certo livello (al giorno d’oggi anche la sostituzione di una lampadina o della batteria a 12 volt sono di questo livello) se non si dispone di tester da diagnosi e delle capacità di usarli. Questa imprescindibilità è arrivata al punto che i preziosissimi dati per la riparazione sono al centro di una disputa fra i costruttori e l’aftermarket indipendente. Una cosa è certa formazione e attrezzature sono ormai quello che qualche decennio fa erano la lampadina spia e il cacciavite: strumenti di lavoro essenziali!

    Nicodemo Angì

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